AUTO

Evergrande porta a nove modelli la gamma Hengchi

Arrivano altre conferme che nelle ultime settimane la divisione delle auto elettriche del chiacchierato gruppo cinese è diventata uno dei canali di investimento preferiti e i lanci Hengchi un balsamo

Finora ne abbiamo sentito parlare di sfuggita: per un paio di operazioni in Svezia, come l’acquisto di NEVS (subentrata a Saab incluso nella storica fabbrica) e per una quota del capitale della casa delle supercar Koenigsegg. Ma il gruppo Evergrande, come aveva fatto quando è entrato nel mondo del calcio, continua a muoversi per dimostrare di poter fare le cose senza risparmio di mezzi.

La settimana scorsa la divisione auto Evergrande aveva pubblicato foto e video di alcuni modelli impegnati in quei test invernali così probanti per le auto elettriche come quelle su cui i cinesi hanno deciso di puntare.

Adesso hanno rivelato brevi video di ben tre nuovi modelli. La divisione dell’auto elettrica di uno dei maggior gruppi cinesi nell’immobiliare (e nella sanità) come abbiamo già scritto non fa le cose in piccolo. La scorsa estate aveva reso noti i primi modelli della sua marca di auto elettriche, Hengchi, presentandone ben sei insieme, tutti caratterizzati da un numero crescente.

Dalla 1 (una berlina di lusso che potete vedere nella foto di apertura) a una antologia di SUV e crossover. Per queste elettriche, la cui produzione secondo la casa sarà suddivisa tra Shanghai e la provincia del Guangzhou dove è nato il gruppo, attualmente è in corso la produzione di vetture pre-serie e le prove invernali rientrano in questa fase della commercializzazione.

Oggi invece sono state presentate la Hengchi 7 (una berlina), la 8 (una familiare) e la 9 (un SUV di taglia media). La notizia è stata sufficiente a far salire le azioni di Evergrande quotate ad Hong Kong del 22% fino al massimo di 60,20 dollari dell’ex-colonia.

I progressi sul mercato azionario della divisione dei NEV, i new energy vehicle come in Cina si usano definire elettriche e fuel cell, hanno portato la capitalizzazione della sussidiaria all’equivalente di circa 67 miliardi di dollari americani: si tratta di oltre il doppio della valutazione della società controllante.

Sorprendente e ancora più sorprendente se si pensa che il gruppo di Shenzhen (ma che ha familiarità con le sedi alle isole Cayman) recentemente è stato spesso sulle testate finanziarie per l’elevato livello di indebitamento: il più grande al mondo per il proprio settore, e per questo motivo spesso bersaglio degli short seller.

Il balzo di queste ore fornisce ulteriore slancio portando a una crescita del 93% da inizio gennaio a una realtà che non ha ancora venduto un’auto ma che alla fine del mese scorso ha trovato sei entità interessate ad un investimento di 952,38 milioni di azioni che hanno portato nelle casse di Evergrande New Energy Vehicle Group l’equivalente di 3,35 miliardi di dollari.

La generosità verso il settore sembra quindi proseguire, dopo che il denaro fresco ha nel recente passato letteralmente rincorso le mosse di startup cinesi come NIO, Xpeng e WM Motor. Una parte di questa improvvisa manna si riversa anche in Europa: Evergrande non ha solo un pallino per la Svezia, ma la sua piattaforma elettrica 3.0 è stata sviluppata dalle società specializzate Benteler ed FEV Group. Inoltre si è servita di aziende tedesche esperte nell’ingegnerizzazione come EDAG e Hofer e per mettere a punto il design anche di fornitori italiani come Pininfarina ed ICONA.

Credito foto di apertura: sito web Evergrande Group