OPINIONI

I Mr. Wolf indispensabili all’auto sostenibile

Al contrario di quanto avveniva nel mondo dei combustibili fossili, nell’era dell’auto a zero emissioni esternalità e criticità spingono personaggi come JB Straubel e Robin Zeng a risolvere problemi, non a nasconderli

La mobilità che conta sulle batterie di trazione per muovere i veicoli ha la fortuna di avere dei Mr. Wolf: persone che, come il personaggio interpretato da Harvey Keitel e reso celebre in Pulp Fiction dal regista Quentin Tarantino, risolvono problemi. La settimana che sta concludendosi ha rivelato un paio di nomi di questi Mr. Wolf, che in effetti si chiamano JB Straubel e Robin Zeng (per i cinesi Zeng Yuqun).

Quello che fanno i Mr. Wolf non è solo risolvere problemi, è anche dare risposte. L’ex-fondatore di Tesla, questa settimana con la sua nuova startup Redwood Materials ha raccolto $700 milioni di denaro fresco in un round di finanziamento che servirà a espandere l’attività della sua azienda specializzata nell’economia circolare.

In altri termini Redwood Materials sarà una risposta (e non la sola) alla domanda: “che cosa ci faremo con le batterie arrivate a fine vita?”. L’importanza della rapidità di espansione della società di quello che in Tesla era considerato il maggiore esperto di batterie è che dimostra la possibilità e la percorribilità di una attività che punta a recuperare in modo capillare e in profondità (non il 100% del materiale di scarto ma una percentuale molto alta) materie prime.

Robin Zeng e la sua CATL invece giovedì hanno presentato una cella che entrerà in produzione in pacchi batterie di veicoli e per lo stoccaggio di energia rinnovabile a partire dal 2023: una nuova cella agli ioni di sodio.

Il sodio è il sesto materiale più abbondante sulla crosta terrestre e aprire uno spazio a batterie con materiali poco costosi e molto sicuri per la stabilità che conferiscono alle celle sarà una risposta alla crescente pressione su alcune materie prime, come ci ricorda il grafico della società di consulenza Benchmark Mineral intelligence relativo alla futura domanda e offerta di litio in Europa.

La tabelle indica le stime della società di consulenza Benchmark Mineral Intelligence sul divario futuro tra domanda di litio in Europa e offerta disponibile della materia prima nella regione (credito immagine e dati: Benchmark Mineral Intelligence)

Può darsi che assisteremo davvero a un crunch su alcune materie prime, ma la tecnologia delle batterie (e quella del riciclo) si stanno dando un gran da fare per anticipare i colli di bottiglia. Peraltro l’apertura di CATL e di altre piccole startup al settore alternativo delle celle agli ioni di sodio, ricorda la capacità del settore delle batterie, dall’accademia all’industria, di rispondere con rapidità a problemi quali quelli posti dal cobalto: le celle agli ioni di litio del prossimo futuro hanno come due filoni l’high-nickel e quelle a base ferrosa ed entrambe fanno a meno del controverso minerale.

E per concludere, non possiamo fare a meno di notare quanto sia diversa la risposta dei Mr. Wolf del settore delle batterie ai problemi rispetto a quella dell’industria dei combustibili fossili del secolo passato. Quando sono emersi problemi gravi o gravissimi creati dalle esternalità collegate alla produzione e diffusione di benzina e altri carburanti, la risposta era quella brutale di negare, minimizzare, minacciare chi sollevava la presenza di problemi.

Un fenomeno che si è visto ripetutamente, dalla questione del piombo tetraetile a quella degli effetti sul clima dei gas clima-alteranti dovuti (anche) ai veicoli che bruciano combustibili fossili. Nel settore delle batterie, per fortuna, non ci sono casi come quello di Clair Patterson, lo scienziato americano che ha dovuto lottare per decadi per vedere infine riconosciuta la tossicità del piombo tetraetile.

Quando vengono in luce criticità ed esternalità collegate alle batterie, per fortuna ci sono personaggi come JB Straubel e Robin Zeng disposti ad aprire strade alternative senza rinunciare a mantenere fermo il traguardo di una mobilità dove le esternalità legate alla fondamentale esigenza umana del muoversi non siano insostenibili. Chissà cosa ne avrebbe pensato Clair Patterson.

Credito foto di apertura: ufficio stampa CATL via PRNewswire