I conti Tesla del secondo trimestre 2020 aprono la via allo S&P500
Malgrado crisi, pandemia, lockdown, la società di Elon Musk ha completato il quarto trimestre consecutivo in utile e per essa si aprono le porte del maggior indice di Wall Street
Le azioni avevano chiuso a $1592,23, corrispondente a una capitalizzazione di $295 miliardi. Chissà dove finiranno, ora che Tesla ha riferito a sorpresa un utile nei conti del secondo semestre 2020, il quarto trimestre consecutivo in cui evita l’inchiostro rosso che aveva perseguitato la società di Elon Musk per quasi una decade.
Tesla ha riferito di avere guadagnato $104 milioni, ovvero 50 centesimi per azione, quando i sondaggi delle società specializzate, come ad esempio Refinitiv, si aspettavano nel trimestre (ricordiamo, un trimestre influenzato dalla pandemia) un utile risicato di 3 centesimi di dollaro. La differenza col risultato 2919 spicca: allora la perdita era stata di $408 milioni, o $2,31 ad azione.
Il fatturato è stato intaccato dalla crisi, scendendo del 5% a $6,04 miliardi rispetto ai $6,4 miliardi del corrispettivo trimestre 2019. Un’altra società specializzata, FactSet, aveva previsto una cifra d’affari di $5,15 miliardi.
Nel corso del trimestre hanno concorso a mettere insieme quel totale $428 milioni di crediti sulle emissioni, che la casa californiana è in grado di rivendere a concorrenti che producono quasi esclusivamente veicoli che bruciano carburanti fossili. In futuro quei crediti saranno meno ambiti, man mano le altre case accrescono la gamma a zero emissioni locali.
Per sostituire quel flusso di entrate Musk ha confermato durante la conference call notturna di contare molto sulla disponibilità da fine anno del FSD (full self-driving system) la funzionalità di guida autonoma avanzata che Tesla sta già vendendo ai clienti e che l’amministratore delegato ha detto di collaudare personalmente ogni volta che effettua il percorso da casa al lavoro.
In passato le affermazioni di Musk sulle auto che si guidano da sole hanno sempre sforato i termini. Non è successo lo stesso invece quando si tratta di Gigafactory. Tesla ha confermato Austin come sede della prossima. Il che porterà alla suddivisione dei ruoli con l’impianto di Fremont.
In California resteranno Model S e Model X per tutti i mercati oltre a Model 3 e Model Y per la costa ovest, mentre in Texas saranno prodotte le auto media per costa dell’Atlantico, oltre a Cybertruck e Semi, due nuovi modelli che probabilmente saranno la maggior voce di crescita del fatturato a medio termine.
Col quarto trimestre consecutivo concluso in utile, la società della Silicon Valley ha scavalcato un ostacolo, una condizione necessaria per l’ammissione a Wall Street nell’indice S&P 500 nei prossimi mesi. Un esito che certamente avrebbe effetti sui livelli di domanda delle azioni Tesla, già rovente dal mese di marzo in poi.
Tesla aveva concluso le vendite del primo semestre con risultati favorevoli, in gran parte grazie ai risultati della nuova fabbrica di Shanghai, consentendole di battere le aspettative anche con le difficoltà di produzione che ci sono state per la storica fabbrica di Fremont.
Le vendite che sfidano la crisi sanitaria sono state un fattore che ha contribuito alla corsa Tesla in borsa, che prima delle notizie di stasera valeva circa $95 miliardi più del secondo gruppo auto più quotato: Toyota Motor Corp.