AUTO

Più Germania nella produzione elettrica BMW e Mini

Ruoli più strategici a Monaco di Baviera e a Lipsia per la futura produzione elettrica del gruppo tedesco, che non costruirà più i motori tradizionali entro i confini

Il Gruppo BMW non ha ancora terminato la riorganizzazione per attrezzarsi a un futuro di manifattura elettrica: lo conferma oggi con una nota ufficiale che fornisce dettagli sui piani che riguardano i suoi impianti tedeschi e non. A cominciare dal cuore industriale dove il centenario stabilimento di Monaco di Baviera fino al 2026 sarà oggetto di investimenti per €400 milioni necessari al rinnovo.

Rinnovamento per certi aspetti clamoroso, perché dopo i reparti carrozzeria e verniciatura toccherà a quello motori, il know-how per cui la casa dell’elica è stata a lungo celebre e rispettata. Ma il fatto è che da Monaco quattro, sei, otto e 12 cilindri spariranno, accorpati negli impianti austriaco di Steyr e britannico di Hams Hall.

I motori termici BMW insomma lasceranno la Germania. Come avverrà anche a quelli Daimler che in modo altrettanto clamoroso li svilupperà d’intesa con la cinese Geely, appartenente al socio di maggioranza Li Shufu: nel giro di pochi anni proverranno quindi da oltre confine.

Il tutto nell’ottica di non sprecare risorse su tecnologie in declino e risparmiare subito: risparmiare, secondo BMW, mezzo miliardo di euro in costi fissi dribblati con agilità degna del miglior Lionel Messi.

A Monaco a metà degli Anni ’20 dove nascevano motori convenzionali arriverà una nuova piattaforma esclusivamente finalizzata a modelli elettrici, la cui creazione è stata confermata da pochi giorni dall’amministratore delegato Oliver Zipse. Monaco sarà il secondo impianto BMW a utilizzarla, mentre l’esordio avverrà con modelli costruiti nel sito ungherese di Debrecen.

Il membro del board BMW con deleghe sul settore della produzione Milan Nedeljković ha commentato nella nota: “stiamo sistematicamente implementando la nostra strategia di elettrificazione. Entro fine 2022 ognuno dei nostri impianti tedeschi produrrà almeno un modello di veicolo interamente elettrico”.

Se le future BMW di Monaco e Debrecen saranno orientate a modelli al 100% elettrici, altrove progettisti ed ingegneri gestionali del gruppo bavarese sembrano confrontarsi di continuo fino all’ossessione per domandarsi non solo “chi fa questo o quello” ma “dove possiamo farlo al meglio”, ovvero avvicinando l’utilizzo di un impianto al massimo della capacità.

Nel caso del marchio Mini questo comporterà una novità quasi altrettanto clamorosa della fine della produzione di motori tradizionali a Monaco: l’erede della Countryman uscirà dalla fabbrica di Lipsia.

Nel sito avviato nel 2005 questa produzione è prevista a partire dal 2023. Al contrario del caso di Monaco, Lipsia è stata scelta per un ruolo all’insegna della flessibilità visto che là si alterneranno produzione a marchio Mini e BMW: dal 2013 l’impianto della Sassonia è noto come casa dell’avveniristica elettrica I3, la cui produzione ha da tempo superato le 200.000 unità.

Il gruppo tedesco ha di recente investito oltre €100 milioni per una linea in grado di assemblare powertrain elettrici e pacchi batterie che entro il 2021 si inseriranno nella catena della fornitura interna. L’arrivo futuro di modelli Mini amplierà il portafoglio di Lipsia confermando il livello produttivo annuale a 350.000 auto l’anno. Grazie alla flessibilità della linea si potranno alternare veicoli ibridi, ibridi plug-in, elettrici puri: in pratica la carta d’identità dell’erede della Mini Countryman che sarà sul mercato in una varietà di formule di propulsione, dalle basse alle zero emissioni locali.

Le novità odierne sono una precisazione tutt’altro che di dettaglio rispetto alle anticipazione del numero uno Mini Bernd Körber risalenti a fine ottobre, che avevano indicato la data del 2023 per l’arrivo della seconda Mini al 100% elettrica, un modello al contrario del primo prodotto in Cina dalla joint venture locale con Great Wall Motor.

Lo spazio creato alla futura produzione elettrica Mini a Lipsia non fa pensare che nella strategia complessiva BMW l’impianto inglese di Oxford sia destinato a crescere nella propria capacità a breve o medio termine.

Credito foto di apertura: ufficio stampa BMW Group