ECONOMIA CIRCOLARE

Le prime batterie Leaf tornano in fabbrica

I muletti utilizzati nelle linee di produzione dell’impianto Nissan di Oppama offrono una eccellente opportunità di uso second life alle celle delle prime Leaf uscite sui mercati

Nissan ha iniziato ad assegnare una nuova destinazione alle celle contenute nei pacchi batterie della primissima generazione di Leaf, quelle con la capacità iniziale netta di 22 kWh, allungandone la vita utile di altri sette, otto anni prima che arrivi il momento di prendere la via del riciclo finale dei materiali attivi e dei collettori di corrente.

Presso la fabbrica giapponese di Oppam,a Nissan ha in funzione circa 700 AGV (automated guided vehicles), muletti a propulsione elettrica che viaggiano attraverso le linee di montaggio su percorsi prestabiliti, mentre sono circa 4.000 quelli attivi in tutti gli impianti globali. Adesso gli ingegneri della casa asiatica hanno trovato il modo di riutilizzare in modalità second life le celle Leaf negli AGV.

La prima Leaf aveva le celle AESC Envision alloggiate in 48 moduli, e dallo scorso anno i tecnici si sono messi al lavoro insieme ai partner di 4R Energy per inserire celle già utilizzate per uso veicolare sugli AGV, che hanno un impiego meno stressante rispetto a quello di un veicolo impegnato nel traffico.

Una capacità del pacco batterie del 70% non è più adeguata per un’auto elettrica, ma può esserlo per un impiego in un sito industriale, dove con percorsi prestabiliti l’autonomia non è un problema e il momento della ricarica tra gli impieghi può essere pianificata accuratamente lungo i tragitti con ripetute soste periodiche da 30″ di auto-ricarica. L’operazione di ricarica con celle agli ioni di litio è automatizzata e rapida, mentre i precedenti moduli al piombo richiedevano l’estrazione per collegarli alle prese.

Gli AGV sono peraltro legati alla banda magnetica che seguono lungo le linee di assemblaggio, e cambiare percorsi richiederebbe tempo e denaro. In futuro i progressi dei sistemi di guida autonoma e il calo dei prezzi dei sensori che richiedono potrà anche consentire soluzioni alternative di ricarica fuori dai percorsi fissi attuali. Anche le tecnologie di connettività (come il 5G) sembrano anticipare opportunità di semplificare e razionalizzare ulteriormente l’impiego di questi macchnari dentro alle fabbriche.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Nissan Motor Global