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Ai conti Tesla del terzo trimestre 2021 non serve più lo show di Musk

Quasi $1,6 miliardi di utili e $13,7 miliardi ricavi con consegne e produzione da primato malgrado la penuria dei chip e le congestioni della logistica, in attesa del contributo delle nuove Gigafactory

I migliori risultati di sempre, che fanno guardare a Tesla come a una casa auto premium in una fase di irresistibile successo; forse per questo durante la presentazione degli utili del terzo trimestre 2021 Elon Musk ha pensato che i conti parlassero da soli e che non ci fosse bisogno della sua voce. Del resto aveva già anticipato che in futuro sarà certamente presente solo all’Assemblea Generale, il che gli lascerà più tempo per quella che sembra ormai la sua azienda prediletta (SpaceX).

L’utile per azione (rettificato) presentato è stato di $1,86, battendo le previsioni della società di consulenza Refinitiv di $1,59. Il sondaggio di Refinitiv aveva espresso per i ricavi $13,63 miliardi contro ricavi effettivi di $13,76 miliardi, con una crescita su base annua di questa metrica del 57%. Anche rispetto alle previsioni di FactSet, l’altra società più accreditata oltre a Refinitiv nel presentare sondaggi di addetti ai lavori su utili e conti delle aziende quotate, Tesla ha battuto le stime.

La società nel terzo trimestre 2021 ha registrato un utile netto di $ 1,62 miliardi (GAAP): i conti del secondo erano stati quelli in cui la casa americana (non più californiana perché ha confermato che sposterà in Texas il quartier generale), per la prima volta aveva superato il miliardo di dollari di utile. Se si guarda indietro ai numeri di un anno fa, l’utile netto era a quota $331 milioni.

È importante notare come questi risultati da primato presentati dal responsabile della finanza Zach Kirkhorn si siano tradotti in margini lordi migliorati del 30,5% per il settore automobilistico e del 26,6% nel complesso, entrambi numeri record per almeno gli ultimi cinque trimestri. Il margine operativo è stato del 14,6%, all’altezza di quello delle case tedesche nei momenti migliori. I ricavi derivanti dall’auto sono arrivati a $12,06 miliardi, mentre i costi delle entrate relativi all’ auto ammontano a $8,38 miliardi.

L’auto resta dominante, visto che l’attività nell’energia Tesla ha generato ricavi di $806 milioni, mentre $894 provengono dai servizi ed altre entrate, con la vendita di crediti sulle emissioni ad altri gruppi auto che continua a diminuire ($279 milioni).

A inizio ottobre Tesla aveva reso pubblici numeri di consegne di 241.300 veicoli elettrici e la produzione di 237.823 veicoli durante il trimestre concluso il 30 settembre. Risultati che sono stati ottenuti malgrado problemi correlati come la penuria di semiconduttori, le congestioni nei porti e (in Cina) blackout. Malgrado tutto Tesla conferma nell’informativa agli investitori di puntare a raggiungere una crescita media annua del 50% nelle consegne di veicoli su un orizzonte pluriennale.

Quanto alla produzione, resta incerta la data di avvio della linea dell’attesissimo Cybertruck, salvo la conferma vaga che sarà ad Austin dopo l’inizio della produzione della Model Y. Un altro dettaglio che è stato confermato è che tutti i veicoli della gamma standard range passeranno a celle con chimica del catodo LFP (litio ferro fosfato), in pratica replicando a livello globale quella che all’inizio appariva una scelta destinata alla sola Cina.

Questo sembra assicurare più tempo e tranquillità alla corsa a ostacoli che si è rivelata lo sviluppo delle nuove celle cilindriche 4860 promesse al Battery Day e che saranno essenziali soprattutto per Semi e Cybertruck. Non guasta che le batterie a base ferrosa siano anche meno costose e quindi aiutino la ricerca di margini sulla grande produzione a cui ormai Tesla punta senza remore.

Durante la conference call evitata da Musk, gli analisti hanno chiesto ai manager Tesla se avessero intenzione di acquistare tutte le loro batterie LFP in Cina (da CATL per ora). Il numero uno della tecnologia della casa Drew Baglino ha commentato che obiettivo dell’azienda sarà localizzare le linee di produzione auto il più possibile nei continenti in cui produce e l’obiettivo riguarda anche le celle: come dire che potremo attenderci in futuro fabbriche di celle LFP non lontano da Austin o Berlino.

Gli azionisti hanno anche chiesto a Tesla come la società avrebbe affrontato un’agenzia federale per la sicurezza dei veicoli diventata recentemente più severa. La National Highway Traffic and Safety Administration ha iniziato un’indagine su Tesla per possibili problemi di sicurezza nel suo sistema di assistenza alla guida dopo la serie di incidenti che durante l’uso dell’Autopilot hanno coinvolto i conducenti di Tesla scontratisi con mezzi di primo soccorso parcheggiati.

Malgrado l’inchiesta in corso il vicepresidente dell’ingegneria dei veicoli Tesla Lars Moravy ha tuttavia definito collaborativi i rapporti ella sua società con la NHTSA, gettando acqua sul fuoco dei commenti recenti di Musk sulle mosse dell’amministrazione Biden.

Oltre a criticare l’idea di concedere incentivi alle case che producono in America in fabbriche sindacalizzate (quelle Tesla come noto non lo sono e così il management vuole mantenerle), Musk ha trovato un altro motivo di lamentarsi dell’agenzia federale sulla sicurezza perché la NHTSA ha scelto come nuova consulente anche la Professoressa Missy Cummings.

Ex-pilota della Marina e docente di ingegneria e informatica della Duke University, la Cummings è stata sempre critica con Tesla, Uber e tutte le altre aziende che ritiene portate a prendere scorciatoie nei sistemi automatizzati di guida in vendita al pubblico. Musk ritiene che sia prevenuta contro Tesla, e ieri segretario ai Trasporti degli Stati Uniti Pete Buttigieg ha dichiarato durante un evento stampa che è disposto a parlarne direttamente col CEO Tesla, se questi ha delle preoccupazioni fondate.

Credito foto di apertura: Li Xiang on Unsplash