7 giorni di business che cambia la mobilità: 18 – 24 ottobre 2021
I protagonisti di accordi, investimenti e operazioni: Ballard, Ducati, Forsee Power, Foxtron, Ineos, LG Energy Solution, NIO, Nuvve, ONE, Snam, Stellantis, Wallbox Chargers
18 ottobre: la proposta di veicoli a metà strada tra idrogeno e batterie non si limita ai furgoni Renault e Stellantis, ma trova un nuovo partenariato nella canadese Ballard Power Systems e nei francesi di Forsee Power. Le società hanno stretto un accordo per sviluppare insieme soluzioni integrate di batterie di trazione e celle a combustibile in applicazioni adatte alla mobilità pesante. Nell’accordo di programma l’attività di sviluppo comune viene intesa a lungo termine. E anche la produzione, la commercializzazione e la vendita delle soluzioni integrate di celle a combustibile e batterie devono essere svolte congiuntamente. Per i clienti le performance devono essere migliorati e i costi ridotti e ridotti i punti di attrito nell’integrazione, un lavoro che i partner intendono evitare al cliente. I veicoli fuel cell come noto non hanno solo serbatoi di idrogeno e celle a combustibile ma anche batterie: per la soluzione integrata pianificata, Ballard afferma che fornirà il sistema di celle a combustibile e le unità di controllo associate. Forsee porterà alla partnership il pacco batterie e la sua centralina di gestione, il sistema di raffreddamento e i convertitori DC/DC ad alta tensione. Ballard e Forsee svilupperanno poi insieme l’importantissimo Energy Management System. La partnership prevede anche che Ballard effettui un investimento nel capitale di Forsee: come parte dell’IPO pianificata da Forsee Power presso l’Euronext di Parigi, Ballard si è impegnata a diventare un investitore principale; se l’entità esatta non è menzionata, la cifra potrà arrivare fino a €40 milioni di euro.
18 ottobre: l’articolo completo sulla joint venture creata da Stellantis ed LG Energy Solution si può trovare a questo link.
18 ottobre: ONE (Our Next Energy), startup che sta sviluppando celle per veicoli elettrici, ha raccolto $25 milioni da un gruppo di investitori che comprendono tra gli altri BMW attraverso il proprio fondo BMW iVentures, il fondo di Detroit Assembly Ventures, Volta Energy Technologies che è partner dei celebri Argonne National Laboratories di Chicago e come capofila Breakthrough Energy Ventures. Si tratta del braccio di investimento di Breakthrough Energy, fondato da Gates nel 2015 per sostenere l’innovazione in grado di combattere la crisi climatica. La startup del Michigan che è uscita solo di recente dalla modalità stealth, sta lavorando su una architettura di batteria che combina progettazione cell-to-pack, già inaugurata da produttori cinesi, utilizzando catodi privi di cobalto e nichel, con due sistemi distinti per chimica e finalità: uno per gestire le ricariche frequenti che serve per gestire i movimenti quotidiani o da pendolari, e il secondo creato apposta per assicurare elevata autonomia, potenzialmente portandola a 750 miglia. Secondo quello che ha spiegato l’azienda all’agenzia Bloomberg gli scienziati di ONE avrebbero perfezionato pacchi con celle a base ferrosa LFP: i suoi apparati sarebbero fatti al 76% di celle e con densità volumetrica di 287 Wh/l, laddove secondo i tecnici della società basata a Novi in una Tesla Model 3 che usa celle LFP solo il 49% dello spazio sarebbe occupato da celle, con una densità di energia volumetrica limitata a 173 Wh/l. Il round di finanziamento Serie A aiuterà a finanziare la ricerca e lo sviluppo del team guidato da Mujeeb Ijaz, il fondatore specialista del settore con precedenti tappe professionali presso Ford Motor Co., Apple e A123 Systems.
18 ottobre: il colosso della fornitura Foxconn presenta tre nuovi modelli di veicoli elettrici, tutti insieme. Si tratta del SUV Model C, della berlina Model E e dell’autobus urbano Model T: tutti portano il marchio Foxtron, nato da una joint venture tra il gruppo taiwanese Hon Hai e la casa auto cinese Yulon Motor, localmente nota anche come Yue Loong e (tranne il minibus) sono basati sulla piattaforma elettrica MIH che Foxconn aveva presentato al Hon Hai Tech Day 2020. Model C è un SUV elettrico lungo 4,64 metri e con passo di 2,86 metri che lo colloca in un segmento affollato, che sarà offerto anche come 5+2 posti. Molto scarse le informazioni sulla batteria e l’autonomia, che è stata indicata in 700 chilometri, ma non si sa secondo quale standard. Il Model E è una berlina con ambizioni premium progettata insieme a Pininfarina e accreditata di una potenza di circa 750 cavalli in grado di accelerare da ferma a 100 km/h in 2,8 secondi. Foxtron accredita la Model E di una autonomia di 750 chilometri, ma ancora una volta senza specificare il ciclo di omologazione né le dimensioni del pacco batterie. La terza proposta è Model T, autobus urbano che rientra nella classe dei 12 metri e, secondo il produttore, soddisferà le normative e gli standard della Federal Transit Administration con un telaio di elevata rigidità. Si dice che l’autobus abbia un’autonomia di oltre 400 chilometri e una velocità massima di 120 km/h. Non è ancora stata menzionata la capacità dei passeggeri trasportabili. Secondo un dispaccio dell’agenzia di stampa AFP il SUV medio Model C sarà lanciato a Taiwan all’inizio del 2023 con prezzi a partire dall’equivalente di €30.000, mentre Model T potrebbe anticipare i propri test già al 2022 se il ministero dei Trasporti concedesse l’approvazione. Non appare chiaro se uno o più di questi modelli siano destinati a essere presenti nei siti produttivi a cui Foxconn ha ora accesso o se siano destinati solo alla produzione Foxtron per l’Asia. Ai primi di ottobre è stato annunciato che Foxconn avrebbe occupato la maggior parte dello spazio disponibile nella fabbrica americana di Lordstown Motors, spazio che potrebbe essere occupato principalmente ma non esclusivamente dalla produzione per Fisker. In Asia inoltre a settembre è stata costituita una joint venture col gruppo thailandese dell’energia PTT per produrre fino a 200.000 veicoli elettrici l’anno; di certo sulla base della già menzionata piattaforma MIH, ma forse non è remota l’ipotesi che modelli Foxtron siano prodotti là con marchi e nomi locali.
18 ottobre: il colosso britannico della chimica Ineos prevede di investire €2 miliardi di euro nella produzione di idrogeno rinnovabile in tutta Europa nei prossimi 10 anni, incluso un impianto da 100 MW in Germania, dichiara il gruppo in una nota. Ineos prevede di costruire impianti di produzione in Norvegia, Germania e Belgio, con ulteriori investimenti nel Regno Unito e in Francia. “L’idrogeno verde rappresenta una delle nostre migliori possibilità per creare un mondo più sostenibile e a basse emissioni di carbonio”, ha dichiarato il presidente di Ineos Jim Ratcliffe. La società costruirà per primo un elettrolizzatore da 20 MW per la produzione di idrogeno in Norvegia, alimentato da elettricità rinnovabile. Il progetto ridurrà le emissioni di CO2 di circa 22.000 tonnellate all’anno presso l’impianto chimico di Rafnes di Ineos e fungerà da hub di idrogeno per le applicazioni di trasporto locale. Ineos ha in programma anche un elettrolizzatore più grande da 100 MW presso il suo stabilimento di Colonia in Germania, dove l’idrogeno rinnovabile verrà utilizzato per produrre ammoniaca, riducendo le emissioni di CO2 di oltre 120.000 tonnellate all’anno. Ineos ha anche affermato che la sua esperienza nello stoccaggio e nella gestione dell’idrogeno la rende ben posizionata per sfruttare il ruolo crescente dell’idrogeno rinnovabile nella transizione energetica. Ineos, che sta entrando nel settore auto col modello di fuoristrada Grenadier, del suo veicolo produrrà anche una versione fuel cell grazie a una collaborazione col gruppo Hyundai.
19 ottobre: la startup cinese dell’auto elettrica NIO ha stretto un accordo commerciale a ampio raggio con Unisun Energy per trasformare le sue stazioni di cambio rapido di batterie in centrali fotovoltaiche distribuite, ha confermato l’azienda attiva nelle energie verdi. In base all’accordo, Unisun Energy costruirà centrali fotovoltaiche distribuite sui tetti nei pressi delle stazioni per il battery swap di seconda generazione di NIO a livello nazionale. Entro la fine del 2025, quando NIO raggiungerà l’obiettivo di avere 3.000 postazioni per il cambio rapido in Cina, la capacità fotovoltaica totale sui tetti di quelle aree di prossimità alle postazioni raggiungerà i 300 MW. Alla cerimonia della firma, Shen Fei, Senior Vice President of Power Management di NIO, ha affermato che l’energia fotovoltaica distribuita è un pilastro delle nuove fonti di energia ed è di notevole importanza per la realizzazione della neutralità del carbonio da parte della Cina. Secondo il piano NIO Power 2025 lanciato all’inizio di luglio, la startup cinese di veicoli elettrici ha l’ambizione di implementare globalmente 4.000 stazioni di cambio batteria, 1.000 delle quali saranno al di fuori della Cina: candidata ad ospitarne in Eruopa probabilmente la Norvegia, primo paese raggiunto dall’esportazione dei SUV elettrici della giovane marca. Alla fine di settembre 2021, la casa automobilistica aveva installato un totale di 517 stazioni di cambio batteria in Cina, 316 delle quali sono state lanciate dall’inizio della prima NIO Power Swap Station 2.0 a metà aprile 2021.
19 ottobre: l’americana Nuvve ha raggiunto un accordo con Wallbox Chargers grazie al quale nella Penisola Iberica la sua tecnologia V2G consentirà di incorporare il caricatore domestico bi-direzionale DC Quasar della ditta catalana nel software V2G di Nuvve GIVe. I partner prevedono che la loro tecnologia sarà disponibile per i consumatori all’inizio del 2022 in Spagna e Portogallo, con lanci che seguiranno negli Stati Uniti e in quelli che le società chiamano altri mercati leader. Wallbox ha presentato il suo caricabatterie con una capacità di ricarica massima di 7,4 kW Quasar bi-direzionale al CES di Las Vegas del 2020: la potenza non sarebbe elevata per una colonnina pubblica DC, ma lo rende adatto per uso domestico e funzionalità V2G, che come noto reimmette l’energia delle celle nella rete quando necessario. La piattaforma di Nuvve tiene traccia e identifica il momento ottimale in cui l’utente può ricaricare il proprio veicolo elettrico, dando priorità alla ricarica nei periodi a tariffa ridotta. L’integrazione col caricabatterie bi-direzionale di Wallbox aggiungerà la flessibilità di immagazzinare o scaricare energia utilizzando la batteria e introdurrà anche la ricarica in base all’intensità dell’impronta di carbonio della rete elettrica. Ciò potrebbe portare a risparmi fino a €500 euro l’anno, stimano le società, che sottolineano anche come la pressione sulla rete sia in rapido aumento nella penisola iberica.
20 ottobre: l’italiana Snam (tramite la controllata Snam4Mobility) firma un protocollo d’intesa con Toyota e la lusitana CaetanoBus con l’obiettivo di avviare una collaborazione ad ampio spettro per promuovere e accelerare l’introduzione di una mobilità basata sull’idrogeno. Le aziende sottoscrittrici dell’accordo, accumunate da convinzioni e investimenti nella tecnologia basata sull’idrogeno per il processo di decarbonizzazione dei trasporti, abbinano le proprie forze ed il proprio know-how per esplorare e sviluppare congiuntamente progetti finalizzati a promuovere, abilitare e accelerare l’introduzione della mobilità a idrogeno, sia per il trasporto pesante, sia per quello leggero. L’intesa potrà portare alla definizione di specifici progetti di mobilità a idrogeno end-to-end da realizzare in Italia e in altri paesi europei, a supporto e beneficio delle pubbliche amministrazioni, delle comunità locali, di imprese e soggetti privati. Le iniziative potranno comprendere l’intera catena del valore dell’idrogeno, dalle infrastrutture per la distribuzione e il rifornimento all’introduzione di flotte di autobus, di mezzi per la logistica e di autoveicoli, grazie anche alla disponibilità di servizi di mobilità Kinto del gruppo giapponese, attiva anche in Italia.
21 ottobre: il tira e molla per l’ingresso di Ducati nello spazio dei veicoli elettrici conosce una improvvisa accelerazione. Malgrado precedenti dubbi dell’amministratore delegato Claudio Domenicali sulla tecnologia elettrica applicata alle due ruote, la casa emiliana conferma che diventerà il prossimo fornitore unico dei veicoli da competizione utilizzati dalla MotoE a partire dalla stagione 2023, prendendo il posto di Energica. Da una casa italiana a un’altra quindi, con Ducati che ha espresso la speranza di poter trasferire le esperienze in pista alla strada. Peraltro come è avvenuto in precedenza con le moto convenzionali, ma detto così potrebbe anche lasciare l’impressione che il periodo di acclimatamento possa servire a rinviare ancora l’adozione di un business plan decisamente schierato con la sostenibilità, al contrario degli altri marchi del gruppo Volkswagen. Il contratto con la spagnola Dorna Sports, organizzatore e promotore della MotoE oltre che di MotoGP e Superbike, si estende dal 2023 fino alla fine della stagione 2026, con la possibilità di ulteriori estensioni, a meno che la crescita della categoria non faccia allora optare FIM e Dorna Sports per un campionato multi-marca come quelli di più lunga tradizione agonistica; annunci che periodicamente si susseguono, come quello recente di Kawasaki lascerebbero supporre anche questa alternativa per fine decade.
22 ottobre: con qualche inspiegabile ora di ritardo rispetto all’ammissione al riguardo del gruppo coreano con la stampa nazionale, anche Stellantis come Samsung SDI conferma la stipula di un accordo di programma per la creazione di una joint venture mirata a produrre celle e moduli in Nord America. Il nuovo impianto di batterie, il cui avvio è previsto per il 2025, mira ad avere inizialmente una capacità manifatturiera annuale di 23 GWh, con la possibilità di portarla fino a 40 GWh in futuro. L’obiettivo dichiarato dall’ex-FCA per il Nord America è di portare le vendite di veicoli elettrificati a oltre il 40% del totale entro il 2030. Stellantis prevede di investire oltre €30 miliardi entro il 2025 in elettrificazione e digitalizzazione, puntando a mantenere il 30% di efficienza in più rispetto alla media del settore nel rapporto tra la spesa totale di ricerca e sviluppo ed in conto capitale rispetto ai ricavi. L’ubicazione della nuova struttura è attualmente in fase di analisi, i cui esiti saranno condivisi successivamente. Gli impianti di produzione soddisferanno la domanda di batterie degli stabilimenti di assemblaggio Stellantis negli Stati Uniti, in Canada e in Messico per l’installazione sui veicoli elettrici di prossima generazione, che vanno dagli ibridi plug-in ai veicoli full electric. Il testo della nota stampa non lascia spazio all’ipotesi che il gruppo diretto da Carlos Tavares anche per la fabbrica di batterie di Termoli possa guardare a una collaborazione con Samsung SDI; salgono quindi le probabilità che nel Sud Italia l’impianto possa fare riferimento ad ACC: la avviatissima joint-venture tra Stellantis e TotalEnergies.