AUTO

Sempre più fitto il calendario delle riaperture delle fabbriche

Da Mirafiori a Wolfsburg nelle fabbriche ci si prepara a rilanciare l’offerta di prodotto (elettrico e non) facendo i conti con le misure sanitarie, prima di scoprire l’impatto della crisi sulla domanda

Dopo settimane di chiusura, questa è una giornata in cui la manifattura dell’auto, in generale e a iniziare dal settore delle auto elettriche ed ibride, segnala il suo rimettersi in moto senza più esitazioni, seppure con mille cautele.

A distanza di poco più di un mese dal periodo in cui le notizie quotidiane erano di chiusure in sequenza, è un segnale incoraggiante che alcune delle fabbriche più celebri (e normalmente affollate) d’Europa, come Wolfsburg per Volkswagen, o Mirafiori e Melfi per FCA, non siano più silenziose.

Le riaperture delle fabbriche dove avvengono gli assemblaggi come le tre citate seguono a distanza quelle dei centri di componentistica. Uno dei primi tra questi a riaprire, il 1 aprile, era stato quello Audi a Gyor (Ungheria) in cui si costruiscono motori elettrici per E-tron ed E-tron Sportback.

A inizio aprile era poi toccato a Braunschweig, Salzgitter, ovvero impianti dove nascono anche i motori e trasmissioni delle prossime Volkswagen ID.3, nonché ai siti di Kassel ed Hannover.

Il primo gruppo a far ripartire un impianto completo in Europa è stato a quanto consta Hyundai, nella fabbrica di Nošovice. Lo scorso 14 aprile, dopo soltanto tre settimane di fermo, era toccato infatti all’impianto ceco che da fine inverno aveva iniziato a produrre localmente anche le Kona elettriche.

La settimana scorsa era poi stata la volta, dal 20 aprile di Volvo, che ha aperto ai primi dipendenti la fabbrica belga di Ghent dove nascono la maggior parte delle elettriche pure del gruppo svedese.

Il 23 aprile toccava a Zwickau, la fabbrica della ex-Germania Est scelta per la famiglia ID basata sulla piattaforma flessibile MEB. Secondo i vertici il ritmo di produzione iniziale sarà blando: 50 unità al giorno. Si tratta di circa un terzo del volume precedente alla chiusura.

Quindi un dato molto distante dal ritmo atteso per la fine del prossimo inverno: quando è previsto un regime di 1.350 auto al giorno, che sarà seguito da un picco massimo di 1.500. Del resto anche Wolfsburg riapre oggi con appena il 10, 15% della capacità potenziale, per salire al 40% la prossima settimana.

Sempre riguardo al gruppo tedesco, Bratislava ha riaperto a sua volta lunedì della settimana scorsa l’impianto che sforna alternativamente le citycar Volkswagen e-Up!, Skoda Citigo-e IV e SEAT e-Mii.

In contemporanea aveva fatto lo stesso la fabbrica belga di Forest, dove si assemblano le Audi E-tron ed E-tron Sportback. Oggi invece riparte a Dresda la linea delle Golf elettriche, nella nota Fabbrica di Vetro.

Il gruppo FCA dalla giornata di oggi a Melfi fa ripartire tutte le operazioni propedeutiche alla produzione delle nuove versioni ibride delle Jeep Compass e Renegade.

Come avevano rivelato le organizzazioni sindacali lo scorso 11 aprile, la fabbrica lucana e quella storica di Mirafiori riapriranno gradualmente applicando nuove misure per arginare la pandemia.

Piuttosto lunga la lista di misure previste dalle linee guida: prima del rientro sono state eseguite igienizzazione e la sanificazione degli ambienti, che saranno ripetute periodicamente; sarà previsto il distanziamento di almeno un metro, sia negli ambienti comuni sia nelle postazioni lavorative.

Dove possibile sarà fatto ricorso al lavoro agile per chi può lavorare da remoto; saranno consegnate mascherine a tutti i dipendenti e misurata la temperatura agli ingressi; inoltre procedure evitaranno assembramenti nelle mense e negli spogliatoi, nonché nelle fasi di entrata e di uscita dalla fabbrica.

A Mirafiori, dove nascerà la 500 elettrica (presentata alla Triennale dopo l’annullamento del Salone Auto di Ginevra) sono previsti fin dalle prime ore di ripresa del lavoro attività propedeutiche alla linea di montaggio del primo modello a zero emissioni della casa torinese, così come continueranno senza sosta i collaudi dei modelli pre-produzione.

Quando, il prossimo 4 maggio, tutta la Penisola inizierà a imboccare l’uscita dall’apice della crisi sanitaria, questi impianti FCA precederanno quindi le riaperture delle altre fabbriche nel puntare al riavvio delle attività lavorative in base alle direttive emesse per la Fase 2.

Non ha un’auto nuova in arrivo invece Renault che domani, martedì, riapre a Flins (nel nord della Francia) la linea della sua elettrica per antonomasia: Zoe. Altre fabbriche, come quella di Cleons (vicino a Le Mans) dove nascono i motori elettrici si stanno parimenti rimettendo in movimento per assicurare la componentistica essenziale a ìi vari impianti Renault.

Uno degli impianti storici della rivale transalpina PSA, a Poissy, non si è mai fermato: un piccolo gruppo di volontari in collaborazione con Air Liquide ha provveduto a costruire ventilatori. Le altre fabbriche più ricche di tradizione come Rennes e Sochaux per progettare la riapertura, con data ancora da fissare, hanno attinto all’esperienza delle joint venture PSA nell’Hubei, dove hanno da anni impianti insieme alla cinese Dongfeng.

Tra le prime fabbriche di componentistica a sperimentare la ripresa è stata Hordain, nel nord del’Esagono, dove con un sesto dello staff abituale si sono preparati i protocolli da applicare anche ad altri impianti, come ad esempio Douvrin (dove sono costruiti i motori dei modelli elettrici).

La traiettoria della riapertura sarà simile ma sfalsata anche per il gruppo BMW: il 4 maggio riapriranno impianti dove si producono i motori termici, nel Regno Unito a Goodwood e nella Carolina del Sud. L’11 maggio altri impianti tra cui quelli di Dingolfing in cui si producono componenti elettrici e quello messicano al via l’11 maggio.

Il 18 maggio partiranno le fabbriche in Sud Africa, a Ratisbona e a Lipsia, quest’ultima impegnata dalla produzione della i3. La fabbrica cinese di Shenyang, da cui più avanti arriveranno le iX3 per l’Europa, ha riaperto lo scorso 17 febbraio.

Ancora mistero sulle riaperture delle fabbriche Daimler, ma sia Sindelfingen sia Brema (l’impianto del SUV Mercedes EQC) stanno facendo posto alla ripresa della normale produzione. C’è una data invece per Graz, dove a partire dal 18 maggio dovrebbe gradualmente riprendere la produzione del SUV Jaguar I-pace, presso la sede austriaca di Magna International.

Nel Regno Unito sta iniziando a preparare la riapertura anche Nissan a Sunderland, chiusa dal 17 marzo. In questi giorni circa l’1% dei dipendenti è presso la sede che produce, tra gli altri modelli, l’elettrica Leaf. Per il momento la casa giapponese non ha ancora comunicato la data della ripresa parziale dell’attività, che potrebbe essere prevista a metà maggio, mese nel quale Barcellona riaprirà lunedì 4.

Credito foto di apertura: ufficio stampa FCA Italy