BATTERIE

Mitra Chem vuole rivoluzionare l’«età del ferro»

Una nuova startup della Silicon Valley punterà sul machine learning per realizzare celle a base ferrosa ritagliate su misura per partner specifici nell’auto e negli altri settori in cui le batterie LFP possono trovare spazio

Nel settore delle batterie la protagonista del 2021, senza voler togliere nulla alla mole di lavori interessanti o molto interessanti pubblicati, è stata probabilmente la cella LFP, l’umile ma pragmatica cella a base ferrosa la cui popolarità è stata rilanciata dal gradimento di grandi gruppi dell’auto, a cominciare da Tesla.

Così è degno di riscontro e riflessione che le batterie con catodi in cui domina il ferro non attirino soltanto l’interesse della manifattura per la loro praticità, ma anche quello degli investitori. È di pochi giorni fa la notizia ufficiale che una startup americana che ha meno di un anno di vita ha concluso con successo un round di finanziamento Serie A (ovvero quello iniziale) da $20 milioni.

L’operazione è stata guidata dal fondo Social Capital Holdings Inc., che fa capo al miliardario Chamath Palihapitiya: la startup si chiama Mitra Chem e punta ad utilizzare dosi massicce di machine learning per creare rapidamente ed in modo più efficiente una catena produttiva di materiali per i catodi delle batterie per veicoli elettrici a base ferrosa, ponendosi a livello concorrenziale coi maggiori produttori attuali che sono finora quelli della Cina.

Gli obiettivi di Mitra Future Technologies Inc., questa la ragione sociale completa di Mitra Chem, con sede nella Silicon Valley a Mountain View, hanno suscitato l’interesse anche di altri investitori: come il miliardario taiwanese Richard Tsai e Earthshot Ventures, un fondo incentrato sulle attività di ricerca e produttive in grado di contrastare il cambiamento climatico.

L’obiettivo di Mitra Chem è di portare in Nord America la produzione dei CAM, i componenti essenziali dei catodi, utilizzando soprattutto ferro invece di materiali meno facilmente disponibili e protagonisti di sbalzi violenti di costo come il nichel ed il cobalto. L’amministratore delegato di Mitra Chem Vivas Kumar è un ex-manager Tesla ed ex-analista della società di consulenza Benchmark Mineral Intelligence.

Nel consiglio di amministrazione sarà raggiunto da Palihapitiya (che dopo il passato in Facebook ha avuto tanta fortuna negli investimenti da comprarsi i Golden State Warriors della NBA) e da Will Drewery, un altro ex-Tesla esperto di catene della fornitura nelle tecnologie innovative e ora presente nella startup dell’aerospaziale Astra Space Inc.

La presenza di scienziati ed esperti di tecnologie nuovissime in un ramo delle batterie agli ioni di litio che è stato tra i primi ad emergere nella manifattura e che fino a 2, 3 anni fa era ormai ritenuto adatto a settori di nicchie particolari quali gli autobus, è un attestato di stima nel potenziale di rilancio di questo settore.

Come primo prodotto della nuova startup Palihapitiya e Kumar condividono la scelta di concentrarsi in particolare su un catodo con chimica a base ferrosa per alcune ragioni che il primo ha anche reso pubbliche su un tweet. Ovvero, anzitutto l’incidenza dell’elettrodo positivo sul costo di una cella di un veicolo elettrico o impianto di accumulo, che supera il 50%, come ricorda il grafico ripreso da BNEF.

(credito grafico e fonte dati: BloombergNEF)

Inoltre la fase dei materiali nella catena della fornitura di una batteria è quella con più spazio per i margini operativi, rendendo quindi attraente l’ingresso in questo spazio per produttori innovativi. Terzo ma non meno importante aspetto è che le modifiche alla chimica di un catodo hanno un impatto moltiplicato sulla cella sia per quanto riguarda i costi espressi in $/kWh, sia per la densità di energia gravimetrica e volumetrica, per la sua durata e per i fattori collegati alla sicurezza.

Considerato il costante aggiornamento al rialzo della quota di veicoli con la presa nella gamma di ogni gruppo auto per fine 2030 (ultimo caso di strategia aggiornata proprio ieri quella di Nissan Motor Co.), chi guida la startup si attende una crescita del mercato per i materiali dei catodi fino al 2030 compresa tra il 20 e il 25%.

C’è quindi da attendere con curiosità di scoprire quali saranno i primi risultati del progetto della nuova startup e soprattutto quali saranno i primi partner tra i produttori di auto attivi in Nord America. I vertici di Mitra Chem hanno infatti sottolineato di voler realizzare prodotti ritagliati su specifiche esigenze di settore, allontanandosi dalla produzione di celle che sono vendute con la stessa composizione per utilizzi molto differenti; l’idea sembra essere di puntare a batterie ritagliate su misura, e quindi più importante sarà la determinazione del partner e del settore a cui sarà rivolta quella cella.

Credito foto di apertura: Ricardo Tales via ufficio stampa Vale