La griglia non ingabbia più l’energia di Hyundai Kona
Per il crossover coreano prodotto in Repubblica Ceca è già arrivato il momento di un facelift che ne rende l’aspetto più lineare e dinamico; immutati motori e batterie
Per la versione elettrica al 100% della Hyundai Kona il momento del facelift segue in ordine di tempo quello della versione convenzionale, e la vettura coreana prende più autonomia stilistica grazie a un passo semplice ma decisivo quale è la sparizione della falsa griglia.
Il frontale ora più sgombro la differenzia in modo molto più accentuato dalle cugine a motorizzazione termica. Dove l’aria di famiglia viene conservata è nella fanaleria, con le luci di posizione LED sempre molto strette e molto alte sul cofano che sono condivise, così come i fari principali sfuggenti. Avere intorno tanta carrozzeria pulita li evidenzia, come avviene alle prese d’aria inferiori e laterali.
I parafanghi ed i fianchi sono molto riconoscibili anche sull’elettrica, ormai un modello europeo perché costruito in Repubblica Ceca dallo scorso marzo, con tratti molto approfonditi attorno alle ruote e alla linea di cintura, mentre solo dettagli minimi sono le differenze per l’estetica della parte posteriore.
Nell’abitacolo dell’elettrica di punta Hyundai (sempre più gradita anche in Italia, dove a ottobre è stata la terza più venduta) si nota la comparsa di un nuovo cruscotto digitale da 10,25 pollici, misura che riguarda anche quello centrale in alternativa a quello da 8 pollici.
Le opportunità di sfruttare la connettività crescono con il sistema Bluelink che accetterà anche comandi vocali, e pure i passeggeri dei sedili posteriori (adesso riscaldati) potranno avere a disposizione porte USB.
Nel campo del software e dell’automazione Hyundai in queste settimane è attivissima, e si muove per rilevare dal gruppo Softbank il controllo dell’azienda americana della robotica Boston Dynamics, un affare che però non potrà avere immediate ricadute sulla gamma auto, a cominciare da Kona e dalle sue sorelle.
Il successo della Kona elettrica non ha indotto a modifiche nell’assetto di motorizzazione e batterie, con la conferma dell’alternativa tra capacità di 39,2 kWh oppure 64 kWh. Quest’ultima continuerà a puntare sull’invidiabile rapporto contenuto/prezzo, a cominciare dal motore elettrico da 150 kW (204 cavalli) e con 395 Nm di coppia che fanno il paio con una sempre sostanziale autonomia di 484 chilometri misurati secondo gli standard WLTP.
Un’altra cosa che non cambia è la potenza massima di ricarica della Kona elettrica, che arriva alla soglia dei 100 kW in corrente continua. Considerato che questi livelli di potenza (disponibili ad esempio in alcune aree di servizio autostradali) potrebbero produrre stress per le celle, sarebbe stato sorprendente che fosse aumentata, mentre prosegue un contenzioso tra Hyundai e fornitore LG Chem su alcuni episodi di thermal runaway che hanno provocato una azione di richiamo in Corea del Sud.
La presentazione della nuova versione ritoccata esteticamente poteva essere il momento giusto per fare il punto su questo aspetto e rassicurare, ma per ora questo non è avvenuto. Secondo un recente articolo apparso su The Korea Times sarebbe stata SK Innovation a fornire le celle delle 12.000 Kona EV prodotte quest’anno in Repubblica Ceca, non è chiaro se in versione con chimica high nickel NCM 811 o con la più tradizionale NCM 523. Le Kona EV sottoposte a richiamo sono invece state prodotte in Corea del Sud tra 2018 e marzo 2020 con celle LG Chem.
