Baidu avanza sulla guida autonoma con l’Apollo Computing Unit
Niente voli pindarici ma praticità per l’Apollo Computing Unit della casa cinese: apparirà entro fine anno sui SUV elettrici di WM Motor per sistemi di valet parking automatizzati
La rivale cinese di Alphabet, Baidu, fa progressi col suo progetto di piattaforma open source per la guida autonoma, un programma che ai suoi esordi aveva suscitato l’interesse persino del cauto e sparagnino Sergio Marchionne.
Nei giorni scorsi Baidu ha presentato la sua Apollo Computing Unit. Si tratta, secondo il produttore, del primo computer davvero dedicato all’impiego nella guida autonoma. Se questo vi ricorda qualcosa, probabilmente è perché avete già sentito dire la stessa cosa (come minimo dagli amministratori delegati di Tesla ed Nvidia).
Primo o non primo che sia, il computer è comunque pronto, una scatola che sarà in grado di trattare la mole di dati in arrivo da 12 radar ultrasonici, otto UPA (2,5m) e quattro APA (5m), più quattro camere fisheye con campo visuale a 190°, una camera monoculare anteriore con FOV 120°e una posteriore con lo stesso campo visuale. Ah, e quella in arrivo dai dati di GPS, angolo di sterzo, velocità della ruota, eccetera.
Un aspetto interessante dell’Apollo Computing Unit è che è basato su processori Xilinx ZU5 affiancati a microcontroller Infineon. Questi Xilinx sono realizzati all’origine con progettazione al livello più alto di sicurezza funzionale (ASIL-D). E si tratta di FPGA (Field Programmable Gate Array).
Ovvero circuiti integrati riconfigurabili che stanno prendendo piede, dopo settori come la difesa, anche nell’automotive e al contrario di GPU o CPU non sono elementi hardware instruction-based riconfigurati mediante la programmazione software, ma riconfigurati progettando e inserendo appositi circuiti hardware. Si scelgono di solito gli FPGA al posto di GPU (o CPU) per la loro bassa latenza, buona connettività, basso consumo.
Si vedrà presto in azione l’Apollo Computing Unit, nella seconda metà del 2020. Il debutto è previsto con l’Apollo Valet Parking un progetto condiviso con la startup dell’auto elettrica WM Motor che lo applicherà sui propri SUV elettrici Weima.
Mercedes-Benz ha lanciato questo servizio nel proprio museo a Stoccarda mentre Motor Trend di dispositivi di parcheggio automatico ne ha contato nove nomi diversi, ma nella maggior parte dei casi si tratta di automazione della manovra agendo sullo sterzo, e solo il Tesla Smart Summon, peraltro finora non esente da bug sembra affine al servizio offerto da Baidu. Non certo una première, quindi, ma un settore interessante.
Specie adesso: come ha sottolineato Jon Fingas in un articolo sul sito Engadget un servizio che non richiede interazione con esseri umani può avere una sua popolarità in un anno purtroppo caratterizzato dalla crisi sanitaria, se consente che non ci sia bisogno di alcun contatto con estranei.
Questa applicazione, peraltro, è certo solo una punta di un iceberg per Baidu, che è coinvolta in progetti di servizi di robotaxi (per ora con supervisori a bordo in numerose metropoli cinesi).
E quindi fa di tutto per non perdere terreno da chi lavora a pieno ritmo su computer per la guida autonoma, da Tesla che pochi giorni fa ha fatto sapere che potrebbe cedere in licenza la propria proprietà intellettuale relativa al suo Autopilot, a Nvidia, che pur meno pubblicizzata della casa di Elon Musk ha però ormai accordi con GM, Toyota, Volvo e recentemente con Mercedes-Benz.