L’effetto Tesla sulle vendite di batterie LG Chem in Cina
La fornitura alla Gigafactory di Shanghai a cui le autorità fanno ponti d’oro si rivela una manna per i coreani: vedremo lo stesso copione per le celle LFP di CATL?
Che si abbia o meno ammirazione per tutto quello che ha fatto e sta facendo Tesla, tutto si può dire tranne che non sia in grado di fare da battistrada a un progetto o a un settore. Lo conferma oggi un articolo pubblicato nell’edizione inglese del sito specializzato The Elec.
La coreana LG Chem è appena diventata il secondo più grande fornitore di batterie per veicoli elettrici sul primo mercato globale. Il tutto a pochi mesi di distanza dall’inizio delle forniture alla casa americana, che come noto a Lingang costruisce le Model 3 destinate al mercato cinese, una vettura che anche a maggio si è confermata leader delle vendite del settore.
Secondo i dati del consorzio Battery China LG Chem nei primi cinque mesi del 2020 ha installato celle per una capacità di 2.087 MWh. Un valore che è rimasto distante dalle posizioni del leader CATL (in questi giorni all’attenzione delle cronache soprattutto per la sua promessa di produrre una batteria con 16 anni di vita utile): 6.178 MWh la capacità installata dal gruppo di Ningde.
Gli exploit Tesla tra gennaio e maggio hanno consentito a LG Chem di tornare al secondo posto in Cina per la prima volta dall’ormai lontano 2016: la terza classificata BYD ha installato nei cinque mesi che abbiamo alle spalle celle per una capacità di 1.943 MWh.
All’epoca l’azienda coreana e le connazionali rivali avevano in Cina ottime posizioni di mercato, posizioni svanite però da un momento all’altro per le tensioni politiche tra le due nazioni asiatiche che portarono anche ad un sostanziale boicottaggio di LG Chem e Samsung SDI.
Ma il favore con cui le autorità nazionali e quelle locali hanno guardato alle esigenze di Tesla hanno fatto sì che l’attività della fabbrica LG Chem a Nanjing sia tornata a pieno regime con l’aggiunta di un secondo impianto e l’obiettivo per il 2023 fissato a 32 GWh di capacità produttiva.
LG Chem alle Tesla made in Shanghai fornisce celle cilindriche tipo 21700, che sono destinate alle versioni a maggiore autonomia della Model 3. Ma oggi è stata omologata dal Ministero dell’Industria e della Tecnologia Informatica anche l’altra chiacchierata versione di Model 3, a cui fornirà batterie prive di cobalto la concorrente CATL.
Non si tratterà di celle con catodi dalla chimica ad alte prestazioni NMC (nickel-manganese-cobalto) come quelle coreane, ma con chimica LFP (litio-ferro-fosfato) che avranno una densità gravimetrica di 125 Wh/kg e consentiranno un consumo previsto di 12,60 kWh/100 chilometri.
L’autonomia della Model 3 LFP sarà di 468 chilometri con vecchio standard NEDC, il che suggerisce che questa versione offrirà una autonomia leggermente inferiore, accompagnata però da un probabile sconto, argomento interessante per un’ampia clientela.
Visto il confronto tra soluzioni concorrenti che a un osservatore casuale sembrerebbero quasi duplicare alternative occidentali di un altro… secolo, tra benzina e diesel (ad es. rispettivamente: auto dell’impiegato o del rappresentante di commercio), forse vorrete sapere come vanno i rispettivi mercati.
A maggio in Cina sono stati installati su NEV (New Energy Vehicles, oltre alle auto includono anche furgoni e autobus elettrici) 2.673 MWh di celle NMC, con un calo su base annua del 27,7%, mentre a fine maggio i primi cinque mesi si sono conclusi con 9.618 MWh di celle, un calo del 42,2%. Come si potrà immaginare in queste quote si sono riverberati anche gli effetti della crisi sanitaria. Ma non solo quelli.
Per le celle LFP la quota installata a maggio è stata di 808 MWh, calata del 54,5% rispetto allo stesso mese 2019, mentre i primi cinque mesi si sono conclusi con un calo del 49,7%. Questo tipo di batterie sta tornando in auge grazie a CATL e alla Blade Battery della rivale BYD, ma sembra aver sofferto dell’attesa per l’avvio delle consegne di nuovi e più performanti prodotti, con uno stallo per quelli ormai maturi. Oltre ad avere a loro volta sofferto per la fase acuta della pandemia.
In Cina malgrado le preferenze di Tesla per le celle cilindriche continua a dominare la preferenza dei progettisti per le celle prismatiche: 2,5 GWh la capacità installata con questo formato contro 0,753 GWh delle cilindriche e 205 MWh per le celle pouch.
Secondo i dati dell’istituto GGII di Shenzhen, nello scorso mese i numeri di capacità installata erano peraltro ancora distanti da quelli dello scorso anno: CATL a 1.646 MWh (-32% rispetto al 2019), LG Chem a 632 MWh ma senza confronti col 2019 e BYD ancora in crisi prima dell’arrivo dei nuovi prodotti con solo 401 MWh (-62%).
Da notare che dietro alla quarta classificata CALB, con 220 MWh di capacità, c’era Guoxuan con 118 MWh e un calo percentuale del 77% rispetto allo scorso anno. Se quest’ultimo nome non vi dice nulla, forse aiuterà il nome occidentale Gotion High-Tech: è la compagnia di cui il gruppo Volkswagen è diventato il maggiore azionista lo scorso 28 maggio.