Il produttore di sensori laser Luminar in borsa, valutato $2,9 miliardi
Anche la startup nata con la tecnologia dei LiDAR ha deciso di cogliere il momento per affacciarsi a Wall Street, in una fase in cui gli investitori si contendono le opportunità
Non male per una startup che produce sensori che… non servono. Secondo il parere di Elon Musk, s’intende. Come noto il fondatore di Tesla da sempre sostiene che per la guida ad elevata automazione a contare siano il software così come i chip e solo in seconda battuta radar e telecamere di bordo.
Ma proprio l’ondata di interesse creata verso la mobilità elettrica ed autonoma da Tesla, che piaccia o meno al suo fondatore, è una marea che solleva molti diversi tipi di barca, tra cui quelle di chi produce LiDAR, appunto sensori laser di cui Model S, Model 3 eccetera faranno a meno.
Per evitare la lunga attesa prevista dalla quotazione vera e propria mediante IPO (anche un anno e mezzo), numerose startup dell’auto elettrica come Nikola Motor, Lordstown hanno ispirato il trend di cosiddette acquisizioni inverse con SPAC, società già quotate in attesa di fusione con candidate che non hanno… tempo da perdere.
Nel settore dei sensori laser lo scorso luglio aveva cominciato il leader di mercato Velodyne, passando da un accordo con Graf Industrial Corp., una società Industrial che in effetti non produceva niente, fino ad allora. In quell’operazione che aveva battuto sul tempo quasi tutte le altre startup, la società risultante veniva valutata $1,6 miliardi.
Luminar Technologies Inc., che ha confermato oggi una analoga operazione che dovrebbe concludersi entro il quarto trimestre di quest’anno, si affiderà invece all’abbraccio con la SPAC Gores Metropoulos Inc.
La cosa interessante e che testimonia come, in quest’era di stranezze a Wall Street e di scarsità di opportunità di investimento, la fame per questo genere di aziende sia in crescita, è che la società risultante verrà valutata $2,9 miliardi.
In pratica entrerebbe in borsa a quasi il doppio del valore di Velodyne & C., nonostante ricavi e utili di Luminar non siano ancora ai livelli della rivale. Un dettaglio che è significativo e che di qui a pochi mesi potrebbe portare a super-valutazioni o sopravvalutazioni di altre startup interessanti che hanno prospettive più o meno folgoranti di successo.
L’accordo prevede che $400 milioni siano il contributo cash di Gores Metropoulos, mentre $170 milioni proverranno da un gruppo di finanziatori alcuni dei quali noti: come il fondo di investimento di Volvo Cars, che ha già annunciato di essere il primo gruppo auto a voler mettere sui propri modelli i LiDAR Luminar su larga scala lo scorso maggio.
Ad altri investitori attivi in borsa non deve essere sfuggito come Luminar sia stata in grado di fare quello che alle startup riesce con pià difficoltà: inserirsi in una supply chain di un gruppo come quello svedese che fa parte della famiglia Geely.
Tra chi ne ha preso nota il fondatore di GoPro Nick Woodman e l’ex-partner di Musk in PayPal Peter Thiel, che evidentemente al contrario del suo ex-socio è convinto che i LiDAR alle future auto serviranno. Le azioni di Gores Metropoulos Inc. in pre-apertura stavano salendo del 26%.