BATTERIE

Dopo il caso-Bolt, per LG Energy Solution la “cura del ferro”: batterie con chimica LFP

Per salvare il salvabile dopo i richiami GM (e Hyundai) il gruppo coreano rivede i piani e, secondo la stampa nazionale, avrebbe deciso di aprire alla chimica a base ferrosa, economica e stabile, oggi in mano ai rivali cinesi

LG Energy Solution non ha atteso la deflagrazione del mega-richiamo General Motors da $1,8 miliardi per correre ai ripari: secondo quanto scrive oggi il sito specializzato coreano TheElec, già alla fine dello scorso anno i vertici del gruppo della Corea del Sud avevano autorizzato lo sviluppo delle celle al litio ferro fosfato (LFP), finora una tecnologia utilizzata principalmente dalle aziende cinesi e in cui i colossi BYD e CATL hanno saputo eccellere.

Ma, dopo le concitate giornate di agosto in cui la Caporetto delle batterie delle Chevrolet Bolt si è rivelata in tutta la sua portata, la batteria LFP, che invece di usare nell’elettrodo positivo nichel, cobalto, manganese e/o alluminio, usa ferro e fosfato è diventata una necessità per la manifattura del gruppo asiatico.

Come ormai noto, rispetto alle batterie con chimica NCM (sì, quella montata sulle Bolt e in precedenza sulle Hyundai richiamate) o NCA (la preferenza Tesla, almeno fino a due anni fa), è considerata più stabile, meno soggetta a surriscaldarsi e meglio in grado di affrontare ricariche ripetute e rapide.

Poiché non utilizza nichel o cobalto, è anche più economica, cosa che non guasta con la prospettiva di un super-ciclo delle materie prime alle porte. Certo, la chimica LFP ha anche svantaggi: è relativamente più pesante ed ha una densità di energia gravimetrica e volumetrica inferiore.

E, per numerosi mercati, c’è anche l’inconveniente che è relativamente peggiore rispetto a chimiche rivali in caso di basse temperature: non è quindi la prima scelta di un modello elettrico che vuol avere successo in Scandinavia o nel Michigan.

LG Energy Solution ha sviluppato la tecnologia nel suo laboratorio di Daejeon: l’azienda costruirà una linea-pilota per le batterie non prima del prossimo anno. La batteria è del tipo pouch, come sono le celle 50 Ah così controverse sulle Bolt, laddove i leader di mercato cinesi prediligono i fattori-forma prismatico e cilindrico.

Secondo le fonti della stampa coreana, la capofila del produttore di batterie LG Chem formerà probabilmente una joint venture con un partner cinese per fornire i precursori e materiali attivi necessari alle batterie LFP di LG Energy Solution.

La scorsa primavera LG Energy Solution aveva delineato una roadmap destinata ad accompagnarla oltre la metà decade. Questa includeva passi come l’introduzione della manifattura a secco per i catodi entro il 2023 (che raccoglie estremo interesse anche da Tesla); commercializzare sia per uso auto che aerospaziale la chimica litio-zolfo entro il 2025; tra 2025 e 2027 far apparire per la prima volta sul mercato celle con elettroliti allo stato solido; e in seguito portare al lancio batterie a base zolfo con elettroliti allo stato solido e contemporaneamente tecnologie polimeriche solid state.

Niente LFP quindi nei piani originari: ma adesso LG Energy Solution considera plausibile un’ampia adozione delle batterie LFP nei veicoli elettrici di fascia bassa, dopo che per la difficoltà intrinseca di assecondare grandi autonomie di marcia sono state considerate dai vertici del produttore asiatico inadatte al mercato delle auto premium.

Tuttavia già l’anno scorso, Tesla aveva iniziato a utilizzare le batterie LFP prodotte da CATL per i suoi modelli Model 3 e Model Y venduti in Cina. A seguire aveva cominciato a esportare questa gamma in Europa e ormai Elon Musk ha deciso di venderle anche negli USA. Ora, secondo TheElec, anche altri, come Apple e Rivian, sarebbero intenzionati ad utilizzare celle a base ferrosa per i loro veicoli elettrici.

Tuttavia, LG Energy Solution concentrerà probabilmente le sue batterie LFP per i modelli di auto di fascia bassa ed i mercati emergenti. Da parte sua nel corso del Power Day, Volkswagen aveva reso noto di puntare a una cella unificata (prismatica) con catodi ad alto contenuto di manganese, adatta a fare da pilastro all’80% della gamma elettrica.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Chevrolet