Samsung SDI inclusa tra i produttori di celle prismatiche per Volkswagen
Nei pianali delle future auto del gruppo tedesco ci saranno batterie “unificate” per coprire l’80% della gamma e decisive per ridurre i costi: dopo Northvolt e Gotion i coreani sarebbero il terzo fornitore scelto da Wolfsburg
Il solitamente bene informato sito specializzato The Elec stamattina riportava la notizia in esclusiva che Samsung SDI sarebbe riuscita a inserirsi nel lotto di produttori di batterie che saranno tra i fornitori del gruppo Volkswagen per la cella prismatica unificata destinata a coprire, come hanno indicato gli stessi vertici tedeschi durante il Power Day dello scorso marzo, l’80% delle esigenze della futura gamma.
Tra i fornitori delle elettriche Volkswagen, Audi e di altri marchi del gruppo di Wolfsburg era già chiaro che Northvolt va considerato un futuro fornitore di celle prismatiche, così come Gotion. La casa cinese è partecipata da Volkswagen e tra l’altro specializzata in celle economiche a base ferrosa, piuttosto che ad alto contenuto di nichel come sembra probabile possa essere il gruppo scandinavo e, ora, anche Samsung SDI.
Finora il gruppo tedesco era già un importante cliente dei coreani, anzi il più importante, considerato che la metà dei suoi ricavi (circa $0,87 miliardi) si devono ai contratti con Volkswagen, mentre quelli con BMW equivalgono a circa il 30% e a Stellantis il rimanente 20%. Nei mesi scorsi Samsung SDI aveva stipulato un altro contratto di fornitura con un nuovo cliente: la startup di SUV e pickup elettrici Rivian.
Nel caso di Rivian però, come con BMW a quanto risulta alla testata coreana, la fornitura riguarderà principalmente celle cilindriche, mentre per Volkswagen il fattore-forma sarà come detto differente e riguarderà la quota preponderante di celle che usciranno dalle sei Gigafactory che il gruppo intende avere a disposizione per una capacità a fine decade di 240 GWh.
L’obiettivo non sarà solo quantitativo ma qualitativo, poiché il ricorso a una cella unificata è ritenuta una premessa decisiva per arrivare considerevolmente al di sotto della soglia dei €100 per kWh, con un taglio del 50% ai costi suddiviso con singoli contributi del -15% dalla progettazione della cella, del -10% dai processi produttivi, di un altro -20% dai materiali di catodi e anodi (i costosi cobalto e nichel saranno sempre più frequentemente rimpiazzati da alte percentuali di manganese), e infine del -5% dal concetto complessivo della batteria.