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Addio mega-sconti in Cina: fine della guerra dei prezzi

Da Tesla a BYD i gruppi più attivi nell’auto cinese spinti dalle istituzioni nazionali a mettere fine al conflitto di mercato che stava ormai mettendo sotto pressione i conti di quasi tutti i costruttori presenti nel paese

Antitrust, questo sconosciuto: almeno a Pechino e dintorni, viene da pensare leggendo le agenzie che arrivano dal primo mercato auto globale, dove quindici gruppi auto cinesi più Tesla (insediata come noto a Shanghai) hanno firmato un accordo, ufficialmente destinato “a mantenere l’ordine del mercato”, ma di fatto destinato a mettere fine la guerra dei prezzi iniziata in pieno inverno proprio dalla casa di Elon Musk e che è stata ovviamente molto gradita dai consumatori.

Ma l’accordo firmato ieri al China Auto Forum di Shanghai in effetti non è sgradito alle autorità e la cosa si spiega: decine di gruppi industriali e della fornitura vivono grazie a supporti (anche e specialmente durante la pandemia) e soldi che provengono da stato, province, comuni. Periodi che assottigliano i margini delle case auto pericolosamente possono costringere sindaci e presidenti di province o perfino Pechino a fare altro debito per non mettere a rischio la stabilità di questi pilastri dell’economia.

Perciò le case auto hanno indicato di volersi astenere “dal disturbare la concorrenza leale con prezzi anormali”. Mantenere l’ordine nel mercato automobilistico secondo la forbita narrativa asiatica servirà a “creare un buon ambiente per i consumatori”.

Oltre a Tesla, la firma riguarda anche i quattro più grandi gruppi auto statali cinesi: SAIC Motor, FAW Group, Dongfeng Group e Changan Auto, storici partner di grandi case occidentali come Volkswagen, GM e Toyota, nonché dai principali player dei veicoli elettrici come BYD, Nio, Li Auto e Xpeng Motors. Anche la China Association of Automobile Manufacturers, che ha organizzato il forum, ovviamente approva.

Tesla ha scatenato la guerra dei prezzi con forti tagli a partire da fine 2022 intimorita dalla debole domanda del periodo e con l’intento di non rischiare problemi di sovracapacità, un “morbo” che storicamente ha afflitto molti gruppi auto tradizionali e qualcuno ha portato alla chiusura. Rispetto alla fine dello scorso anno, il prezzo di Tesla era inferiore del 14,5% a maggio 2023, mentre quello medio della rivale diretta BYD è più economico del 6,6%.

Entro fine di marzo, oltre 40 marchi automobilistici avevano abbassato i prezzi o offerto sussidi, e la cosa interessante (da soppesare anche per i nostalgici della benzina…) è stata che la guerra più feroce si è scatenata tra chi produce più auto convenzionali. La spiegazione è che linee di produzione di auto a benzina hanno meno futuro di quelle ibride o elettriche, perché destinate a sparire, e quindi più a rischio di finire nel novero degli impianti che vanno in rosso.

Dalla fine dello scorso anno a maggio di quest’anno, il prezzo medio praticato dai marchi automobilistici cinesi è diminuito. Il colore azzurro riguarda i gruppi produttori di sole auto elettriche. (Credito grafico e fonte dati Bloomberg)

Joanna Chen, analista di Bloomberg, ha scritto nella sua nota che valuta la nuova impostazione che dovrebbe assumere il primo mercato globale delle auto elettriche (e in generale): “con una domanda di veicoli elettrici piuttosto solida per i mesi a venire, il mercato probabilmente si aspettava già la fine della guerra dei prezzi e le case automobilistiche spingeranno per nuovi modelli per aumentare le vendite”.

Secondo la stimata società di consulenza coreana SNE Research il numero di veicoli elettrici venduti globalmente da gennaio a maggio di quest’anno è stato di circa 13,8 milioni di unità, con un aumento del 1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e di questo la Cina rappresenta una quota di oltre la metà.

Adesso sarà interessante capire se l’accordo reggerà a fronte del tema della sovra-capacità degli impianti che sembra affliggere già alcuni protagonisti inclusi quelli di prima fila: malgrado l’export verso l’Occidente che riguarda ormai dal 2020 quella Model 3 che in queste settimane ritrova interesse nel pubblico, nella zona franca di Lingang risulta che in queste ore siano in corso alleggerimenti dell’organico Tesla, uno sgradito riverbero della realtà che non consentirebbe di portare a pieno regime le linee per come sono oggi strutturate.

Qualche dubbio è stato acceso dalla stessa Tesla, che poche ore dopo aver firmato l’accordo ha però riattivato uno sconto popolare nella storia commerciale dell’azienda texana: quello di circa $500 concessi proprio in Cina a chi diventa cliente su suggerimento ed indicazione di qualcuno che sia già proprietario di un suo modello.

N.B.: AGGIORNAMENTO DELL’8 LUGLIO; l’associazione datoriale CAAM ha comunicato sabato che toglierà dal documento di impegno sottoscritto dalla maggior parte degli aderenti ogni riferimento a promesse sui prezzi, perché queste potrebbero violare la normativa anti-trust nazionale, sostanzialmente svuotando il resto del contenuto di questo tentativo di stabilizzare il mercato in una fase di fibrillazione.

credito foto di apertura: ufficio stampa Geely Auto