Per le startup della mobilità elettrica è un periodo che SPAC
A Wall Street piace di nuovo l’innovazione nella mobilità e i dollari inseguono le società che si quotano, ma ora senza passare dall’IPO. Ultimo esempio? I bus elettrici di Proterra
Che cosa hanno in comune startup e società della tecnologia di settori diversi come Shift Technologies, Velodyne Lidar e Nikola Motor? Tutte hanno deciso di approfittare dell’entusiasmo che la politica di easy money delle banche centrali ha generato verso aziende promettenti, ma nessuno ha preceduto ad un tradizionale IPO.
L’elenco di IPO, ovvero offerta pubblica iniziale, che hanno scritto pagine di storia gloriosa e di tonfi a Wall Street con capitoli che hanno avuto per protagoniste da Uber a Tesla, oggi tende a non allungarsi più.
Preferibilmente sostituito dalla quotazione passando per fusioni con società chiamate SPAC: special-purpose acquisition company. L’ultima società della mobilità elettrica per cui si rumoreggia di una quotazione attraverso questa procedura è secondo l’agenzia Reuters l’azienda specializzata negli autobus elettrici Proterra Inc, che fino allo scorso anno appariva interessata a lanciare un IPO.
Se il processo dovesse essere perfezionato la società californiana, fondata nel 2004 e il cui elenco di investitori include tra gli altri Daimler AG e il gruppo BMW, e che durante l’ultimo round di finanziamento risalente all’estate 2019 era stata valutata $1,1 miliardi, sarebbe l’ennesima a servirsi di questa opzione.
Opzione che a molti investitori e altrettanti board piace per la rapidità al confronto del processo completo dell’IPO. Le complessità dell’IPO invece ricadono totalmente sulle spalle delle SPAC, che una volta quotate come scatole vuote trattano poi con le società interessate a potenziali fusioni.
La procedura è diventata ancora più popolare dopo il successo dell’accordo annunciato a marzo che ha portato in borsa Nikola Motor, la rivale di Tesla nella mobilità elettrica concentrata sui veicoli commerciali.
Le azioni della società fondata da Trevor Milton sono salite di circa il 250% dalla fusione che ha reso le azioni dell’azienda dell’Arizona scambiabili a Wall Street.
In effetti proprio all’acquisizione da parte di una SPAC ha pensato anche Henrik Fisker, nonostante avesse da poco raccolto $50 milioni. Tramite un accordo con la società Spartan Energy Acquisition Corp (collegata al fondo Apollo Global Management IC.) sta puntando a far diventare entro fine anno una società quotata la sua azienda, con una valutazione di $2,9 miliardi.
I fondi ottenuti gli serviranno per pagare un accordo con Volkswagen necessario a far costruire dal 2022 in avanti il SUV elettrico Ocean sulla piattaforma modulare del gruppo di Wolfsburg.
Un nome celebre della tecnologia come Velodyne, sinonimo della produzione di sensori laser indispensabili per la sicurezza totale dei robotaxi più sofisticati aveva a sua volta raggiunto un accordo con un’altra SPAC afferente a Graf Indsutrial Corp, che ha comprato il produttore di LiDAR per $1,6 miliardi.
Le SPAC non sono una novità in sé. Si tratta dell’ultima definizione coniata a Wall Street per una società che nasce priva di una attività predefinita o di un business plan che non sia il raccogliere denaro da investitori per acquisire una società privata non ancora quotata ma il cui board vuole andare in borsa in fretta e conservando un controllo di fondo sulla gestione.
Uniche startup dell’auto o della tecnologia della mobilità a non essere attratte dalla quotazione mediante la fusione con SPAC sembrano per ora quelle cinesi. Li Auto marcia verso l’IPO a Wall Street, con un obiettivo ideale di raccolta di $950 milioni. Sulle sue tracce ci sono anche WM Motor ed Hozon New Energy Automobile Co. anche se le ultime due più modestamente pare si accontenteranno della borsa di Shanghai, cercando di ottenere soldi per resistere all’offensiva di Tesla che ha scombussolato per sempre lo scenario cinese col lancio della sua Gigafactory a Lingang.