7 giorni di business che cambia la mobilità: 4 – 10 ottobre 2021
I protagonisti di accordi, investimenti e operazioni: General Motors, NanoOne, Qualcomm, Renault, Terrafame, Veoneer, Volvo Cars, Wolfspeed
4 ottobre: la società svedese Veoneer sembrava la scorsa estate destinata a finire parte del gruppo canadese della fornitura Magna International. Invece l’azienda specializzata nell’automazione e nei sistemi avanzati ADAS finirà al produttore di chip californiano Qualcomm Inc. che insieme alla società finanziaria SSW Partners ha offerto a Veoneer una transazione più interessante economicamente con i due alleati che compreranno titoli della società svedese a $37 ad azione, valutandola in pratica $4,5 miliardi. Magna ha rifiutato di rilanciare sulla propria precedente offerta (peraltro inizialmente approvata dagli scandinavi) che offriva di acquistare titoli a $31,25 ad azione. Prima di Qualcomm un altro colosso dei chip aveva già investito nell’automazione dell’automobile e nei sistemi ADAS: si tratta di Intel, che aveva acquisito il controllo dell’israeliana Mobileye.
4 ottobre: Volvo Cars conferma che andrà effettivamente a quotarsi, come voci consideravano una certezza ormai da tempo, per raccogliere sulla piazza di Stoccolma un obiettivo di 25 miliardi di corone, equivalenti a $2,86 miliardi, emettendo nuove azioni. Il gruppo cinese Geely che controlla la casa svedese venderà anche un numero non meglio specificato delle proprie azioni. Volvo Cars non ha fornito un target ufficiale di valutazione della società da raggiungere mediante questo IPO, nè ha detto quale percentuale di controllo Geely sia intenzionata a conservare. Informazioni di stampa finanziaria suggeriscono che si possa puntare a circa $20 miliardi: una valutazione che sarebbe paradossalmente inferiore ai $30 miliardi che sono da accreditare a Polestar, la costola di Volvo nata per le auto ad alte prestazioni e diventata specialista di modelli elettrici, che mediante fusione inversa a Wall Street è stata recentemente valutata $30 miliardi, pur avendo una gamma ancora molto più esigua di Volvo Cars, per non parlare delle immatricolazioni. Il denaro fresco raccolto con l’IPO gli svedesi peraltro prevedono di utilizzarlo proprio per completare la transizione lungamente pianificata ad una gamma totalmente elettrica. In quest’ottica Volvo cars sta implementando in Europa ed in Cina un potenziamento della produzione di impianti di assemblaggio di batterie e di powertrain destinati alla gamma di pure elettriche e in una fase iniziale anche di ibride plug-in.
4 ottobre: Wolfspeed announcia un accordo con General Motors per fornire al gruppo di Detroit i propri inverter al carburo di silicio ad alte prestazioni per la gamma elettrificata di nuova generazione. Wolfspeed è da tempo il nome di una divisione della società Cree Inc. specializzata in elettronica di potenza e inverter dal tale successo da far decidere al management di battezzare con quella ragione sociale l’intero gruppo. Come è facile immaginare la fornitura di Wolfspeed sarà essenzialmente concentrata nella gamma Ultium Drive. Cree Inc era nata nell’automotive, in particolare nel settore dell’illuminotecnica, nel quale si concentrava sui chip per le luci a LED che hanno soppiantato ormai i fari tradizionali. I chip in carburo di silicio, difficili da produrre perché richiedono processi industriali da quelli in convnzioale silicio, sono noti per essere più efficienti dal punto di vista del rendimento energetico di quelli al solo silicio, con effetti rilevanti sulle prestazioni dell’energia gestita dagli inverter, favorendo non solo le prestazioni ma anche il rendimento dell’autonomia, e tra i primi ad adottarli c’è stata Tesla, che ha diversi fornitori tra cui i componenti prodotti in Sicilia da STMicroelctronics. Attualmente Wolfspeed produce il 60% del materiale grezzo e lo fornisce anche a rivali come Infineon Technologies, STMicroelectronics e On Semiconductor.
5 ottobre: Nano One ed Euro Manganese hanno stipulato un accordo di sviluppo congiunto. Nano One è un’azienda con processi brevettati per la produzione a basso costo e a basso impatto ambientale di materiali catodici ad alte prestazioni utilizzati nelle batterie agli ioni di litio, ed Euro Manganese è un’azienda di materie prime per batterie attualmente al lavoro su un giacimento di manganese in Repubblica Ceca. Le due società collaboreranno allo sviluppo di applicazioni del manganese di elevata purezza che dovrebbe essere prodotto da Euro Manganese dal suo impianto Chvaletice Manganese. Il manganese sarà valorizzato da Nano One nella formazione coi suoi materiali catodici, tra cui LNMO (ossido di litio nichel manganese, noto anche come HVS o high-voltage spinel) e NMC ad elevata percentuale di nichel. Ai materiali sarà applicato il processo One-Pot brevettato di Nano One con polveri di nano-cristalli rivestiti mediante tecnologia M2CAM (Metal direct to Cathode Active Material), che consente l’uso di metalli senza solfati e carbonato di litio come materie prime a basso costo e sostenibili. Nano One ha ricevuto finanziamenti da vari programmi governativi e l’attuale “Scaling of Advanced Battery Materials Project” è supportato dal Sustainable Development Technology Canada (SDTC) e dall’Innovative Clean Energy (ICE) Fund della provincia della British Columbia.
8 ottobre: il gruppo Renault ha firmato un contratto di approvvigionamento con Terrafame, società produttrice di metalli essenziali per le celle dei veicoli elettrici. Con questo accordo i francesi si assicurano una fonte di approvvigionamento di solfato di nichel per una capacità annua di circa 15 GWh senza precedenti nella catena della fornitura di nichel per le batterie quanto a requisiti di tracciabilità. Il tutto in linea con la creazione del centro francese dedicato ai veicoli elettrici ElectriCity che svilupperà batterie più performanti ma a basse emissioni di carbonio e riutilizzabili. La collaborazione tra casa auto ed azienda metalmeccanica finlandese a monte della produzione introduce un profondo cambiamento nella catena del valore delle batterie. Il processo di produzione di Terrafame, basato sulla tecnica della bio-lisciviazione (processo di estrazione dei metalli attraverso l’azione dei batteri), utilizza circa il 90% di energia in meno rispetto alla media del settore per produrre solfato di nichel. Inoltre, il sistema di produzione integrato di Terrafame comincia e si conclude in un unico sito industriale, dall’estrazione alla produzione di sostanze chimiche per le batterie. La concentrazione in un solo sito, abbinata all’efficienza energetica, consente di ridurre l’impronta ambientale e garantire la totale trasparenza di tutta la catena.
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