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Perché non sarà il cobalto a fermare la diffusione delle auto a batteria

Prezzi della materia prima e popolarità di celle con chimica NMC che lo contengono crescono, ma le case hanno un coniglio (anzi, un catodo) nel cilindro

Le celle delle batterie di nuova generazione useranno sempre meno cobalto, l’unico materiale attualmente impiegato che abbia da fare i conti con l’eventualità di fronteggiare riserve limitate, al contrario di rame o litio ed altre materie prime, nei cui casi il collo di bottiglia sta nella capacità produttiva e non nelle riserve accertate.

Le batterie basate su chimica NMC (nell’ordine nickel, manganese, cobalto) sono nate con un mix dei rispettivi materiali di 3:3:3, o più precisamente 33,3% per ciascun componente. Si tratta della soluzione scelta dalla maggior parte dei grandi produttori coreani e da Tesla/Panasonic per le nuove celle cilindriche 2170 già presenti nei Powerall e da giorni sulla nuova Model 3.

Gli analisti del settore che lavorano per la banca svizzera UBS si aspettano, a partire dal 2021, l’ingresso in produzione delle nuovissime celle con mix 8:1:1, il che farà declinare l’utilizzo del cobalto del 69% per kWh rispetto alla soluzione oggi comunemente diffusa.

A luglio il prezzo del cobalto, tra l’altro disponibile soprattutto grazie alle riserve dell’instabile Repubblica Democratica del Congo, è arrivato a $61.000 la tonnellata: un salto del 90% su base annua. I produttori coreani Samsung SDI, LG Chem (fornitrice delle batterie della Chevrolet Bolt che vedete nella foto di apertura) e SK Innovation stanno accelerando per arrivare il più in fretta possibile all’ambizioso mix di materiali del catodo di 8:1:1.

Oggi partono da quello più avanzato sul mercato globale che comporta una proporzione 6:2:2 della chimica NMC in cui il cobalto, ricordiamo, è l’ultima cifra. Al quotidiano Korea Herald una fonte di LG Chem ha detto: “le nuove batterie con ridotta percentuale di cobalto potrebbero essere sviluppate entro tre-quattro anni, anche se sarebbe difficile liberarsi del tutto del cobalto in breve tempo“. Secondo gli esperti aumentare la percentuale di nickel nei materiali dei catodi delle batterie potrebbe anche comportare benefici per l’autonomia percorribile con singola carica.


Credito foto di apertura: Chevrolet USA media center