BATTERIE

JB Straubel vuole farsi largo nella filiera delle batterie

Redwood Materials è partita al galoppo grazie all’economia circolare: adesso la società dell’ex-Tesla amplierà il suo raggio d’azione alla produzione di materiali attivi e precursori per elettrodi, tutto all’insegna della sostenibilità

Redwood Materials, società fondata dall’ex-guru delle batterie Tesla JB Straubel, è nata rendendo pubblico il piano di creare un valore dalle batterie a fine vita all’insegna dell’economia circolare, ma oltre il riciclo espanderà presto i settori in cui è attiva: ha in programma di semplificare la catena della fornitura delle batterie producendo materiali attivi e precursori negli Stati Uniti.

La società ha già accordi per il riciclo con Tesla, Amazon, la casa americana degli autobus elettrici Proterra e quella delle bici elettriche Specialized Bicycle Components. Straubel afferma di poter recuperare tra il 95-98% delle materie prime dalle celle riciclate: tra le quali litio, rame, nichel e cobalto, tutte commodities interessate dall’ondata di aumenti globali post-pandemia.

Per arrivare ad entrare in un settore attualmente dominato da colossi della chimica, incluse BASF, Posco, Umicore, Redwood Materials punta a mettere in piedi una nuova fabbrica di circa 93.000 metri quadri, investendoci oltre $1 miliardo.

Quella fabbrica, la cui sede sarà svelata all’inizio del prossimo anno, entro metà decade sarà concentrata sulla produzione di precursori di materiali attivi dei catodi e di lamine anodiche di rame, in pratica la maggior parte di quello che serva in una moderna cella agli ioni di litio eccetto elettroliti e separatori, fino a un volume previsto di 100 GWh all’anno di materiali, sufficienti per un milione di veicoli elettrici.

Entro il 2030 nei piani di Straubel ci sarebbe di aumentare la produzione annuale di materiali per batterie a 500 GWh, abbastanza per fornire cinque milioni di veicoli elettrici. I numeri sono particolarmente ambiziosi, anche in un settore dove la crescita degli Anni ’20 è prevista unanimemente come vertiginosa.

Non è il caso di stancarsi di ripetere come l’accorciare una catena della fornitura, ad esempio lasciando in uno stesso continente il più possibile i materiali, sia fondamentale per ridurre le emissioni della manifattura di batterie e quelle misurate nel cosiddetto ciclo di vita completo (LCA) dei veicoli elettrici.

Secondo analisi della società di consulenza BloombergNEF, il consolidamento della filiera produttiva di celle negli Stati Uniti e il ricorso a una elevata percentuale di materiali riciclati potrebbe ridurre le emissioni dalla produzione di batterie del 41%.

La società del Nevada ha dichiarato che produrrà materiali per anodi e catodi sia da batterie riciclate che da materiale estratto in modo sostenibile. Per ora non sappiamo molto dei partner nel nuovo settore in cui Redwood si impegnerà, ma sarebbe sorprendente se nei prossimi mesi non arrivassero altri annunci di partnership a cominciare da quelli riguardanti gruppi auto.

Di certo a Redwood Materials non mancano risorse e capitale, sulla scia di un round di finanziamento Serie C da $700 milioni a cui hanno aderito tra gli altri Breakthrough Energy Ventures di Bill Gates, Climate Pledge Fund di Amazon, Baillie Gifford e Goldman Sachs Asset Management, una occasione che ha confermato la valutazione di Redwood a $3,7 miliardi.

All’inizio dell’estate la società di Straubel aveva reso pubblico che triplicherà le dimensioni del proprio sito per il riciclo delle batterie di circa 14.000 mq. a Carson City, oltre ad aver acquistato 100 acri di terreno vicino a Tesla e alla Gigafactory gestita con Panasonic a Sparks, sempre in Nevada.

Credito foto di apertura: sito web Redwood Materials