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A Wolfsburg cresce l’ottimismo con la strategia New Auto

Le auto sono qui per restare: ma per avere successo a quattro ruote nel 2030 la strategia New Auto delineata a Wolfsburg le pretende “tempio” del digitale, dell’automazione e, ovviamente, delle batterie

Poche ore dopo che il Consiglio di Sorveglianza gli ha rinnovato il contratto da amministratore delegato fino alla fine del 2025, Herbert Diess aggiorna la strategia che guarda un po’ più in là, al 2030, con un nome rinnovato, New Auto, e all’insegna dell’ottimismo apportando altri aggiustamenti tattici ai piani ed agli investimenti già approntati finora, che puntano ad una mobilità elettrica e ad una digitalizzazione che galopperanno a perdifiato per quasi due lustri, secondo il numero uno di Wolfsburg.

Naturalmente c’è stato più che un cambio di nome per accontentare analisti ed addetti ai lavori esigenti durante la presentazione odierna. Volkswagen ha elevato il proprio obiettivo a lungo termine di margine sulle vendite che, sulla scia dei buoni risultati degli utili del primo semestre, è stata innalzata a 7-9% per il 2025 dal precedente range 7-8%.

E in quell’anno non sarà ancora entrata in azione un altro fattore cui Volkswagen guarda come contributo sostanziale alla redditività futura: la piattaforma elettrica SSP (Scalable Systems Platform) che dal 2026 prenderà il posto delle attuali MEB (Modular Electric Drive Kit) e PPE (Premium Platform Electric), ancora più scalabile e flessibile dei pianali che la stanno precedendo e che peraltro stanno iniziando a dare soddisfazioni, in Europa ed America se non in Cina, quanto a vendite di elettriche. Ma i volumi che Diess e collaboratori si aspettano dalla piattaforma SSP sono ancora più impressionanti: 40 milioni di unità globalmente vendute su modelli ead essa collegata.

Nuovi modelli che avranno la possibilità di collegare nuove funzioni innovative, digitali ma anche collegate all’automazione elevata, entrambi settori di cui si occupa la divisione Cariad, nel secondo caso in collaborazione con i colleghi della partecipata americana Argo AI, ormai sbarcata in Germania. Cariad e le divisioni auto e veicoli commerciali leggeri di Volkswagen a partire dallo stesso anno in cui esordirà il pianale SSP presenteranno anche il risultato del progetto Trinity: la versione da grandi volumi del fantascientifico progetto Artemis cui la divisione Audi si sta dedicando sviluppandola nel novero dei modelli premium.

Se la digitalizzazione sarà un fattore decisivo nel mettere le basi per il successo lo stesso si può dire dei programmi sulle celle: questa diventerà una consolidata competenza centrale per il gruppo Volkswagen entro il 2030, con l’elevato livello della tecnologia delle batterie affiancato da una rete efficiente ed organizzata di punti di ricarica in grado di accontentare una clientela dalle dimensioni crescenti ogni giorno di più.

Già nella giornata dedicata esclusivamente alle batterie in Volkswagen avevano rivelato di puntare a ridurre del 50% i costi e dell’80% gli impieghi differenziati delle celle, optando per una cella unificata con fattore-forma prismatico che sarà in grado di accontentare la maggior parte delle necessità cambiando chimiche nei catodi, dalle LFP come livello base, all’high manganese per gli alti volumi al nickel rich per i modelli ad alte prestazioni. Come noto saranno sei le Gigafactory in Europa per 240 GWh di capacità a fine decade.

Se il sito svedese di Skellefteå era già chiaro e definito, con apertura prevista per il 2023, oggi la presentazione della strategia New Auto ha offerto al gruppo la possibilità di annunciare che per il sito tedesco di Salzgitter, Volkswagen collaborerà con Gotion High-Tech, partner cinese nel quale i tedeschi hanno già investito e che contribuirà a mettere in moto il sito produttivo entro il 2025.

Nella stessa area un differente impianto pilota (realizzato con aiuti pubblici provenienti da Berlino) si occuperà invece con gli americani della startup QuantumScape di produrre le primissime celle con elettroliti allo stato solido, che saranno la svolta dell’auto elettrica di fine decennio e in cui Volkswagen ha investito in tempi non sospetti.

Ma tornando alle fabbriche di celle meno futuristiche, per la terza Gigafactory Volkswagen ha confermato la Spagna come regione prescelta per un sito da 40 GWh di capacità annua: nella penisola iberica possiamo aspettarci una completa ed integrata catena del valore delle batterie, anche con fasi upstream riguardanti le materie prime.

Il tutto grazie non in piccola parte alla decisione di ieri dell’esecutivo di Madrid di destinare €4,3 miliardi provenienti dalla dotazione del recovery fund continentale all’auto elettrica, alle sue batterie, all’infrastruttura di ricarica. Inoltre per il 2025 la Spagna è stata confermata come area in cui nascerà l’elettrica “piccola e conveniente”, un modello che per quella data la cella unificata e i cali dei costi dovrebbero rendere plausibile, anche senza sussidi.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Volkswagen AG