Furgoni elettrici sì, furgoni elettrici no
Il Nasdaq non ha festeggiato come previsto l’ingresso della startup Arrival e dei suoi furgoni elettrici, ma il settore è ancora caldo e farà ripartire una ex-fabbrica di Hummer
La startup britannica Arrival non ha cominciato in bellezza la sua presenza al Nasdaq: da mercoledì è diventata effettiva la fusione inversa con la società veicolo (o SPAC) CIIG Merger Corp appartenente ad un ex-manager della società dell’entertainment Marvel.
La capitalizzazione di borsa di Arrival alla chiusura di ieri era di poco meno di $700 milioni: distante dai massimi accreditati alla sola SPAC nel dicembre 2020 ($900 milioni), mentre la valutazione complessiva è di $13 miliardi rispetto ai $5,4 del novembre 2020.
Certo si tratta di una crescita sostanziale in pochi mesi: ma guardando alle ultime ore i titoli della società emersa dalla combinazione dei due partner il quadro non è al 100% roseo. Il titolo è sceso subito del 15% chiudendo a $18,34 in un panorama peraltro in cui altri titoli della tecnologia e mobilità sono arretrati.
Ieri Arrival ha ripreso quota e oggi per chiudere la settimana sembra risollevarsi ancora, ma certo senza una esplosione di interesse. Nel complesso l’interesse per le SPAC resta sostenuto, considerato che hanno già raccolto in questi primi mesi del 2021 quanto nell’intero 2020, secondo la rete televisiva finanziaria CNBC. Ma gli investitori sembrano diventare più selettivi e non comprare più a piene mani.
Nonostante i segnali paiano segnalare una certa stanchezza verso il continuo flusso di offerta che arriva da startup e aziende emergenti, Arrival ha poco da lamentarsi. L’azienda fondata dal russo Denis Sverdlov e che effettua test da alcuni anni, con la fusione inversa ha in cassa $660 milioni per finanziare le micro-fabbriche dove costruire furgoni ed autobus elettrici per aziende della logistica (come UPS che ha un’opzione per 10.000 unità) e operatori delle flotte.
Il relativo rallentamento che tocca Arrival non significa che il settore dei veicoli commerciali elettrici nel complesso sia in stasi. Lo suggerisce la trattativa a buon punto tra SF Motors, divisione americana del gruppo cinese Sokon, e il produttore di furgoni statunitense Electric Last Mile.
Per $145 milioni gli americani rileveranno una fabbrica nell’Indiana appartenuta in passato ad AM General, hanno confermato i cinesi e dopo il perfezionamento riceveranno anche la licenza di distribuire in Nord America due modelli elettrici EC35 e D51, in un accordo che prevede la fornitura di componenti da parte del gruppo di Chongqing.
Electric Last Mile, con sede a Troy, Michigan, nella fabbrica di Mishakawa dove venivano assemblati Hummer fino al 2009 intende iniziare a produrre furgoni elettrici a partire dal terzo trimestre di quest’anno, battendo sul tempo anche Arrival che l’ha prevista dall’ultimo trimestre.
Anche il costruttore americano è passato da una SPAC, con Forum Merger III Corp.: una operazione valutata $1,4 miliardi; il suo CEO è James Taylor, che dell’impianto dell’Indiana era stato il direttore quando là si costruivano i grandi SUV.