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Crescono ricerca e fondi che integrano le batterie nelle reti elettriche europee

Crescono ricerca e fondi che integrano le batterie nelle reti elettriche europee

© Maison Vignaux @ Continental Productions

I progetti Flow e EV4EU sostenuti dai fondi Horizon Europe ed altro denaro erogato in proprio dal governo tedesco, promuovono sviluppo e test sul campo dell’infrastruttura integrata per la ricarica dei veicoli elettrici

Questi sono giorni in cui può dimostrare ottimismo chi nel Vecchio Continente sta lavorando a progetti incentrati sui servizi V2G (vehicle-to-grid) e V2X (vehicle-to-everything). Stanno infatti entrando nel vivo due progetti dell’Unione Europea che coinvolgono numerose nazioni, loro centri di ricerca e consorzi, nonché aziende specializzate.

Il Progetto Flow prevede di allestire cinque siti dimostrativi in ​​Repubblica Ceca, Irlanda, Italia, Danimarca e Spagna: il consorzio comprende 24 partner esterni e sei università europee ed è guidato dall’IREC (Fundació Institut De Recerca En Energia De Catalunya).

Per Cristina Corchero, la coordinatrice del consorzio, questo progetto che vuole integrare batterie nelle reti elettriche europee rappresenta un’opportunità unica per “comprendere meglio il potenziale di flessibilità energetica se otteniamo una massiccia adozione di veicoli elettrici”.

Il Progetto Flow è costruito su una scala temporale di quattro anni, fino al marzo 2026, ed è finanziato nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon Europe con un budget totale di quasi €10 milioni.

Va notato, ed è interessante in prospettiva per l’effetto che potrà avere sulle reti di distribuzione europee, come l’approccio inizialmente preferito di collegare le batterie di veicoli elettrici soprattutto a colonnine in grado di affrontare ricariche bi-direzionali, in prospettiva stia cambiando per inserire nell’equazione case, condomini, in futuro forse piccoli quartieri.

Alla ricerca collaboreranno in questa direzione aziende come Eaton, che su più siti europei lavorerà con partner in base all’esperienza già maturata con l’approccio Buildings as a Grid, che punta a unificare le esigenze energetiche di edifici e veicoli elettrici con la generazione in loco di rinnovabili.

Uno dei campi di prova sarà Roma (oltre a Copenaghen), dove Eaton collaborerà in materia di interoperabilità dei sistemi di gestione dell’energia con partner italiani specialisti della trasmissione e distribuzione come ENEL, Terna ed RSE, mentre in Danimarca lavorerà con Areti e Technical University of Denmark.

Non è privo di significato che in America, in California, in queste stesse settimane l’utility Pacific Gas and Electric Company e Tesla abbiano lanciato un nuovo programma-pilota per creare una centrale elettrica virtuale (VPP) che aiuti a supportare l’affidabilità della rete elettrica e risparmi costi ai clienti.

Tesla ha invitato circa 25.000 clienti PG&E con abitazioni che dispongono di Powerwall ad unirsi alla VPP per formare la più grande “batteria distribuita”. Nelle prime due settimane del nuovo programma, oltre 3.000 clienti hanno espresso interesse ad iscriversi, con oltre 1.500 già ufficialmente iscritti al programma.

Tesla, le cui batterie dei veicoli venduti non sono ancora abilitate alla ricarica bi-direzionale (al contrario ad esempio di modelli Nissan, Renault e Mitsubishi o Mercedes-Benz, quest’ultima solo in Giappone) attraverso questa collaborazione che coinvolge i wallbox può partecipare al progetto-pilota.

Il programma di riduzione del carico di emergenza di PG&E iscrive clienti Tesla e dell’utility combinandone i sistemi di batterie domestiche Powerwall residenziali in una centrale elettrica virtuale, per scaricare l’energia alla rete in California durante i periodi di elevata domanda di elettricità. I clienti partecipanti riceveranno un compenso per l’energia scaricata dai loro Powerwall.

Tornando a quanto sta invece avvenendo attraverso programmi V2G e V2X per sviluppare il collegamento delle batterie auto alle reti europee, ha appena avuto luogo il meeting di avvio degli esperti e scienziati del Progetto EV4EU, di durata quadriennale a a sua volta sostenuto dall’Unione Europea con €9 milioni attraverso Horizon Europe.

Il coordinatore del Progetto EV4EU Hugo Morais, del consorzio portoghese INESC-ID, quando è stato dato il via al programma ha sottolineato che “è importante mitigare i problemi che possono derivare da un aumento significativo della potenza elettrica richiesta dalle reti elettriche, nonché la mancanza di strategie di pianificazione a livello cittadino per far fronte alla massiccia integrazione delle auto elettriche”.

Per rispondere a queste sfide, il progetto “Electric Vehicles Management for carbon neutrality in Europe”, per brevità EV4EU, proporrà ed implementerà strategie di gestione V2X user-centric, creando le condizioni per un fluido e integrato dispiegamento di massa di veicoli elettrici. La cosa avverrà con progetti in Portogallo nell’isola di São Miguel; nella zona greca della Mesogia, in Danimarca a Risø e nell’isola di Bornholm, nonché in Slovenia.

Nel consorzio guidato da INESC-ID ci sono 16 partecipanti di quattro nazioni europee, tra cui quattro istituti di ricerca universitari, tre piccole e medie imprese, sette grandi imprese tra cui la casa francese Citroën (unica marca auto inserita nel progetto), e il Campus Bornholm, che sarà l’utilizzatore finale di un progetto nel quale non manca la tecnologia da virtual power plant.

In parte il progetto sostenuto da Horizon Europe costruisce su fondamenta già solide: nel progetto-pilota danese (a cui hanno collaborato scienziati italiani come il professor Mattia Marinelli del Politecnico DTU) si punterà a migliorare la tecnologia di ricarica autonoma smart messa in piedi nel progetto ACDC e in quello precedente ACES.

Se questi due progetti sono paneuropei, la tecnologia V2X e quella V2G ormai sono diventate familiari anche alle istituzioni nazionali. E nel caso di paesi con budget non limitati dal debito, l’interesse si traduce in finanziamenti sostanziosi, superiori a quelli mobilitati dai singoli progetti di Horizon Europe.

Questa settimana infatti, in Germania il ministero federale dell’Economia e della Protezione del Clima ha intensificato le attività nel campo della mobilità sostenibile finanziando (oltre a un progetto di riciclo delle batterie che coinvolge il consorzio Licular, cui aderisce anche Mercedes-Benz, con €17 milioni) la ricerca sui sistemi di ricarica bi-direzionali V2G con €80 milioni.

Tra i punti principali previsti dal programma finanziato: la realizzazione di “centrali bi-direzionali” per il 2025; sviluppare prodotti e processi produttivi per una trasformazione di successo verso l’elettro-mobilità; infrastrutture di ricarica prosumer “a basso costo” resilienti per case, quartieri, depositi commerciali e centri di ricarica pubblici ad alte prestazioni negli agglomerati e lungo autostrade e strade statali.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Stellantis / Maison Vignaux @ Continental Productions
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