Da Tesla a Netflix: il business auto cambia così
Volkswagen dopo aver suggerito di aver imparato dal modello di Elon Musk, dalla prossima estate inizierà anche a dare la caccia agli abbonamenti ai servizi in auto
La marca Volkswagen, come il gruppo dallo stesso nome, si attende una grande spinta elettrica: ha un obiettivo 2021 di oltre 450.000 vetture con la presa immatricolate (300.000 vetture basate sulla piattaforma MEB al 100% elettriche, oltre a circa 150.000 ibride plug-in), il che si traduce in oltre il doppio dell’anno precedente.
Ma l’argomento del giorno nella conferenza stampa annuale del marchio del Maggiolino e della Golf, dopo che il tema delle batterie è stato la grande novità di questa settimana nelle notizie provenienti da Wolfsburg grazie al Power Day, è stata la digitalizzazione. Una digitalizzazione che prosegue con costanza e che la prossima estate vedrà un passo importante per il modello di business 2.0 del marchio.
Saranno infatti avviati test di modelli di abbonamento e di funzioni opzionali aggiuntive in sei città tedesche, per scoprire se i clienti delle ID3 accetteranno con entusiasmo formule come il pagamento on demand per funzionalità in grado che attirino chi è a bordo grazie alla connettività. Un settore che attrare tutti i gruppi auto e che è già una realtà nei ricavi delle aziende dell’elettronica di consumo e in quelle dell’infotainment.
E, prima di commentare con faciloneria “basta fare come Netflix”, in Germania dovranno misurare e capire (e come loro tutte le case auto) il grado di predisposizione a spendere ulteriormente dopo aver acquistato un bene semi-durevole come un’auto che ha un cartellino del prezzo ben maggiore di uno smartphone o una macchina fotografica.
Certo in Volkswagen sanno benissimo che numerosi servizi non manca chi è disposto a pagare per averli sullo smartphone, come su molti altri dispositivi. Quando si scopre che in una buona macchina fotografica digitale poter eseguire un time lapse richiede un’app aggiuntiva che costa pochi euro, il pubblico generalmente risponde favorevolmente.
Volkswagen prevede che queste nuove attività dai servizi on demand o in abbonamento genereranno ricavi per centinaia di milioni di euro già entro il 2025, come ha affermato durante le conferenza stampa il numero uno della marca Ralf Brandstätter.
La risposta anzitutto risiede nella praticità ed efficienza del servizio, ed è anche un incentivo per il gruppo tedesco a fare rapidi progressi nel successo della nuova divisione che si occupa del digitale e dei sistemi operativi Car.Software Organization, che ha avuto un battesimo del fuoco coincidente con le difficolta del lancio su Golf 8 ed ID3.
Riuscire a presentare un servizio facile da usare ed efficace sarà il primo passo per riuscire a convincere a usare servizi integrativi, a cominciare da quelli di navigazione e sul traffico che sulle automobili, incluse quelle premium, sentono la concorrenza spietata degli agili servizi disponibili via smartphone.
Il responsabile vendite Klaus Zellmer nel Q&A odierno ha anche fatto un quadro ulteriore al di là del settore scontato della navigazione. Contando soprattutto sul ruolo crescente del software e della possibilità di aprire o chiudere un programma ed una funzione.
Incluso quelle ADAS di alto livello: perché un cliente dovrebbe spendere molti soldi per un supporto di assistenza alla guida avanzato se la maggior parte dei chilometri li fa in coda in tangenziale da pendolare? Ma lo stesso cliente potrebbe essere interessato a usare un sistema ACC avanzato se in estate compirà un lungo viaggio con molti chilometri di autostrada.
Zellmer si è perfino spinto più in là con offerte che saranno ritagliate su misura sulle caratteristiche dell’uso di un’auto che farà il cliente. Per clienti con auto elettriche che faranno spesso lunghi viaggi non è lontano il giorno in cui le case saranno in grado di aggiungere autonomia digitalmente. Da quest’anno del resto gli aggiornamenti via etere su ID3 ed ID4 avverranno ogni 12 settimane, e dai veicoli del futuro, a cominciare nel caso di Volkswagen dal progetto Trinity potremo aspettarci ulteriori sorprese, con allestimenti che dipenderanno più dal software che dall’hardware.