Opel Experimental Concept: la visione per il futuro del “Blitz”
La casa del lampo per la svolta del design dei prossimi modelli si appoggia a una berlina da 4,50 metri e attinge alla cassetta degli attrezzi dell’aerodinamica classica per portarci nel suo futuro (che non inizia da un SUV…)
A inizio settembre, quando si aprirà il prossimo IAA a Monaco di Baviera, Opel col suo Experimental Concept annuncerà l’arrivo, a medio termine, di un nuovo tipo di berlina compatta al 100% elettrica la cui aerodinamica dai dettagli approfonditi suggerisce elevate autonomie di guida. Non solo, ma Opel sta lavorando su un interno rivoluzionario il cui obiettivo appare il liberarci in auto da quegli schermi che ci “assediano” nelle altre ore della giornata.
Tutto per continuare con lo sforzo di cancellare l’immagine noiosa Opel iniziato con l’acquisizione da parte PSA e che continua nella gestione Stellantis, col marchio che ha già sfoggiato profonde svolte estetiche particolarmente evidenti a partire dal lancio nel 2020 del riuscito B-SUV Mokka e che non si vuole lasciar “raffreddare”.
Experimental Concept prefigura quindi una nuova elettrica lunga circa 4,50 metri, la cui uscita è prevista per il 2026 e non è senza sorpresa che scopriamo una casa che per una svolta così significativa non abbia deciso di appoggiarsi a SUV o crossover. Non solo ma, se si dà retta all’autorevole testata specializzata Automotive News, con l’erede del concept potrebbe rinascere il nome “Manta” (a cui chi scrive è ancora affezionato perché proprio una Manta “Berlinetta” è stata tra gli ultimi modelli guidati dal padre, a metà Anni ’70).
Il profilo è teso e slanciato con un tetto che si protende all’indietro e canali responsabili di dirigere i flussi d’aria dal paraurti anteriore al cofano di corta lunghezza (ma non ridotto come nei primi modelli della famiglia MEB Volkswagen) e attraverso i parafanghi posteriori, con l’obiettivo di ridurre il coefficiente di resistenza aerodinamica per avvicinarsi a un valore esemplare di Cx0,20. Qualcosa che rappresenta la premessa per ottenere un’autonomia appropriata anche su una autobahn tedesca con batterie di dimensioni ragionevoli, e quindi dai prezzi abbordabili.
Il lavoro dell’aerodinamica ha portato anche i progettisti a lavorare sugli elementi periferici immaginando, ad esempio, nuovi specchietti retrovisori proprio dietro i finestrini posteriori, completamente integrate sui montanti C.
Nella parte posteriore si nota anche una ricerca verso fasi pionieristiche dell’aerodinamica auto, in particolare quella in cui a fare da battistrada erano le ricerche di Wunibald Kamm, che tanti designer hanno influenzato nell’altro secolo in particolare quando si trattava di realizzare le “code” di auto sportive.

Dal punto di vista del design, Experimental Concept rivela nuovi elementi che si troveranno su altri modelli Opel, tra cui un logo leggermente ridisegnato (il fulmine è ora diviso in due). Anche le linee luminose, orizzontali e verticali nella parte anteriore e posteriore permetteranno di riconoscere la futura Opel di notte, a prima vista.
Intorno alla bussola anteriore si trova la prossima generazione di Opel Vizor 4D. La dimensione extra è l’aggiunta al suo interno delle tecnologie di visione avanzate tra cui sensori, lidar, radar e sistemi di telecamere. La griglia è molto lavorata e le danno un effetto 3D i proiettori integrati e gli indicatori di direzione a scorrimento.
La piattaforma, una delle nuove, probabilmente la STLA medium, dovrebbe logicamente essere condivisa con le future Citroën e Peugeot, eccetera e consente una maggiore libertà di progettazione rispetto a quelle dei modelli termici, a partire dagli sbalzi brevi, mentre il passo lungo dovrebbe avvantaggiare lo spazio abitativo.
Riecheggiando un mantra sentito a partire dai lanci di cui allora si occupava l’ex-amministratore delegato Volkswagen Herbert Diess, le dimensioni esterne collocano il concept e i modelli che da esso prenderanno le mosse nel Segmento C, ma gli interni vantano la spaziosità di un Segmento D.
L’interno promette di essere rivoluzionario. Per “disintossicare” chi sarà a bordo dall’assedio digitale, il modello di produzione abbandonerà i grandi schermi a favore di un grande pannello trasparente su tutta la larghezza del cruscotto. Sarà lì che si visualizzeranno ologrammi che informano sui vari dati di guida (velocità, livello della batteria, autonomia, GPS) e infotainment. L’immagine diffusa fa pensare a uno stile minimalista sulla scia Tesla, ma senza il grande schermo al centro.
Seguendo la tendenza verso la sobrietà e i materiali verdi, Opel annuncia anche l’uso massiccio di materiali riciclati e riciclabili. L’arredamento sarà semplificato: poca scelta di colori e fantasie, quindi, le atmosfere interne saranno fornite principalmente da illuminazione a LED personalizzabile. Questo non impedisce di immaginare sedute molto di design, ispirate agli Anni ’70, che alcuni addetti ai lavori avrebbero già sbirciato in schizzi riservati.
