BATTERIE

CATL promuove le batterie agli ioni di sodio

All’ultima assemblea del colosso delle batterie, Robin Zeng ha confermato l’avvio della produzione di celle super-economiche e super-green, per CATL anche un’assicurazione contro il super-ciclo delle materie prime

Robin Zeng, fondatore di CATL e uomo più ricco di Hong Kong, ha detto a una recente assemblea degli azionisti che il suo gruppo consegnerà le prime batterie agli ioni di sodio a luglio. Inizialmente le prime celle avranno costi superiori a quelle delle tradizionali agli ioni di litio nelle varie chimiche disponibili, per il ridotto volume della produzione iniziale.

Ma l’investimento dello scorso anno di CATL nel nuovo 21C Innovation Lab, che come il gruppo controllante ha sede a Ningde, nella provincia meridionale del Fujian, è destinato a nuove tecnologie e percorsi alternativi a quelli che oggi costituiscono la quota maggioritaria del mercato, e l’azienda è intenzionata a mettere a frutto meccanismi di scala che hanno già funzionato con le celle agli ioni di litio: dalle più economiche LFP a quelle NCM a maggiore densità di energia.

Le batterie agli ioni di sodio funzionano con un meccanismo di intercalazione non differente da quello degli ioni di litio, che li porta durante la fase di carica e scarica a cercare di inserirsi nell’elettrodo usandolo come uno “scaffale”. Dal lato dell’anodo non sembra molto probabile che venga scelta la convenzionale grafite, che ha controindicazioni abbinata al sodio; ma non mancano le alternative, come TiO2, composti basati sul silicio, l’hard carbon e, più di recente, studi sui dicalcogenuri dei metalli di transizione anche in combinazione con grafene.

Le celle agli ioni di sodio hanno una densità di energia gravimetrica media più bassa di quelle convenzionali: 120/130 Wh/kg, quando a livello di cella agli ioni di litio ne esistono da 330 Wh/kg (ad esempio la Generazione 4 Farasis Energy).

Ammettendo che CATL riesca a scendere molto rapidamente coi prezzi delle celle agli ioni di sodio, i mercati possibili per questo settore saranno anzitutto l’accumulo, come alternativa alle batterie convenzionali in fase di second life, per la loro maggiore stabilità del materiale rispetto al litio, che consentirà di aprire siti anche di grandissima capacità senza particolari preoccupazioni per la sicurezza.

Un secondo aspetto riguarda la capacità delle celle agli ioni di sodio di accettare senza decadimenti di prestazioni o di durata di vita utile le ricariche molto veloci. Questo le rende interessanti per mezzi che hanno bisogno di pacchi batterie piccoli e leggeri, ma in grado di sopportare molte ricariche, meglio se veloci: in pratica la carta d’identità dell’uso per la micro-mobilità urbana, legata a due e tre ruote e monopattini elettrici. Non a caso una delle prime aziende emerse, la startup francese Tiamat, ha montato celle come queste su scooter.

Ma prima dei francesi (e ora di CATL) l’azienda che appariva più promettente nel proporre al mercato celle agli ioni di sodio è stata quella fondata da Jerry Barker: Faradion. La startup britannica ha ormai iniziato a commercializzare celle pouch disponibili a meno di $80 al kWh, un prezzo inferiore a quello fatidico delle celle agli ioni di litio oggi vendute nelle varie configurazioni.

Le celle, che su licenza saranno prodotte da AMTE Power, sono definite super-green da Faradion perché le più recenti formulazioni dell’azienda britannica saranno senza nichel, senza rame, senza cobalto. A livello di materie prime, il termine super-green è quindi commensurato ad un impatto ambientale molto basso.

E questo suggerisce un altro motivo per l’interesse di CATL per la tecnologia degli ioni di sodio. In Cina le autorità, i pianificatori di Pechino, stanno guardando con sempre più attenzione il fenomeno della crescita dei prezzi delle materie prime, in atto ormai dalla fine del 2020, quando la ripresa economica è diventata una certezza, almeno a quelle latitudini.

A un recente seminario della LME Asia Metals, un sondaggio tra gli addetti ai lavori delle commodities ha rivelato che solo il 6,49% riteneva possibile il verificarsi di un super-cycle con conseguente esplosione dei prezzi, anche se qualche attenzione particolare dovrà essere dedicata a ferro e litio.

La influente e temuta National Development and Reform Commission ha anche ammonito il settore che lo terrà d’occhio per evitare speculazioni, e che si aspetta di vedere il mantenimento di prezzi ordinati. Ma gli avvisi di Pechino potrebbero bastare a intimorire il mercato domestico, non quello globale ed esperienze recenti, dalla crisi sanitaria a quella dei chip hanno mostrato quanto problemi locali tendano a diventare rapidamente mondiali.

Così non c’è da stupirsi se per un gruppo delle dimensioni di quelle di CATL Zeng auspichi l’apertura di un nuovo mercato come quello degli ioni di sodio: non creerà problemi di concorrenza interna nelle materie prime con quelle esistenti, sarà una diversificazione e un’assicurazione contro futuri possibili colli di bottiglia.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Daimler AG