DATI

Top3: Italia – auto elettriche più vendute – marzo 2020

Confermate le peggiori previsioni per le vendite di marzo: in un mercato italiano che crolla dell’85%, le immatricolazioni di auto elettriche calano da 2.530 a 926

I temuti dati UNRAE di marzo sono stati diffusi e confermano che se non si è trattato proprio di una tabula rasa le immatricolazioni sono crollate sia rispetto a marzo 2019 che al mese scorso: il mercato italiano del nuovo è calato dell’85% rispetto al corrispondente mese dell’anno passato, mentre quello delle elettriche pure ha chiuso con solo 926 immatricolazioni. Guardando unicamente a quest’ultimo dato, su base annua c’è un progresso del 48,9% rispetto all’anno precedente. Ma se invece si esamina il mese di febbraio, quando di elettriche pure ne erano state consegnate 2.530, anche qui salta agli occhi un crollo. In un mese in cui esiste anche un vincitore (per la cronaca, Tesla con la Model 3 immatricolata in 358 esemplari) le elettriche pure hanno occupato una quota record del 3,2% delle vendite di auto nuove, primato però ottenuto con una “asticella” da superare molto più bassa che nei mesi passati.

In un primo trimestre 2020 coi primi due mesi eccezionalmente buoni e marzo eccezionalmente anomalo, la quota di elettriche vendute in Italia è stata dell’1,5%. Le ibride ricaricabili hanno preso una quota trimestrale dell’1,4% malgrado a marzo ne siano state consegnate solo 388, circa un quarto di quelle del mese di febbraio. Le ibride convenzionali, scese nell’arco di 30 giorni da oltre 16.000 a 3.578 e su base annua calate del 63%, a marzo avevano oltre il 12% delle vendite e nei primi tre mesi dell’anno hanno occupato una quota del 10%. Se questi fossero stati dati normali e definitivi, si sarebbe tentati di concludere che i gruppi auto siano bene avviati per tagliare i traguardi di emissioni di gas clima-alteranti entrati in vigore nell’Unione Europea il 1 gennaio. Ma questo decisamente non è il percorso rassicurante per risolvere i problemi della sostenibilità.

I dati arrivati in mano alla associazione italiana delle case auto globali, hanno indotto stamattina i vertici UNRAE a formulare delle proposte al governo italiano per superare l’attuale gelata. Un aspetto che colpisce è che si vuol partire dall’ecobonus, di cui prima della crisi sanitaria si erano visti effetti positivi nei mesi recenti, fino a febbraio, agevolando non solo l’acquisto delle vetture a zero emissioni locali ma anche quelle con valori di CO2 fino a 95 grammi/km.

Secondo UNRAE oltre alle due previste dalla Legge di Bilancio 2019
si potrebbe creare una terza fascia cui destinare un bonus di €2.000 (con rottamazione) o €1.000 (senza) a chi acquista un’auto con emissioni comprese tra 61 e 95 grammi di CO2/km. Eventualmente maggiorare gli incentivi della fascia seconda fascia, compresa tra 21 e 60 g/km, di €1.500 e di €1.000 rispettivamente. Se oggi l’ecobonus abbraccia una fascia di mercato che si attesta a circa il 2% del mercato, i benefici degli incentivi potrebbero allargarsi ad una domanda che comprenda il 13-15% del mercato. In pratica l’UNRAE chiede di dare un formidabile supporto alle auto ibride ed ibride plug-in, consapevoli che l’offerta di questi modelli è esplosa, negli ultimi mesi.

Si può considerare una soluzione efficace? Una soluzione-ponte forse sì, se si ricorda che la quota di auto di quei settori stava comunque galoppando verso numeri che dimostravano l’interesse verso questa offerta, numeri comuni a quasi tutti i mercati europei. Se una campagna di incentivi in questo ambito dovesse però partire e durare fino almeno al 2021, qualche piccolo ma importante paletto però potrebbe essere il caso di metterlo. Soprattutto per evitare di concedere benefici economici ad auto che potenzialmente sono di aiuto all’aria delle nostre città, ma tali non sono più se non si caricano le batterie di trazione, come è avvenuto in passato. La soluzione peraltro esiste già ed è tecnologica, non burocratica: BMW la sta già applicando con le eDriveZones. A partire da una data non troppo lontana, ad esempio settembre 2021, potrebbe essere ragionevole offrire ecobonus in seconda fascia solo a nuovi modelli ibridi plug-in in grado di passare automaticamente alla propulsione elettrica nei centri cittadini. Le case che la tecnologia non ce l’hanno si adeguino.

FONTE DATI: UNRAE