AUTO

Crescere: grazie al «Full Self-Driving», non al Cybertruck

Elon Musk ha confermato che Tesla non amplierà la sua gamma di modelli: vuole vendere più auto e fare più profitti grazie ai sistemi di guida autonoma, e per ora lascia il mercato dei pickup a GM e Ford

Malgrado abbia prodotto quasi un milione di auto e SUV nel 2021, nel 2022 Tesla non presenterà alcun nuovo modello in versione definitiva. Né l’atteso e più volte rinviato Cybertruck, né il camion Semi e neppure un altro modello che avrebbe rappresentato una svolta epocale per il settore: l’auto elettrica da $25.000.

Invece, ha spiegato ieri notte un Elon Musk tornato per l’occasione a partecipare ad una conference call con gli analisti di Wall Street e gli addetti ai lavori, davanti a Tesla c’è un grandissimo periodo di lavoro per perfezionare Cybertruck, Semi, Roadster, l’androide Optimus e poterli presentare nel 2023.

Il Cybertruck avrà a bordo nuove tecnologia presente in dosi massicce, ha fatto sapere Musk; questa richiede una messa a punta minuziosa per consentire di presentarlo a prezzi che lo rendano ragionevolmente accessibile, come era stato promesso nel 2019 al momento della presentazione.

Questo vuol dire quindi che l’ondata di uscite di nuovi pickup elettrici della concorrenza Ford e General Motors sta spingendo Tesla non solo a puntare ad essere superiore per performance e tecnologia all’offerta rivale, ma che intenda farlo senza presentare ai clienti cartellini dei prezzi in grado di intimorire troppo.

Quindi Musk lascia spazio alle rivali che lo stanno precedendo sul mercato americano (come noto entusiasta per i pickup) col Ford F-150 Lightning, il Chevy Silverado, il GMC Hummer EV e anche col Rivian R1T che dopo una pausa sta portando la produzione a 200 pezzi la settimana. Ma lavora per portare in scena un modello che sia già una generazione oltre quello che il prossimo anno sarà disponibile alla clientela americana.

Il ruolino di marcia originario di un mezzo come il Cybertruck per cui nel 2019 la casa dichiarava già 146.000 pre-ordini, prevedeva per il 2021 l’uscita di 2.500 unità dalla Gigafactory di Austin, 10.000 nel 2022 e a seguire 25.000 nel 2023 e 2024.

Il ritmo di sviluppo previsto per il light truck e per il veicolo commerciale pesante Tesla, lascerebbero anche immaginare che per Musk e i suoi tecnici non sia più così urgente l’arrivo di quelle nuove celle cilindriche 4860 ritenute essenziali per il successo di Cybertruck e Semi. Invece Musk ha al contrario confermato che cominceranno ad essere montate su veicoli passeggeri costruiti in Texas, mentre quelli in uscita da Berlino potranno contare sulle attuali celle cilindriche 2170.

Questo comporta anche che la produzione delle nuove Gigafactory in Texas (nella foto) e Germania sarà concentrata soprattutto sulla Model Y, che addetti ai lavori come quelli della società di consulenza BNEF già ipotizzano elettrica più venduta globalmente nel 2022, con oltre 800.000 pezzi in uscita dai quattro siti Tesla.

Riguardo alla Tesla da $25.000, non solo non si è più parlato di una sua data di uscita, ma nemmeno di un impianto a cui sarà destinata: la crisi dei chip e della fornitura non la rendono di attualità. Ma soprattutto adesso non è la sua uscita o quella di Cybertruck e Semi che Musk ritengono il maggior fattore di spinta della crescita delle vendite Tesla per il 2022, stimata a oltre il 50% rispetto all’anno precedente.

La cosa che conta in misura soverchiante adesso, ha sottolineato Musk, è quando l’auto diventerà autonoma. La nuova priorità Tesla sarà introdurre una incontrovertibile self-driving technology, piuttosto che espandere la gamma. In altri termini il maggior fattore di crescita dell’azienda sarà il successo della controversa opzione Full Self-Driving da $12.000 in aggiunta al celebre dispositivo di assistenza alla guida Autopilot.

Come noto da sempre la casa americana lavora nella solitaria direzione di raggiungere la guida autonoma avanzata (che non richiede l’intervento umano, ovvero al Livello 4 della tassonomia SAE) con il solo ricorso a chip e software che lavorano a partire da dati che provengono da sensori e sistemi di computer vision, senza la “cintura di sicurezza” di radar e LiDAR.

Musk ha detto ieri notte che sarebbe uno choc per lui se i suoi scienziati e programmatori non riuscissero ad ad arrivare a un sistema Full Self-Driving più sicuro di quanto non sia la guida in mano agli esseri umani già quest’anno. Se arriveranno a questo traguardo sarà certamente uno dei temi più appassionanti della vicenda della tecnologia applicata all’auto in questo 2022.

Ci sarà anche un modo piuttosto pragmatico per capire quanto la casa americana sia certa di aver tagliato il traguardo. Finora l’utilizzo dei sistemi avanzati collegati all’Autopilot è sempre previsto accompagnato dal fondamentale “asterisco” della responsabilità che viene attribuita al controllo di chi siede al volante.

Quando Musk sarà sicuro dell’operato dei suoi, non potrà non porre in capo a Tesla la responsabilità di ciò che avverrà in strada o autostrada quando il Full Self-Driving controlla il viaggio, sollevando da ogni liability chi acquista l’auto che ne è dotata. Come fanno Mercedes-Benz e Honda sui loro (pochi) veicoli provvisti di sistemi di Livello 3 SAE, conformemente alle norme locali e a quanto stabilito coi rispettivi uffici legali.

Credito foto di apertura: presentazione agli azionisti Tesla