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Evitata la gelata sui conti Tesla del primo trimestre 2020

L’avvio della produzione di Model Y e dell’impianto cinese consentono alla casa americana di far meglio di rivali tradizionali ed elettriche: ora Elon Musk passerà all’incasso

I conti Tesla svelati ieri sera confermano che nel primo trimestre 2020 la casa di Palo Alto è riuscita a evitare i primi effetti negativi della crisi sanitaria, portando a bilancio un utile di $0,09 centesimi ad azione ($16 milioni in totale) rispetto a perdite di $2,90 ad azione del primo trimestre 2019.

La cifra d’affari da $,5 miliardi di un anno fa è salita a $5,99. Come avviene per ogni società quotata di interesse generale, le società specializzate avevano effettuato sondaggi sui risultati prima della loro diffusione e gli interpellati di una delle più seguite, FactSet, avevano previsto perdite di $0,28 ad azione e un fatturato di $6,1 miliardi.

Il risultato è importante da un lato perché il primo trimestre è stato toccato nella parte finale dai primi effetti della pandemia globale, dall’altro perché in passato era il più debole per Tesla dal punto di vista dei risultati aziendali.

La differenza è che nei precedenti trimestri non era mai uscito un nuovo modello, in questo caso l’attesissimo crossover Model Y, inoltre in passato non c’era alcun contributo della nuova fabbrica cinese di Lingang, dove da fine febbraio, inizio marzo, le linee di produzione della Model 3 hanno iniziato a produrre numeri più consistenti.

Tesla nella lettera periodica agli investitori ha confermato quindi l’obiettivo 2020 di mezzo milione di auto prodotte globalmente, da paragonare alle circa 367.000 costruite nell’anno precedente, quando la sola linea di assemblaggio a disposizione era quella di Fremont, in California.

E proprio l’impianto storico del gruppo dell’auto elettrica è stato l’oggetto di una delle abituali controversie scatenate da Elon Musk prima della pubblicazione dei conti Tesla del primo trimestre 2020.

L’imprenditore sudafricano è tornato su Twitter facendo eco a uno dei temi che sono il piatto forte di una parte politica americana, quella ultra-conservatrice che si identifica nella attuale casa Bianca, che di solito le auto elettriche, le energie rinnovabili, i temi della crisi climatica li ha sul gozzo.

Il tweet di Musk riprende l’argomento di una campagna che vede solidali gruppi conservatori, estremisti della chiesa evangelica, fan delle lobby delle armi e che ha già organizzato manifestazioni in tutte le aree degli Stati Uniti per chiedere la fine delle misure di quarantena.

In California malgrado gli sforzi di Tesla di tenere aperto l’impianto di Fremont, i dati ancora poco rassicuranti sui contagi ed i decessi stanno inducendo il governatore Gavin Newsom a confermare il lockdown anche per la prima metà di maggio.

Se l’area di San Francisco in cui gravita Fremont sta migliorando, quella di Los Angeles ha invece dati che peggiorano, ma a Musk (che ha una agenda personale di sottovalutazione della pandemia) della California sembra interessare soprattutto che non gli fa i ponti d’oro che ha ricevuto invece dai governi nazionali e locali in Cina.

E, a proposito di oro, oltre alla prevedibile reazione favorevole dei mercati azionari alle notizie comunicate dalla casa californiana ora c’è la certezza che i risultati consentiranno a Musk di passare all’incasso.

Secondo il sistema di compensazione approvato dal board Tesla Musk potrà, con l’azienda al di sopra del $100 miliardi di capitalizzazione, avere l’opportunità di rastrellare 1,7 milioni di azioni ordinarie al prezzo di $350,02.

Ieri hanno chiuso a $800 e in contrattazioni pre-apertura sono ancora in salita di oltre l’8%. Se i valori restassero questi, Musk potrebbe portare a casa l’equivalente di tre quarti di miliardo di dollari. E sarebbe solo il primo di una serie di traguardi e premi collegati previsto dal suo pacchetto di compensazione.

Credito foto di apertura: press kit Tesla1