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Tutte le strade portano la Model Y a Roma

Dopo una interminabile attesa, da domani anche nella Capitale e poi in altre città d’Italia si potrà scoprire tutto quanto su Model Y: il SUV elettrico medio che ha fatto definitivamente decollare la produzione Tesla

Se state leggendo queste righe, forse proprio come chi scrive siete a vostra volta inseriti nella mailing list italiana Tesla. Avete quindi già ricevuto l’invito a visitare un salone della casa americana per scoprire de visu il crossover Model Y. In effetti da domani sarà possibile vederla presso la sede di Roma, da giovedì a Milano Linate, a seguire fino ad arrivare a fine mese a Bologna, Torino, Brescia e infine Bolzano il 1 settembre.

Model Y non è una novità globale, visto che è la terza elettrica pura più venduta al mondo ed è un successo sostanziale sui due mercati maggiori per la casa di Elon Musk: Stati Uniti e Cina. E tuttavia è passato tanto tempo dal lancio della primavera 2019, nonché dalla sua prima commercializzazione, partita negli States a inizio 2020, che è giustificato in questo caso un riepilogo delle caratteristiche essenziali di un modello che tutti conoscono, ma pochissimi hanno visto dal vivo finora lungo lo Stivale.

Come noto la Tesla Model Y è disponibile in due versioni: Long Range e Performance, dopo che la casa aveva a lungo “palleggiato” sull’eventualità di una terza opzione: la Standard Range che alla fine è stata marginalizzata per timori in particolare su un’autonomia non all’altezza della fama Tesla.

A livello di design esterno la differenziazione con il best seller Model 3 non è tanto dovuto alle linee, chiaramente familiari per chi apprezza lo stile dell’hatchback californiano ma che trova peculiarità nelle dimensioni di questo SUV medio. L’andamento molto più accentuato che si nota nel padiglione infatti ha a che fare con la maggiore altezza rispetto alla “cugina”: 162 centimetri, vale a dire 18 in più rispetto a Model 3. Come è tipico del settore SUV e dei crossover anche l’altezza da terra è generosa: 16,7 centimetri.

Quanto a lunghezza Model Y supera la Tesla che l’ha preceduta di 6 centimetri, a 475 centimetri (per un passo di 289 identico a quello della berlina), mentre la larghezza ha un valore di 192 centimetri. Nonostante queste dimensioni superiori a quelle dell’hatchback, Model Y quanto a proporzioni e stile si inserisce senza esitazioni nella fascia media e si staglia senza difficoltà rispetto alle peculiarità del big SUV Model X.

La prima parte da 60.990 euro, mentre per la seconda bisogna spendere 8.000 euro in più, ma anche aspettare l’inizio del 2022, perché le prime disponibilità e consegne riguardano la versione meno potente. Ma si tratta comunque di un’auto a trazione integrale i cui due motori a magneti permanenti sincroni erogano 286 kW consentendole di scattare da 0 a 100 km/h in 5 secondi e di raggiungere i 217 km/h.

Grazie alla batteria da 82 kWh di capacità lorda, la Long Range può raggiungere un’autonomia di 507 chilometri misurati con standard WLTP, laddove la meno parca Performance arriva ai 480. Salendo però la potenza di questa versione a 340 kW, questa può raggiungere i 241 km/h, accelerando da 0 a 100 km/h in soli 3,7 secondi.

Per chi fosse alla ricerca dei valori più alti di autonomia, è opportuno prendere nota che le dimensioni e la massa (due tonnellate) e l’aerodinamica meno favorevoli fanno sì che sia la Performance come pure la Long Range della Model Y non siano in grado di vincere il confronto diretto in casa, che attribuisce migliori valori assoluti alla Model 3.

In compenso lo spazio a bordo è maggiore sulla Model Y: come dimostrano i 600 litri minimi del bagagliaio e la possibilità di avere in opzione una terza fila di sedili per arrivare a 7 posti. Nel caso della versione standard a cinque posti il bagagliaio consente di stivare da 854 a 2.041 litri. E non è il caso di scordare il frunk, un bagagliaio anteriore che integra quello posteriore con un volume di 117 litri.

Gli interni della Model Y saranno l’elemento che sorprenderà meno chi vedrà per la prima volta Model Y perché lo stile è davvero analogo a quello minimalista fino all’eccesso di Model 3, in un ambiente interno particolarmente luminoso, grazie soprattutto al tetto panoramico in vetro.

Gli interni delle Model Y ormai in arrivo anche in Italia, per i numerosi fan Tesla già avvezzi a quelli che caratterizzano anche Model 3, non riserveranno particolari sorprese. (credito foto: per gentile concessione Tesla, Inc)

Nel gran lavoro di sottrazione fatto dai designer californiani resta quindi un punto di ancoraggio essenziale per lo sguardo che si posa sugli interni lo schermo centrale da 15 pollici, che mimetizza la presenza delle bocchette della climatizzazione, integra la strumentazione e dal quale si gestisce quasi ogni funzionalità della vettura. Anche quelle che, da automobilisti del 20° secolo, siamo abituati a dare per scontate mediante leve e bottoni.

Come Model 3, anche Model Y è un’elettrica pura nativa digitale che non richiede chiavi ma si connette. In qualche caso, per gli aggiornamenti via etere del software ai server Tesla, ma nella maggior parte dei momenti allo smartphone del cliente, a cominciare da quando vuole entrare e uscire dal veicolo, con l’app Tesla che sblocca funzioni relative alla ricarica o al pre-condizionamento da remoto, il rilevamento della posizione e la modalità limite di velocità. Il sistema di infotainment (in cui sono integrati tutti i controlli dell’auto) utilizza lo stesso schermo touch da 15 pollici dell’hatchback.

Per ricaricare la Model Y la clientela può ovviamente contare sui Supercharger, con contratto Pay per Use e possibilità di sfruttare potenze fino a da 250 kW, che consentono di recuperare in un quarto d’ora energia nelle celle in grado di spingere il veicolo fino a 270 chilometri. Se si tratta di Wallbox casalingo oppure delle colonnine più diffuse nei centri urbani, quelle AC da 11 kW, in questo caso per arrivare al 100% della capacità possono servire fino a otto ore.

Con la Model Y di serie è prevista la versione base dell’Autopilot. I più entusiasti fan Tesla anche in Italia però difficilmente faranno a meno al minimo di quello che qui si chiama Autopilot avanzato, costa €3.800 e include Navigate on Autopilot (in preatica l’ACC della casa di Elon Musk), il cambio di corsia, parcheggio automatico anche con modalità Summon, che “telecomanda” l’auto dentro e fuori dal garage o posto auto senza bisogno del conducente.

Quello che in America Tesla chiama FSD (Full Self Driving) e là è stato messo seriamente in questione da agenzie federali, in Italia si chiama Guida autonoma al massimo potenziale. Costa €7.500 ed include il controllo dei semafori e degli stop, nonché tutte le funzionalità per la guida autonoma di Livello SAE 3, e che una piccola parte della clientela globale Tesla usa già, ma non è normata nel nostro paese.

Per la Model Y fonti di stampa indicano che a Shanghai la Gigafactory Tesla che le produce, anche per l’Italia, abbia portato la produzione giornaliera a 1.000 pezzi, rispetto agli 800 di Model 3. Quelle consegnate nello Stivale, dai prossimi giorni in pratica le Long Range, hanno un cartellino che parte da €60.990, compatibile con ecobonus e rottamazione. La Model Y Performance invece, che saranno consegnate da inizio 2022 secondo il configuratore Tesla nella nostra lingua, partiranno da €68.990 in Italia.

Credito foto di apertura: per gentile concessione di Tesla, Inc.