Tra finanza e assicurazioni Tesla non si cruccia troppo dell’autonomia
Il frazionamento azionario a Wall Street e l’attività di brokeraggio di assicurazioni in Cina evidenziano una Tesla che crea opportunità di business al di là dell’auto elettrica
Tesla ha riportato indietro le lancette, ma solo a Wall Street, e anzi con le ultime due operazioni di frazionamento azionario e dell’ingresso nel brokeraggio assicurativo in Cina sembra aprire ad attività che creino valore al di là della manifattura di auto elettriche, dove anzi ha appena accusato il colpo di perdere lo scettro di costruttore del modello con maggiore autonomia a beneficio della nuova Lucid Air.
Ma facciamo un passo indietro a ieri, quando i titoli dell’azienda di Elon Musk erano tornati oltre la quota di $1.500 ad azione, portando la capitalizzazione a circa $290 miliardi. Ultima spinta al titolo è arrivata dalla comunicazione della ripartizioni delle azioni, col titolo diviso per cinque.
A chi avrà in mano un’azione il 21 agosto ne saranno assegnate altre quattro del valore di un quinto, un procedimento che porta il valore di ogni singola azione a circa $300 dollari. Si tratta circa del valore dello scorso anno in questo periodo e in questo senso Tesla ha portato indietro le lancette.
Ma così facendo una azione di valore ridimensionato torna appetibile per i piccoli risparmiatori, nonché per i dipendenti del gruppo: invece nel corso dell’ultimo inebriante anno in cui Wall Street aveva spinto in su il titolo fino alle stelle, da settimane ormai si faceva fatica ormai a trovare un analista professionista che considerasse il titolo a buon mercato.
L’altro settore in cui Tesla si è mossa in queste ore oltre alla finanza è quello delle assicurazioni. La società californiana ha avviato una attività di brokeraggio assicurativo in Cina per aumentare il numero di servizi forniti alla clientela locale che ha accolto a braccia aperte le vetture elettriche costruite nella Gigafactory della zona franca di Lingang, facendo della Model 3 anche il mese scorso l’elettrica più venduta, con oltre 11.000 immatricolazioni.
Nella zona economica speciale di Shanghai è stata registrata una società che modellerà e proporrà piani assicurativi che si appoggeranno a normali compagnie dei rami danni, ottenendo un commissione per ogni copertura venduta a un cliente.
Il ruolo di Tesla, come era stato sottolineato dal responsabile finanza Zachary Kirkhorn nell’ultima call sui risultati trimestrali, si baserà sui dati costantemente raccolti durante la guida, per tracciare profili di guidatori e delineare tariffe che sicuramente saranno collegate a quanta prudenza (o all’opposto temerarietà) un guidatore metterà al volante.
Si tratta di un vecchio pallino di Musk, che in passato aveva già evidenziato come la capacità della flotta Tesla di raccogliere dati oltre che una manna per i programmatori dei sistemi a guida autonoma sempre più avanzati lo saranno per chi ha bisogno di informazioni sempre più accurate, come è il caso degli attuari ed esperti delle compagnie assicurative.
Tesla in pratica sarà in grado di costruire un “genoma” assicurativo sempre più preciso di chi guida le sue auto, comunicando questi dati alle compagnie in grado di trasformarle in premi assicurativi sempre più convenienti, ma forse anche in grado di rifiutare clienti dalle abitudini poco gradite e rischiose.
Fin dal lontano 2016 in alcuni mercati come Australia e Hong Kong la casa americana aveva sperimentato offerte assicurative. Da aprile del 2019 l’azienda aveva confermato di considerare il servizio che aveva poi effettivamente lanciato nel solo stato della California. Adesso con l’ingresso nel settore in Cina, primo mercato delle elettriche e forse presto anche primo mercato per la casa di Musk, prende forma un’altra importante fonte di ricavi.