Per la piattforma elettrica MEB un Ocean di possibilità
Per il suo SUV elettrico Ocean in arrivo nel 2022, Henrik Fisker vorrebbe appoggiarsi alla fabbrica Volkswagen del Tennessee, abilitata ai modelli della piattaforma modulare MEB
La piattaforma elettrica modulare MEB che si sta mettendo in moto a pieno regime nell’impianto di Zwickau, ha perso recentemente un modello nel suo ampio portafoglio di auto e SUV (il dune buggy che avrebbe dovuto essere costruito in collaborazione con la startup e.GO) ma ne potrebbe subito acquisire un altro: la Fisker Ocean.
Sebbene non sia ancora arrivata alcuna conferma ufficiale dal gruppo di Wolfsburg, proprio a questo sta accennando da un paio di giorni Henrik Fisker, l’imprenditore e designer scandinavo da tempo trasferito in America nei suoi interventi su Twitter.
Alert! Fisker Inc, in the news !! #fisker $SPAC #love #EVs #climatechange https://t.co/ihMhMJmyau— Henrik Fisker (@henrikfisker) July 14, 2020
Nelle scorse settimane è apparso sempre più chiaro che la Fisker Inc. per realizzare il proprio SUV elettrico Ocean avrebbe adottato la strategia Apple: ossia non costruire in proprio ma trovare spazio nella manifattura.
Se il primo “indiziato” come possibile costruttore del SUV era Magna International, che in Austria costruisce già il SUV elettrico sportivo Jaguar I-Pace, l’imprenditore danese ha fornito con i suoi tweet rivelatori una alternativa ben più immediata.
La cosa interessante del Fisker Ocean è che con questo modello la startup californiana capovolge l’approccio Tesla: Elon Musk dapprima ha messo in vendita i modelli luxury Model S e Model X, passando solo in seguito alle auto da grandi volumi, per le quali ha sofferto non poco nel mettere a punto le linee di produzione.
Il travaglio che Tesla ha sofferto a Fremont, Fisker cerca di evitarselo con l’appoggiarsi alle risorse e al know-how di manifattura del gruppo VW, il che dovrebbe anche aiutare l’aspirante rivale di Musk a lanciare una vera guerra dei prezzi.
In America la Fisker Ocean al cliente dovrebbe costare a partire da $29.999, il che varrà per i primi 200.000 pezzi grazie ai sussidi federali, incentivi che Tesla, ma anche General Motors, hanno già esaurito.
La domanda potrebbe essere a questo punto, ammesso che la trattativa vada a buon fine: perché Volkswagen dovrebbe aiutare un potenziale rivale del suo crossover ID4, al cui lancio americano tutto sommato non manca molto? Qui interviene due fattori, uno di marketing e uno industriale.
Il fattore di marketing suggerisce che il pubblico interessato all’Ocean e quello potenzialmente interessato all’ID4 non siano necessariamente sovrapponibili e contrastanti. Quello industriale è molto meno aleatorio: se a Zwickau e in Cina il portafoglio di modelli da costruire sulla piattaforma MEB è già molto fitto, coinvolgendo Volkswagen, Audi, SEAT, quello dell’impianto di Chattanooga lo appare molto meno.
Avere altri veicoli elettrici basati sulla piattaforma modulare MEB da costruire potrebbe costituire una favorevole razionalizzazione dell’impiego della fabbrica in Tennessee, anche se questo dovesse costare, ogni tanto, perdere qualche cliente dell’ID4 tentato dall’Ocean.
Il Fisker Ocean per come è stato fin qui presentato è un mezzo con batteria dalla capacità di 80 kWh in grado di raggiungere un’autonomia compresa tra le 250 miglia e le 300 (482 chilometri). Una curiosità è se la piattaforma MEB in questo caso potrebbe ospitare celle diverse da quelle scelte dai progettisti di Wolfsburg e delle altre sedi, visto che Fisker da anni porta avanti ricerca indipendente sulle batterie con propri partner.
Una cosa che sembra fuori questione è se Fisker abbia le risorse per concedersi il lusso di prenotare la fabbrica Volkswagen di Chattanooga per le proprie necessità di produzione. Malgrado alcuni investitori anche molto conosciuti (tra cui Caterpillar) in passato la solidità della Fisker Inc. non aveva convinto tutti.
Ma l’attuale fase di euforia di Wall Street che coinvolge tutte le aziende del settore dell’automotive elettrico e innovativo sta offrendo opportunità di raccogliere fondi che prima imprenditori (a tratti travagliati) come Fisker quasi non potevano sperare.
Il risultato è che attraverso una fusione con una società quotata anche l’azienda californiana conta presto di entrare in borsa, con una operazione già sperimentata con successo dal gruppo dei camion elettrici e fuel cell Nikola Motor.