Il nuovo Honda HR-V diventerà ibrido
La nuova generazione del modello giapponese nato crossover sembra spostarsi verso la fascia dei SUV compatti: con linee e dimensioni che cambieranno di conseguenza
Si sono dati appuntamento i marchi giapponesi con le novità per il mercato europeo: nel giro di poche ore tolti i veli al Nissan Qashqai e all’Honda HR-V, modelli accumunati anche dall’essere entrambi arrivati alla terza generazione e dall’acquisire una versione ibrida che si annuncia essenziale per il successo delle nuove versioni. Essendo previsto a fine anno, il nuovo arrivo Honda appare destinato a precedere quello Nissan, considerato che per l’E-Power occorrerà attendere il 2022.
Nel caso della marca fondata da Soichiro Honda, l’HR-V nel 1998 era stato lanciato con l’espressione Joy Machine, che è rimasta attaccata a un crossover di concreto successo. Questa generazione appena presentata sembra fare un passo avanti spostandosi verso l’estetica SUV.
La potremo vedere dal vivo con un tratto di linee che sembrano più generose in dimensioni delle precedenti, una impressione che attendere però la conferma da una scheda tecnica su cui per ora i giapponesi sono stati abbottonati.
Malgrado la tendenza ad addolcire le spigolosità della matita dei designer, il nuovo SUV HR-V appare più alto, con fiancate molto alte ma lineari e alcuni motivi che ormai sembrano sempre più una necessità ai centri stile: in particolare i parafanghi anteriori dritti ed altissimi. Lo stile sui due lati del Pacifico non sembra quasi poterne fare a meno ormai, dopo aver sdoganato per veicoli passeggeri linee che un designer del secolo passato avrebbe proposto solo per un veicolo commerciale leggero.
Il muso è ormai molto distante da quello sfuggente del CR-V, con una griglia molto lineare ben riuscita, coi listelli orizzontali che riescono ad alleggerire ampi spazi di lamiera come in un gioco di carta della tradizione giapponese. I fari sottili anteriori e posteriori (dietro a tutta larghezza) stanno diventando una costante e anche Honda ormai si adatta, dopo aver conservato ben altre dimensioni dei gruppi ottici anteriori solo per un modello di nicchia come la elettrica E.
La rivoluzione Honda per il SUV compatto HR-V oltre che nelle linee è sotto il voluminoso cofano: si passa all’ibrido, e dovendo scegliere tra l’I-MMD del CR-V e l’E:HEV del Jazz la scelta è caduta sulla seconda opzione. Un propulsore a benzina da 1,5 litri I-VTEC a ciclo Atkinson è sposato con due motori elettrici.
Il motore convenzionale può fare sia da generatore che inviare il movimento alla ruota, una soluzione scelta per contenere i consumi nelle fasi di accelerazione. Normalmente l’energia del motore convenzionale è inviata al primo dei due motori elettrici che fa da generatore per il secondo, che invia il movimento alle ruote passando per una trasmissione E-CVT. La combinazione sviluppa 109 cavalli e 253 Nm di coppia nel caso della Jazz e sembra ragionevole che quando la vedremo sull’HR-V i dati riscontrabili non saranno inferiori.
Honda con il nuovo HR-V non corre rischi con l’abitabilità, già apprezzata nelle prime due versioni. Lo spazio considerevole per le persone nei sedili anteriori si conferma, mentre quelli che sono stati definiti Magic Seats continuano ad assicurare la loro modularità e flessibilità nella parte posteriore di questo SUV compatto.
Quanto al cruscotto, Honda sembra aver voluto continuare sulla linea già nota alla clientela senza stravolgimenti. Non ci sono ancora dettagli sulla dotazione ADAS, sulla connettività o sull’infotainment di bordo, per i quali la disponibilità dei pacchetti della Jazz che condivide la motorizzazione sembra una plausibile base di partenza.