AUTO

Quel cambio di consonante dopo 66 anni

Da maggio Volkswagen of America diventa Voltswagen. Anzi no: era solo un elaborato “pesce d’aprile”. Tutto per sostenere il lancio decisivo del crossover ID4 nel mercato di casa di chi ha messo sulla mappa l’auto elettrica

Stamattina ha fatto notizia come Volkswagen dopo 66 anni di presenza negli Stati Uniti avesse deciso di non chiamarsi più Volkswagen of America ma Voltswagen. Come ad ampliare l’impegno in una direzione ben precisa senza attendere di avere una gamma tutta elettrica come ha già Tesla né accontentandosi di ridisegnare il logo, come ha fatto General Motors inserendo una presa elettrica nella “M” del marchio.

Ma era l’inizio di una sciarada.

Della nuova ragione sociale si sono accorti per primi alla TV finanziaria americana CNBC: notando che (apparentemente per errore) sul sito ufficiale della divisione americana era stato pubblicato un comunicato stampa datato 29 aprile che annunciava il cambio in Voltswagen: una consonante diversa scelta per sottolineare le intenzioni future del gruppo da quando è al suo timone Herbert Diess.

Subito rimossa, quella bizzarra nota ufficiale ha scatenato la curiosità di molte agenzie di stampa e ovviamente delle testate specializzate, incluse alcune qualificate come Car and Driver, che non credevano alla reale intenzione della succursale di voler cambiare nome, anche se apparentemente solo negli States.

Invece è poi stata la casa a confermarlo, con la nota stampa che riproduciamo qui sopra e cambiando anche nome al profilo Twitter. E’ stato indicato in maggio l’inizio dell’impiego del nuovo nome e la nota ha fornito dettagli ulteriori per rendere la cosa credibile.

Ad esempio che oltre alla transizione nella ragione sociale, sul prodotto (analogamente a quanto avviene per alcuni marchi asiatici come ad esempio Toyota o Nissan) il logo delle auto elettriche Voltswagen avrebbe avuto fregi color azzurro, mentre quello delle Volkswagen convenzionali conservato il blu scuro.

Ma a fine giornata, quando ormai in Italia era notte, diventava man mano chiaro che al cambio di nome della ragione sociale americana non si sarebbe dato seguito: faceva parte di una campagna destinata a far parlare della casa tedesca in un momento cruciale. Oltre Atlantico è appena stato messo in vendita il crossover ID4.

Un modello su cui a Wolfsburg l’amministratore delegato austriaco ed i suoi manager contano molto per attaccare le quote dominanti Tesla nel settore delle elettriche pure, in un assalto quasi coordinato con l’alleato Ford, che proprio in queste settimane vede un forte interesse per il suo SUV sportivo elettrico Mustang Mach-E.

Dopo 66 anni in America, per i tedeschi cominciare ad ottenere cifre accettabili nel mercato delle elettriche è fondamentale. Si tratta di un prologo che deve partire col piede giusto prima di una fase imminente in cui ID4 sarà costruito in Tennessee, nel sito di Chattanooga che dal 2022 si aggiungerà alle tedesche Zwickau e Dresda e alla cinese Anting nella produzione di modelli basati sulla piattaforma MEB.

Inutile dire che la fabbrica del sud degli Stati Uniti deve avere una capacità di utilizzazione elevata, perché anche l’America possa apportare un contributo sostanziale al piano di arrivare a vendere il 50% della flotta immatricolata nel 2030 in versione elettrica.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Volkswagen AG