BUSINESS

7 giorni di business che cambia la mobilità: 29 agosto – 5 settembre 2021

I protagonisti di accordi, investimenti e operazioni: Ambarella, Bosch, Foretellix, Nikola, Shell, Van Moof, Volvo Cars, Yandex, Xiaomi

30 agosto: Ambarella continua ad ampliare il proprio portafoglio di collaborazioni e in particolare nei sistemi di monitoraggio della guida, grazie alla conferma che il sistema Yandex SignalQ2 della società russa sarà basato sul proprio SoC CV25 e dispiegato attraverso la flotta di vetture del servizio di ride hailing entro il 2022. Yandex potrà offrire anche le proprie camere e sistemi DMS includendo il SoC Ambarella. Proprio il settore del monitoraggio è particolarmente promettente in questi mesi per la società californiana, considerato che quello con Yandex era stato preceduto da un altro accordo con KeepTrucking (attiva nei servizi alle società della logistica e delle flotte di veicoli commerciali) ed un altro paio analoghe in precedenza. Fermi Wang, numero uno di Ambarella, durante un intervento di un analista di Morgan Stanley nel corso della presentazione degli ultimi risultati trimestrali ha sottolineato come si tratti di un mercato esistente già da 50, 60 milioni di veicoli e che cresce al ritmo del 10% l’anno ed è pertanto attraente per la produzione di SoC della famiglia CVflow in grado di supportare le attività di aziende che a questo settore si dedicano.

1 settembre: il gruppo Shell, che a inizio anno aveva acquistato la tedesca Ubitricity, ha deciso di accelerare sui piani infrastrutturali della startup berlinese acquisita, portando a 50.000 le postazioni di ricarica per i veicoli elettrici presenti nel Regno Unito entro il 2025. Si tratta di un impulso sostanziale ai piani attuali, se si considera che finora di postazioni Ubitricity (che in prevalenza contano sull’appoggio a pali della luce) ne sono state collocate circa 3.600. Per arrivare al traguardo il gruppo anglo-olandese ha deciso di spingere anche sul canale del finanziamento alle istituzioni locali non sempre in grado di sostenere elevati costi connessi a postazioni di ricarica, in particolare nel caso di quelle più costose ad alta potenza. Shell in pratica sarà disposta a pagare un quarto circa del costo totale, e considerato che nel Regno Unito esiste un programma dell’Office for Zero Emission Vehicles che paga già circa il 75% dei costi di installazione i manager del gruppo dell’energia prevedono che questo possa superare le remore in particolare di amministrazioni locali e regionali. Quello relativo alle Isole Britanniche è solo un progetto di un disegno più grande che nel business plan aggiornato a febbraio, dopo l’acquisizione di Ubitricity, prevede l’espansione fino a mezzo milione di punti di ricarica entro il 2050 della rete direttamente controllata. Due mesi dopo, ad aprile, per il Regno Unito l’obiettivo era stato portato a 5.000 postazioni, un traguardo adesso decuplicato.

1 settembre: Volvo investe in una startup israeliana, Foretellix, che si occupa di sviluppare una piattaforma per i test dei veicoli autonomi grazie ad analisi dei dati, AI e alla verifica della sicurezza di sistemi ADAS e ad elevata autonomia. Il round di finanziamento Serie B da $32 milioni è stato guidato da una società di venture capital del paese mediterraneo, MoreTech Ventures, e ha visto la partecipazione di altri fondi incluso di Singapore e Giappone, mentre i precedenti investitori hanno rinnovato la fiducia in questa occasione. Fondata nel 2018, la società ha ufficio in Israele e California, dove si pallica in modo intensivo la simulazione a possibili scenari dei sistemi da provare e validare. I tecnici della società creata da Gil Amid sulla loro piattaforma generano una moltitudine di diversi scenari che dispositivi ADAS o sistemi di guida autonoma avanzata potrebbero incontrare sulle strade e ne misurano le performance, appurando che il training a cui sono stati sottoposti sia stato corretto nella fase di progettazione e sviluppo. Foretellix sta già lavorando, oltre che con Volvo Autonomous Solutions, anche con Denso, colosso nipponico della fornitura auto collegato a Toyota.

1 settembre: non produce auto o moto, ma certo nel campo della mobilità è una grande protagonista l’olandese Van Moof, che ha chiuso un finanziamento Serie C che la rende una delle società dell’e-bike più liquide o forse la più liquida senza discussioni, grazie a una cassaforte che adesso arriva ormai a $128 milioni, e a una valutazione che supera ormai il quarto di miliardo di dollari. Col denaro fresco gli olandesi vogliono insistere ancora di più sulla presenza di high tech e di comodità che il cliente può trovare nella gamma di due ruote definibili senza esitazioni premium ed espandere la produzione per raggiungere un pubblico più vasto di quanto non sia l’attuale, con vendite che sono triplicate lo scorso anno e una maggiore presenza di punti di rivendita che ha già superato globalmente i 50, con gli Stati Uniti come punto di riferimento fondamentale.

2 settembre Il produttore di veicoli commerciali Nikola sotto il nuovo CEO Mark Russell sta riorganizzando il piano industriale ed ha raggiunto un accordo strategico con Bosch che collocherà celle a combustibile nei veicoli americani. Grazie a società del gruppo tedesco Nikola potrà costruire mezzi coi moduli di alimentazione fuel cell da 200 e 300 kW nel suo stabilimento di Coolidge, in Arizona, dove produrrà camion delle classi americane 7 e 8. Insomma per ora sembra tramontare la collaborazione con General Motors, dopo che l’uscita di scena del discusso fondatore Trevor Milton ha fatto naufragare l’ipotesi di investimento del gruppo di Detroit nella startup, che avrebbe portato gli stack fuel cell GM nei camion Nikola. Pertanto sembra riprendere fiato la prospettiva di una produzione per il momento soprattutto concentrata sul modello Tre FCEV destinato al traffico regionale e con una autonomia di 500 miglia (804 chilometri). La conferma della collaborazione tra Nikola e Bosch, che in questa azienda ha investito nel 2019 e che è da molti anni partner di sviluppo, sembra quindi replicare negli Stati Uniti un rapporto stretto che malgrado le recenti fasi tempestose in Europa continua a procedere, con i Tre sviluppati attraverso la collaborazione col partner Iveco a Ulm, in Germania. I prototipi dei Tre FCEV, attualmente marcianti e in fase di test a fine 2021 dovrebbero anche lasciare spazio all’avvio di test-pilota con alcuni clienti selezionati, sebbene nei vari reparti sviluppo le difficoltà abbiano costretto Nikola a scendere da 600 a 100 e poi a 25 i veicoli disponibili per i test con i numerosi ritardi nell’approvvigionamento di componenti.

2 settembre: si allunga l’elenco di società della tecnologia che sconfinano nell’auto, con la registrazione da parte del colosso Xiaomi di una società dedicata specificamente a questo settore, con un capitale sociale di 10 miliardi di yuan, circa $1,5 miliardi, e che avrà quale legale rappresentante proprio Lei Jun, l’attuale amministratore delegato della società leader in particolare nel mercato degli smartphone. Proprio il CEO, attraverso il suo account su un popolare canale social cinese, ha fatto sapere che la nuova divisione cercherà subito 500 nuovi collaboratori, in particolare per lo sviluppo di auto con sistemi a guida autonoma avanzata di Livello SAE 4. Si prevede che in ricerca e sviluppo questa nuova divisione costerà a Xiaomi circa $10 miliardi entro fine decade. Xiaomi aveva smentito a marzo la notizia trapelata del proprio imminente ingresso nel mondo automotive, dove intende far leva sulle proprie competenze tecnologiche. E non solo le proprie visto che lo scorso agosto per una cifra equivalente a circa $77 milioni aveva rilevato una startup pechinese, Deepmotion Tech, operante proprio in un settore contiguo come quello della tecnologia di mappatura digitale, certo importante per le auto smart e connesse a cui guarda Xiaomi.

Credito immagine di apertura: ufficio stampa Nikola Group