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La fiducia nella tecnologia di DiDi per la guida autonoma vale mezzo miliardo di dollari

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Il fondo specializzato giapponese SoftBank sembra suggerire che il peggio sia passato investendo nel più grande round di finanziamento rivolto a una startup dei robotaxi

La divisione specializzata nella guida autonoma di Didi Chuxing, il colosso dei taxi privati un tempo noto come “Uber cinese” ma che ha da tempo superato il modello americano, ha completato un round di finanziamento che le ha consentito di raccogliere oltre $500 milioni soprattutto grazie al Vision Fund 2 di SoftBank.

Il Vision Fund 1 del grande gruppo giapponese è invece oggetto di recenti attenzioni degli investitori per il ridimensionamento di alcune startup nelle quali il magnate Masayoshi Son aveva avuto fiducia (anzitutto WeWork). La conclusione positiva della campagna di finanziamento è il miglior risultato per una azienda cinese focalizzata sulla guida autonoma.

Il gruppo pechinese userà i fondi per sviluppare ulteriormente la propria tecnologia e per sottoporla a test, così come per accelerare l’inizio della commercializzazione di servizi collegati.

Curiosamente proprio Didi sembra voler inseguire quello che è stato un chiodo fisso del fondatore di Uber Travis Kalanick, per proporre un giorno veri e propri robotaxi privi di guidatore.

Un genere di offerta che sembra ritornare attrattiva (per chi saprà arrivarci) in tempi di postumi della pandemia, e che rimedierebbe anche alla cronica carenza di buoni autisti di cui l’azienda soffre in Cina.

Al settore della guida autonoma Didi ci era arrivata dopo altri concorrenti, nel 2016. Ancora nel recente 2018 era solo ottava delle liste di chilometri percorsi da questi servizi sperimentali a Pechino. Il colosso di internet Baidu, grazie al progetto open source Apollo in quella fase era invece protagonista del 90% dei test effettuati.

Lo scorso anno però i progressi erano stati talmente rilevanti che Didi aveva deciso di realizzare uno spin-off del reparto che si dedica al settore dell’automazione nella guida. Ormai la divisione ha licenze per effettuare test nelle città di Pechino, Shanghai e Suzhou oltre che nello stato di California, dove il gruppo ha un laboratorio avanzato a Mountain View, finora nota soprattutto come sede di Google.

A fare da “concime” costante ai miglioramenti oltre alle tecnologie della startup ci sono anche i dati sul traffico raccolti in quantità straordinarie, quarantene a parte, dalle flotte di veicoli che lavorano per il servizio di ride hailing.

La divisione Didi della guida autonoma non conta solo su questo ma anche sulla massa critica di Xiaoju Automobile Solutions, una piattaforma che arriva ad attività tanto diverse ma essenziali per l’auto come reti di ricarica per le elettriche, finanziamenti e assicurazioni, servizi e programmi di manutenzione dei singoli veicoli.

Di recente alle opportunità interne per far correre la tecnologia si stanno aggiungendo anche i frutti di collaborazioni esterne sulle flotte connesse. DiDi si è messa al lavoro con partner delle telecomunicazioni e dell’infrastruttura per integrare fin dagli esordi le nuove reti 5G nei servizi riservati alle auto.

Credito foto di apertura: sito web DiDi
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