BMW gela Northvolt: revoca un ordine da €2 miliardi
Il gruppo bavarese ha investito nella società scandinava delle batterie, ma i ritardi della produzione su larga scala l’hanno obbligata a cercare una alternativa per le celle prismatiche destinate alla attuale gamma
Northvolt è nota per avere la Germania, oltre al Nord America, come mercato principale per le sue celle. Proprio un azionista tedesco e finora uno dei migliori clienti, il gruppo BMW, ha ritirato un ordine del valore di due miliardi di euro firmato nell’estate di quattro anni fa e le cui consegne avrebbero dovuto partire quest’anno.
Secondo la testata finanziaria tedesca Manager Magazin a fine maggio la casa scandinava delle batterie ha dovuto informare gli investitori del pesante imprevisto. BMW aveva concluso con Northvolt un contratto di fornitura a lungo termine per celle con fattore forma prismatico che oggi sono in ritardo. Ieri un portavoce BMW ha confermato la revoca dell’ordine anche al quotidiano economico Handelsblatt.
Da fine 2021 Northvolt ha messo in moto in Svezia il primo stabilimento a Skelleftea, mentre tutti gli altri stabilimenti sono ancora in ritardo, in particolare quello tedesco di Heide, la cui costruzione è partita lo scorso marzo per essere la maggior fonte di approvvigionamento per clienti quali BMW e Volkswagen, ma che si è messo in moto tardi perché gli incentivi americani a un certo punto sembravano far propendere Northvolt per aprire un’altra Gigafactory là, oltre a quella canadese confermata.
BMW intendeva utilizzare le celle prismatiche ora, per modelli come I4, I7 ed IX, mentre per il futuro non ha mai nascosto che sulla piattaforma Neue Klasse utilizzerà celle cilindriche delle cinesi CATL, Eve Energy ed Envision. Tra qualche anno la casa di Monaco non si servirà più di celle prismatiche perché in base alla pianificazione industriale non sono previsti successori diretti dei modelli menzionati con celle prismatiche.
Malgrado BMW abbia annullato il corposo ordine, la porta resta aperta per una futura ma anche incerta cooperazione, visto che interpellati dalla rivista tedesca sia BMW che Northvolt confermano rapporti ancora in atto.
L’articolo sostiene che Northvolt si unirà in seguito ai tre fornitori di batterie per la Neue Klasse, e questo vorrebbe dire che ad Heide si produrranno in grandi volumi celle cilindriche che oggi Northvolt ancora non costruisce; questo vuol anche dire che l’inizio della produzione potrebbe essere nel 2028, secondo la testata.
Peraltro per un produttore come quello svedese che in patria ha circa due anni di ritardo nell’arrivare a pieno regime, quella futura si annuncia come una corsa contro il tempo: mettersi al passo con la concorrenza non sarà una passeggiata, considerato che ha accumulato ormai anni di vantaggio.
È molto recente la notizia che Eve Energy, proprio uno dei fornitori BMW di celle cilindriche, abbia appena presentato in una conferenza un nuovo prodotto, battezzato Omnicell con rateo di ricarica 6C.
Oggi alcuni produttori di celle offrono già ai primi veicoli elettrici in commercio celle della generazione precedente con rateo di ricarica 5C, che trovano nel pianale i clienti del monovolume Li Mega o quelli dell’ultima versione del veicolo premium del gruppo Geely Zeekr 001.
Secondo i media cinesi anche CATL e BYD stanno lavorando su batterie con funzionalità 6C, con CATL che probabilmente già nel secondo semestre di quest’anno vorrebbe portare sul mercato l’ultima generazione della sua batteria Qilin dalla grande velocità di ricarica, appunto con rateo 6C.
Ritornando alle necessità industriali di BMW, ad essa non mancheranno fornitori per le celle prismatiche a seguito dell’annullamento dell’ordine a Northvolt: i coreani di Samsung SDI avrebbero disponibilità dei tipi necessari e saranno probabilmente in grado di fornire abbastanza celle per soddisfare la domanda attuale.
Se Northvolt è in ritardo di quasi due anni rispetto al programma di produzione originale a Skellefteå sembra sia anche per difficoltà nel ridurre gli scarti nelle linee di produzione, linee relativamente giovani. Questo anzitutto riduce il volume di produzione di celle di alta qualità a cui l’azienda ha sempre mirato.
Ma si rivela anche costoso, con preoccupazioni anche per altri gruppi che vogliono servirsene, come Scania per i veicoli commerciali e Volkswagen per i marchi Audi e Porsche, con la casa di Stoccarda che avrebbe bisogno di non ritardare la fornitura per il successore al 100% del 718, in arrivo l’anno prossimo.