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In California scontento un cliente dell’auto con la presa su cinque

Studio dell’università di California Davis vaglia la soddisfazione della clientela americana più abituata all’auto elettrica e la maggior fonte di scontento emersa è stata la ricarica domestica

L’università di California Davis è da anni impegnata a comprendere a fondo i trasporti, il traffico, i fenomeni della mobilità, con centri di eccellenza come l’Institute of Transportation Studies dove è presente anche il programma 3 Revolutions Future Mobility diretto da Giovanni Circella.

Recentemente i suoi ricercatori si sono applicati a capire se il passaggio da auto convenzionale ad auto con la presa della clientela dello stato del Pacifico (quello in cui l’auto a zero emissioni locali ha il mercato più grande degli Stati Uniti ed il maggior supporto pubblico) accontenti e in che misura chi ci si è misurato.

Dai dati messi insieme da Scott Hardman e Gil Tal con un sondaggio che ha coinvolto 4167 clienti di BEV e PHEV emerge che il 19% dei proprietari di BEV (le vetture al 100% elettriche) e il 21% dei proprietari di PHEV (ossia ibride ricaricabili) fanno o faranno marcia indietro tornando a modelli convenzionali.

Se un cliente su cinque pensa alla retromarcia, gli altri sono apparsi convinti di una buona scelta nel passare alle zero emissioni locali o alla possibilità di autonomia relativamente lunga in elettrico come è il caso delle ibride ricaricabili.

Ma in questo caso è probabilmente sapere più interessante cosa occorre superare per ridurre il numero di scontenti: in effetti quelli facili da convincere magari stanno già guidando un’auto elettrica e, con il crescere della quota di mercato delle auto plug-in, aumenterà lo spazio di chi è meno disposto a passare sopra alle difficoltà o alle scomodità.

Scontenti che nello studio dell’università di California Davis non appaiono poi così numerosi in modo categorico, considerato che solo il 24,3% di quelli che hanno messo da parte un veicolo elettrico puro hanno dichiarato di non pensare di acquistarne uno in futuro. Il 65,2% si sono detti probabilmente disposti a ripensarci ed il 10,5% incerti. Nel caso di chi rinuncia a un PHEV quella percentuale di gente disposta a ripensarci sale al 69%.

Secondo Hardman e Tal, questo suggerisce che nei nuclei familiari la ragione più frequentemente indicata da chi decide che l’auto con la presa non fa per lui non è stata l’autonomia di percorrenza. Nella maggior parte dei casi aveva piuttosto a che fare con le difficoltà della ricarica. In molti l’hanno indicata come il principale collo di bottiglia dell’accettazione della tecnologia full electric.

Questo sembrerebbe confermato da una quota lievemente superiore di rinunce di proprietari di ibride ricaricabili (che nella loro configurazione di utilizzo misto o solo termico non hanno problemi di autonomia) rispetto a quelle elettriche pure.

Un punto che non ha convinto chi ha abbandonato l’auto elettrica pura è stata l’assenza di una opportunità più rapida di ricarica a domicilio. In California in effetti la ricarica disponibile presso i privati, il Livello 1, è di solito con tensione a 120V, mentre il Livello 2, che si appoggia a 220/240V non è la norma.

Un punto da considerare anche in prospettiva futura è che chi passa all’auto elettrica oggi e resti deluso dell’autonomia in un futuro prossimo potrà comprarne nuovi con autonomia migliorata, ma che un genere di ricarica domestica differente non sarà così dietro l’angolo, almeno in California.

Un’altro motivo talvolta sottolineato nei sondaggi dai californiani scontenti che non acquisteranno un’altra elettrica dopo la prima è stata l’intenzione in alcuni casi di diminuire il numero di veicoli a disposizione: essendo l’elettrica una seconda auto, è stata questa a farne le spese.

Nel caso delle ibride ricaricabili tra i motivi per rinunciare a questo tipo di modello sono stati anche indicati la residenza in condominio (e quindi torna in qualche modo siamo di nuovo al tema della ricarica) e all’apparenza il minor gradimento del pubblico femminile, il che appare più un parametro statistico che di genere.

Lo studio, intitolato: “Discontinuance Among California’s Electric Vehicle Buyers: Why are Some Consumers Abandoning Electric Vehicles?”, ha anche compilato dei parametri di gradimento delle marche di auto elettriche.

Poco sorprendentemente, i californiani si sono dimostrati molto affezionati al loro costruttore di casa: molto pochi quelli inclini a dire addio a una Tesla. Dall’altro lato del gradimento risulta alto (come da grafico a pagina 3 dello studio) il numero dei possessori di Fiat 500 che hanno ripreso la via dell’auto convenzionale.

È peraltro il caso di precisare che la 500 elettrica su cui i californiani esprimono il parere è la compliance car che dai tempi di Sergio Marchionne il gruppo era costretto a mettere in vendita per le norme locali, lontanissima parente dell’attuale che invece in Italia, ma anche in Francia e Germania i mercati stanno accogliendo bene.

In effetti la 500 nata per la California (che nemmeno era acquistabile in tutti i 50 stati americani) aveva limitatissima autonomia rispetto alla nuova e non poteva neppure essere ricaricata in modalità fast: anche in questo caso torna in primo piano il fattore ricarica domestica.

Credito foto di apertura: Paul Hanaoka on Unsplash