John Krafcik è sceso dal «robotaxi»
Un “uomo dell’auto” cede il posto di amministratore delegato a Tekedra Mawakana e Dmitri Dolgov: una mossa che sembra alludere per il futuro di Waymo a una azienda ancora più concentrata su tecnologia e servizi
Dopo cinque anni e mezzo, da ieri John Krafcik non è più l’amministratore delegato di Waymo, la società leader mondiale nella tecnologia della guida autonoma e nata sulle ali del progetto della Google car, da tempo ormai accantonata per spingere la società a concentrarsi su hardware, software e servizi.
After 5 exhilarating years leading this team, I’ve decided to depart from my CEO role at Waymo & kick-off new adventures. To start, I’m looking forward to a refresh period, reconnecting with old friends & family, and discovering new parts of the world. /1 https://t.co/cP2tZTQdu0 https://t.co/doPoW6wWli— John Krafcik (@johnkrafcik) April 2, 2021
La comunicazione l’ha data lo stesso Krafcik dapprima sul suo profilo Twitter personale e poi con un più lungo post sul blog aziendale. Nello stesso testo il manager chiarisce che a dividersi le sue funzioni saranno Tekedra Mawakana (che finora aveva l’incarico di chief operating officer) e il numero uno della tecnica Dmitri Dolgov, considerato uno dei maggiori esperti mondiali della tecnologia della guida autonoma e membro della squadra lanciatasi nel mondo delle auto che si guidano da sole fin dagli albori, nel 2009.
Krafcik, che resterà consulente della società che fa capo al gruppo Alphabet, dentro al team manageriale di Waymo era il car guy: ovvero l’uomo con esperienza nelle quattro ruote. Un’esperienza dovuta a fasi di attività in Ford e Hyundai oltre, agli inizi della carriera di ingegnere, a quella in una fabbrica compartecipata da Toyota e GM in California che poi si è trasformata nel primo impianto Tesla, ancora in piena attività a Fremont.
Il ruolo di Krafcik è stato trasformare Waymo, che quando è entrato in azienda non era ancora il nome di questa divisione di Google, da reparto ricerca e sviluppo con obiettivi poco chiari in una azienda della tecnologia con un ruolo di leader nel settore.
La maggioranza degli addetti ai lavori sono oggi convinti che questo sia in effetti il posto occupato grazie al lavoro di un team che ha preceduto la concorrenza in molti traguardi di applicazione pratica, in particolare aprendo il primo servizio di robotaxi in Arizona ed il primo con una licenza commerciale, facendo inoltre per prima a meno dei supervisori a bordo.
Come ha scritto ieri il Wall Street Journal, se questi traguardi sono stati il frutto di un lavoro collettivo di grande successo, Krafcik ha avuto un ruolo diretto nel far leva sulla sua competenza e reputazione automotive con manager dei gruppi auto per convincerli dell’importanza e del potenziale della tecnologia di Waymo applicata al loro prodotto.
Un lavoro di convincimento nel quale lo ha aiutato il fatto che Alphabet non abbia puntato a produrla davvero in serie la sua Google car, preferendo invece vendere il Waymo Driver (il sistema di guida autonoma), i servizi Waymo Via per i veicoli commerciali e il Waymo One con cui offre servizi di taxi privati. Così hanno potuto svilupparsi nel tempo collaborazioni con l’ex-FCA, Jaguar Land Rover, e l’Alleanza franco-giapponese.
Ma si potrebbe anche arguire che la riuscita dell’opera di convincimento di Krafcik con il mondo automotive sia stata così efficace che ormai i gruppi auto con Waymo intendano discutere e trattare solo riguardo alla tecnologia, coi ruoli ben distinti. In questa prospettiva Dolgov e la sua collega Mawakana, proveniente dal settore internet, hanno tutto quello che serve per dare risposte alla clientela dell’auto e della logistica.
Dal settore della tecnologia e da quello dei servizi di ride hailing nel prossimo futuro i vertici di Alphabet si attendono che chi guiderà Waymo sappia mettere insieme una via verso ricavi e margini. Ricavi e margini che finora non sono stati una richiesta pressante da parte di chi comanda a Mountain View, anche perché John Krafcik è riuscito ad attirare anche investimenti esterni oltre a usare le risorse interne, ma che nel futuro all’apparenza diventeranno più importanti di quanto siano stati finora.