Volkswagen sostituirà con Mobileye la malcapitata Argo AI
La società israeliana, appena ricollocata in borsa dal colosso americano dei chip Intel, ha prodotti e tecnologia in grado di aiutare i piani tedeschi sulla mobilità individuale e quella collettiva
Secondo l’agenzia Reuters Volkswagen prevede di espandere la sua cooperazione con Mobileye per includere il suo programma di guida ad elevata automazione nei propri progetti, dopo la decisione di mercoledì scorso di non investire più nella startup a guida autonoma Argo AI. Potrebbe essere un primo passo per riprendere i fili di un settore messo k.o. il 26 ottobre 2022.
Per la guida autonoma in generale questa data è stata l’equivalente del 16 marzo 2008 a Wall Street: con la contemporanea notizia di Argo AI avviata alla chiusura e la rivelazione poche ore dopo che le prolungate e mai smentite asserzioni di Tesla sulla guida autonoma sono oggetto di indagine penale negli Stati Uniti, con procuratori a Washington e San Francisco che si stanno occupando del caso.
Argo AI aveva un approccio del tutto opposto rispetto agli esuberanti vertici Tesla sull’argomento: all’insegna della cautela e della sicurezza prima di tutto; ma non è bastato a evitarle la chiusura, che ha lasciato però un vuoto in alcuni importanti programmi del gruppo tedesco.
Non solo relativamente alla mobilità individuale, cioè per i sistemi in grado di controllare un’auto in marcia, ma anche per la mobilità collettiva, visto che nella primavera del 2021 la divisione Volkswagen che si occupa di questo settore aveva indicato nel 2025 l’anno di esordio di servizi di robotaxi, su piccola scala magari, ma a carattere commerciale e quindi in grado di procurare i primi introiti.
La chiusura di Argo AI è sopraggiunta dopo tre anni di sforzi nello sviluppo dei sistemi di guida automatizzata e investimenti per oltre $3 miliardi, diventati troppi in una fase di crescente pressione sui costi per le case automobilistiche. Se Ford ha dichiarato una svalutazione di $2,7 miliardi su Argo AI, Volkswagen potrebbe dover svalutare oltre €1 miliardo, secondo una fonte vicina alla società della Bassa Sassonia.
Nella cerchia aziendale tedesca Mobileye è vista come la preferita per sopperire al vuoto. Inoltre il CEO di Volkswagen e Porsche Oliver Blume ha dichiarato in un’intervista al quotidiano economico Handelsblatt a inizio ottobre che “siamo attualmente in buoni rapporti con uno dei fornitori più rinomati al mondo” e sono ben noti i contratti di fornitura di hardware ADAS con Mobileye.
L’azienda mediorientale inoltre collabora già con l’unità software Volkswagen Cariad, sulle cui spalle ricadranno i progetti saltati con Argo AI. Ma Mobileye non è solo una delle aziende leader nello sviluppo di sistemi di guida autonoma futuri, ma coi suoi prodotti è già presente sui veicoli con una fitta rete di clienti tra cui proprio il secondo gruppo auto globale.
Il Chief Communications Officer Dan Galves ha affermato all’inizio della settimana che, in base al portafoglio di ordini sottoscritti con le case auto i sistemi di guida assistita dell’azienda saranno installati in 270 milioni di auto entro il 2030.
Mobileye non sarà attiva e altrettanto in primo piano nella gestione di future flotte di robotaxi e si concentrerà piuttosto sulla concessione in licenza della sua tecnologia ad altri, ha dichiarato l’amministratore delegato Amnon Shashua in una intervista televisiva con Ed Ludlow di Bloomberg.
Rientrata in borsa mercoledì scorso con un balzo del 36% dopo essere stata acquistata nel 2017 da Intel, che quest’anno ha deciso di fare retromarcia, Mobileye era stata valutata $17 miliardi. Ora ne vale $23 ma si tratta sempre di molto meno dei $50 miliardi a cui pensavano inizialmente i vertici Intel.
Il colosso americano continua a controllare la società diretta dal fondatore Shashua e alla fine si è rassegnata a raccogliere $861 milioni comunque utili mentre Intel riporta il suo core business sui semiconduttori utilizzando alcuni fondi della quotazione per costruire più fabbriche di chip.