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BYD per crescere in Europa sceglie la Turchia, dopo l’Ungheria

I buoni rapporti tra Pechino e il presidente turco Erdogan probabilmente hanno dato la spinta finale sulla scelta del secondo polo produttivo del gruppo cinese, dal quale aggirare la marea dei dazi

Sono passati poco più di sei mesi da quando BYD ha ufficialmente confermato il primo insediamento produttivo in Europa, in Ungheria, e il gruppo cinese che rivaleggia con Tesla per il ruolo di maggior produttore globale di auto elettriche è già pronto a rafforzare la propria impronta nella regione.

Funzionari turchi questa mattina hanno infatti confermato le indiscrezioni della settimana scorsa con cui l’agenzia Bloomberg anticipava che è stato definito un accordo col produttore di veicoli elettrici e batterie BYD per costruire un impianto da $1 miliardo vicino a Izmir, nell’ovest del paese, con una capacità a regime di 150.000 veicoli l’anno.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva da tempo in programma di annunciare la firma dell’accordo nel corso di una cerimonia che è stata prevista oggi nella provincia di Manisa, sulla costa mediterranea della Turchia anatolica, dove l’impianto sorgerà.

Questa seconda fabbrica dovrebbe consentire con una relativa sollecitudine a BYD di mettersi al riparo dai dazi dell’Unione Europea appena entrati in vigore, nonché da quelli per l’auto cinese che la stessa Turchia ha deciso a sorpresa, anche come strumento per convincerla a localizzare lì parte della produzione. Il paese a cavallo tra Asia ed Europa è in un’unione doganale col blocco continentale di 27 paesi e quindi i veicoli elettrici prodotti lì sarebbero in grado di circolare liberamente attraverso il mercato unico.

Non più tardi dello scorso inverno top manager della divisione europea di BYD avevano dichiarato l’intenzione di offrire la piccola Seagull ai clienti europei a meno di €20.000. Nei primi cinque mesi del 2024 BYD ha venduto solo 12.944 esemplari in Europa, bilancio totale piccolo ma in forte crescita rispetto alle 2.120 auto vendute nello stesso periodo del 2023.

La decisione di BYD di appoggiarsi all’industria della Turchia, che è anche geograficamente vicina al mercato del Medio Oriente nel quale il gruppo cinese sta crescendo in fretta, ha fatto seguito ai colloqui tra il presidente Erdogan e il numero uno di Pechino Xi Jinping durante l’incontro della scorsa settimana dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai ad Astana, in Kazakistan.

BYD era uno dei gruppi cinesi verso i quali ha espresso interesse l’esecutivo italiano, per bocca in particolare del ministro Urso, come alternativa al ruolo dominante di Stellantis nella manifattura nazionale e nell’ottica di riportare ad almeno un milione il numero di quattro ruote costruite annualmente nelle fabbriche dello Stivale.

Credito foto di apertura: sito web BYD