Sorrideranno alla prossima generazione Volvo i nuovi LiDAR Luminar
A partire dal 2022 sui modelli svedesi della piattaforma SPA2 la clientela potrà disporre in opzione del nuovo Highway Pilot e lasciare, volendo, il controllo ai sistemi di bordo in autostrada
Volvo Cars ha annunciato oggi che la sua collaborazione con Luminar Technologies si trasformerà in prodotto a partire dal 2022, quando i primi modelli della casa svedese commercializzati sulla base della piattaforma SPA2 (Scalable Product Architecture 2) destinati ad integrare i prodotti della startup americana.
I sensori laser, o LiDAR, Luminar saranno quindi protagonisti di primo piano nei futuri sistemi di assistenza alla guida ADAS, e non dovrebbe mancare troppo tempo alla loro presenza fissa nelle dotazioni standard.
I sensori laser usano una fitta ragnatela di impulsi di luce emessi per disegnare mappe molto dettagliate ed aggiornate in tempo reale di tutto quello che circonda un veicolo, in movimento o meno, e la maggioranza dei gruppi auto (Tesla esclusa) li ritengono essenziali per arrivare a una elevata precisione e sicurezza nel disegnare previsioni e strategie di guida autonoma avanzata, per fare a meno in tutto o in parte di supervisione umana.
La marca premium del gruppo cinese Geely, due anni fa aveva deciso di alzare la propria presenza nel capitale Luminar Technologies, ritenendolo adeguato ad arrivare a schierare un prodotto di successo commerciale in tempi ragionevoli.
Volvo in pratica si metterà di fatto in una posizione di riguardo nel libro degli ordini di Luminar, mentre la casa svedese potrà come azionista trarre benefici dall’ulteriore diffusione dei sistemi laser della gamma Iris, a cui lavora uno staff di oltre 350 persone, e che hanno suscitato finora l’interesse di 15 case automobilistiche, aveva fatto sapere Luminar durante l’ultima edizione del CES di Las Vegas.
Il sistema è sviluppato nelle sedi in California e Florida, dove a guidare il team di specialisti e programmatori è l’ex-Mercedes Christoph Schroeder. Le versioni offerte alla clientela dell’Iris sono due: una che può supportare anche la guida autonoma avanzata in versione autostradale anche senza interventi umani, e l’altra con funzionalità ADAS in grado di gestire frenata di emergenza, mantenimento della carreggiata e le altre modalità di sicurezza attiva.
La prima delle due funzionalità dell’Iris, che in termini aziendali Volvo chiama Highway Pilot è ora attesa ad un lancio fra due anni, con il SUV XC90 e sarà una opzione alla dotazione di serie integrabile nel tetto dell’auto, dal costo ancora da definire, e aggiornabile via etere.
Con l’annuncio Volvo sembra continuare a sostenere la strada incrementale dell’avvicinamento alla guida autonoma avanzata. Peraltro c’è un aspetto dell’annuncio che lascia anche pensare ad una mezza marcia indietro rispetto all’approccio di 3, 4 anni fa.
La funzionalità di guida resa possibile dal sistema Iris sarà geo-fenced, ovvero attivata solo una volta verificato che le caratteristiche geografiche e le condizioni del traffico dell’area in cui ci si trova garantiscano che la guida possa avvenire in massima sicurezza.
Al contrario di quanto avviene a sistemi come l’Autopilot Tesla o il Super Cruise General Motors (che pretendono dal cliente l’attenzione anche quando il sistema è attivo) Volvo Cars sembra proiettarsi verso il Livello 3 SAE, la cosiddetta guida autonoma condizionale secondo l’omonima tassonomia.
“Presto la vostra Volvo sarà in grado di guidare autonomamente in autostrada se la vettura stessa valuta che ci sono i presupposti di sicurezza per farlo”, dichiara nella nota Henrik Green, responsabile ricerca e sviluppo Volvo, nella foto d’apertura insieme al fondatore Luminar Austin Russell.
“A quel punto sarà la vostra Volvo a occuparsi della guida e voi potrete rilassarvi, distogliere gli occhi dalla strada e lasciare il volante. Col tempo, gli aggiornamenti del software in modalità over the air estenderanno le aree in cui la vettura può guidare autonomamente. Per noi garantire la sicurezza della guida autonoma significa optare per un’introduzione graduale di questa tecnologia”.
La cosa è interessante ma anche curiosa. Nella roadmap Volvo Cars in origine per il 2021/2022 era previsto il Livello 4 SAE: ovvero un controllo ancora più completo e ambizioso della guida da parte di sensori e chip.
Soprattutto non era prevista una potenzialmente delicata alternanza di controllo tra computer e cliente che tre anni fa aveva indotto l’amministratore delegato Hakan Samuelsson a dichiarare (frase che ancora trovate nell’archivio della casa): “Volvo considers this Level 3 driving mode unsafe and will thus skip this level of autonomous driving”.
Le cose paiono essere cambiate: non si parla proprio più di Livelli SAE, per cominciare. Green nella nota stampa ora dice: “Se introdotta in modo responsabile e in condizioni di sicurezza, la guida autonoma può essere potenzialmente una delle tecnologie in grado di salvare vite umane più di ogni altra nella storia”.
Adesso in Volvo sono convinti che le auto del 2022 saranno equipaggiate della capacità di visione di cui necessitano per prendere decisioni sicure. Non solo perché i sensori laser Luminar hanno fatto sostanziali progressi rispetto al recente passato, arrivando a un campo d’azione di 500 metri e consumando molto meno potenza di un tempo (solo 30 watt).
Ne sono convinti anche per l’integrazione con gli altri sensori: radar e camere di bordo. Mettendo insieme le tessere di questo mosaico: sulle autostrade i possessori di una Volvo che lo vorranno potranno accedere alla funzione di guida completamente autonoma.
Il punto di riferimento di Luminar per i futuri progetti pare essere Zenuity: joint venture specializzata nello sviluppo di software per la guida assistita e autonoma, che recentemente è stata suddivisa in due da Volvo e Veoneer.
Se quest’ultima continua a sviluppare e commercializzare sistemi ADAS, l’altra si concentrerà sullo sviluppo di software per la guida autonoma senza supervisione umana da inserire nella prossima generazione di modelli Volvo.