Secondo Baidu l’automazione è la risposta alle metropoli congestionate
Nella conferenza annuale del colosso di internet, il co-fondatore sostiene che grazie a computer, 5G e robo-taxi l’efficienza del traffico cinese crescerà fino al 30% entro il 2030
Baidu, che negli anni iniziali veniva spesso definita la google cinese, ogni anno accoglie la sua annuale conferenza per sviluppatori e clienti a Pechino, come fanno le più celebri società della Silicon Valley, da Apple ad Nvidia. E il colosso di Internet sembra altrettanto interessate delle sue rivali americane all’automotive.
Nel suo intervento all’edizione appena conclusa il fondatore Robin Li ha sostenuto che le tecnologie della guida ad elevata automazione, e più in generale quelle smart risolveranno i problemi di congestione delle metropoli dell’Asia in questa decade.
Baidu ha anche un messaggio di speranza per le prospettive dei gruppi auto attivi in Cina, perché si è detto convinto che l’automazione entro i prossimi anni consentirà alle città di prima fascia (Pechino, Shanghai, Guangzhou, eccetera) di rimuovere gli attuali limiti alle immatricolazioni. Oggi Pechino rilascia 100.000 nuove targhe ogni anno, 40.000 sono destinate a veicoli convenzionali ed il resto a veicoli a basse o zero emissioni locali.
Questi limiti, che comportano il fenomeno tutto locale della lotteria per aggiudicarsi le nuove targhe, possono non essere stati critici nella fase di stanca del mercato determinata dalla pandemia, potrebbero tornare a esserlo nei prossimi mesi, visto che già da un trimestre il mercato del nuovo cinese ha dato segni di ripresa, incluso per i NEV, i veicoli elettrificati.
L’infrastruttura di trasporto intelligente che si appoggia alla tecnologia della discusse (in Occidente) Huawei ed LTE aumenterà l’efficienza del traffico cinese fino al 30%, è convinto Li.
E contribuirà anche al miglioramento del prodotto interno lordo nazionale con un effetto compreso in una forchetta tra il 2,4 ed il 4,8%, man mano le nuove tecnologie trasformeranno l’intera supply chain del settore dei trasporti, forse pensando anche a quello altrettanto determinante delle merci.
La società pechinese alla conferenza ha sfoggiato la sua più recente tecnologia, che include un pilota virtuale rivale del Waymo driver di Alphabet, che conta sul sostegno del 5G. La rete ultra-veloce consente a un supervisore a distanza di controllare in remoto il veicolo dal cloud nei casi di emergenza, fornendo un contributo sostanziale alla sicurezza.
Il sistema ricorda quelli di GM e più recentemente presentato da Mercedes-Benz per l’ammiraglia Classe S che consentono di portare il veicolo in zona di sicurezza, in caso di malore o imprevisti.
Se questa appare una tecnologia ADAS avanzata, più che una vera soluzione di automazione integrale, Baidu attraverso la divisione dei sistemi autonomi open source Apollo, si è già impegnata a varare sistemi di automated valet parking.
Analogamente a quello sviluppato da Bosch per gruppi come Daimler e Ford, il sistema Apollo sarà di Livello 4 SAE, ovvero il cliente potrà scendere dal veicolo, che penserà a tutto. Le prime versioni commercializzate saranno sui crossover della startup elettrica Weima a partire dal 2021.
Entro il 2025 tuttavia, secondo Li, l’automazione che farà a meno dell’essere umano sarà una realtà commerciale nei trasporti. Per questo Baidu si prepara con progetti-pilota di robo-taxi che effettuano test in città che li hanno autorizzati, come Pechino, Chongqing e Changsha, dove hanno già trasportato 100.000 finora (ma su mezzi che hanno un supervisore a bordo).