INFRASTRUTTURA

Dal 2028 obbligo di colonnine ultra-veloci nelle aree di servizio?

Non è una norma italiana e nemmeno europea: il governo di Berlino prevede di esigere l’obbligo di stazioni di ricarica per tutte le catene di distributori di carburante della Repubblica Federale

Nella transizione alla mobilità sostenibile, oggi una fazione vede ideologia là dove c’è invece soprattutto molta pratica. Chissà cosa penseranno scoprendo quello che il governo federale tedesco ha appena deciso, guardando proprio agli aspetti pratici dell’impiego quotidiano degli automobilisti che guidano veicoli a zero emissioni locali.

Il Consiglio dei Ministri federale ha infatti deciso un obbligo legale che impone alle grandi società distributrici di benzina e gasolio di offrire a partire dal 1° gennaio 2028 un punto di ricarica veloce con una potenza di almeno 150 kW nelle loro stazioni di servizio. Con questa misura, Berlino calcola che verranno creati circa 8.000 ulteriori punti di ricarica rapida presso i distributori di benzina o nelle immediate vicinanze.

Nella nota ufficiale diffusa il requisito delle postazioni di ricarica ora deciso viene descritto come “una misura per l’espansione a livello nazionale dell’infrastruttura di ricarica e quindi per una maggiore fiducia nella mobilità elettrica”. Va notato che in Germania rispetto allo Stivale molte stazioni di servizio già offrono anche punti di ricarica rapida (a marzo di quest’anno erano il 7%), ma secondo il governo questa offerta non è ancora diffusa e varia a livello regionale.

Per creare punti di ricarica veloci la rete tedesca attualmente in fase di realizzazione punta a realizzare il più rapidamente possibile una fornitura di base di infrastrutture di ricarica rapida che è calibrata su un obiettivo federale certamente ottimistico di 15 milioni di auto elettriche in circolazione entro il 2030. Il governo federale ritiene pertanto che sia necessario un obbligo legale che garantisca l’offerta di opzioni di ricarica in futuro agli automobilisti che siano o no raggiunti gli obiettivi prefissati.

Quando nel febbraio il ministro federale dei trasporti Volker Wissing (FDP) ha confermato i primi punti chiave del progetto di legge, è stato affermato che con tale requisito si creerebbero circa 9.000 ulteriori possibilità di tariffazione. Gli operatori con almeno 200 sedi sono considerati “grandi società di distributori di benzina”, in modo che i fornitori piccoli e regionali siano esclusi e protetti dal “sovraccarico economico”.

Peraltro grandi gestori di aree di servizio come Aral/BP e Shell propongono già le proprie colonnine HPC con le divisioni Aral Pulse e Shell Recharge e stanno costruendo autonomamente postazioni veloci. L’inventario esistente dovrebbe essere preso in considerazione nell’obbligo, a loro avviso.

Il requisito di fornitura per le stazioni di servizio risale al “Piano generale per le infrastrutture di ricarica II”, deciso dal governo nell’ottobre 2022 con l’obiettivo di avere colonnine veloci con potenza di 150 kW in funzione in almeno il 75% delle stazioni di servizio entro fine 2026. Tuttavia, questo obiettivo è stato successivamente indebolito quando il requisito è stato limitato alle catene di distributori di benzina più grandi e l’orizzonte temporale è stato esteso al 2028.

La critica al piano del governo viene da una nota della BDEW, l’Associazione Federale dell’Industria dell’Energia e dell’Acqua che si è espressa più volte a favore di un ampliamento della tariffazione basato sulla domanda e sottolinea che in Germania è già installata una capacità di ricarica doppia rispetto agli obiettivi minimi europei.

“Quando si passa alla mobilità elettrica è importante anche abbandonare le mentalità attuali: ricaricare non è fare rifornimento, il mercato della ricarica è completamente diverso dal business delle stazioni di servizio con carburanti”, ha detto Kerstin Andreae, presidentessa del comitato esecutivo della associazione datoriale.

“I veicoli elettrici vengono ricaricati ovunque siano parcheggiati per lungo tempo, ad esempio nel parcheggio del supermercato, in albergo, sul posto di lavoro o a casa. Inoltre, è prevista la ricarica sulle strade principali o negli hub di ricarica rapida. Ciò significa che i casi d’uso sono molto più diversificati rispetto al rifornimento di carburante”.

La BDEW sembra quindi convinta che le aziende, compresi i gestori delle stazioni di servizio, stiano già installando stazioni di ricarica di propria iniziativa se pensano che ne valga la pena. Un obbligo “non è né efficace né basato sui bisogni”.

Va a questo punto notato che in Germania in particolare e in Nord Europa in generale, l’infrastruttura di ricarica e la concorrenza sembrano diverse rispetto a quello a che circonda gli automobilisti italiani: mentre nella Penisola le tariffe della ricarica viaggiano esclusivamente al rialzo, altrove anche reti pan-europee ad alta potenza come quella Ionity stanno proponendo sconti, basati su tabelle di consumi minimi mensili adatti a chi fa molta strada. Impensabile qui, in mezzo al duopolio Enel X/BeCharge.

Anche uno dei maggiori gruppi petroliferi presenti sul mercato tedesco, Aral, ha espresso scarso gradimento per la misura, che all’amministratore delegato della divisione di BP Achim Bothe ricorda un requisito da economia pianificata (tipica della ex-Germania Est) e secondo lui non funziona. Con circa 2.400 stazioni di servizio, Aral è il maggiore fornitore sul mercato tedesco delle stazioni di servizio. In Germania ci sono complessivamente circa 14.000 distributori.

Secondo Bothe l’obbligo porterebbe a cattivi investimenti, visto che la sua azienda sta già espandendo massicciamente la rete di ricarica ultraveloce e dispone di oltre 2.600 postazioni di ricarica sulla rete. Aral vuole costruire fino a 20.000 punti di ricarica in Germania entro il 2030. Ma l’azienda vorrebbe concentrarsi sui luoghi in cui vede il maggiore potenziale di domanda e utilizzo e a loro avviso non tutte le stazioni di servizio necessitano di una stazione di ricarica.

Il governo tedesco non ha annunciato alcun finanziamento speciale per le nuove colonnine obbligatorie da incanalare ai gestori delle aree di servizio. La comunicazione si riferisce solo alle opzioni generali per sostenere le aziende nella creazione di punti di ricarica rapida per auto elettriche e camion elettrici. Il Ministero federale dei Trasporti finanzia già i caricabatterie veloci commerciali con €150 milioni.

Credito foto di apertura: picture alliance / Jochen Tack