L’agenzia della sicurezza NTSB punta il dito su Tesla e un’altra agenzia federale
La gestione dell’Autopilot Tesla nuovamente al centro dell’attenzione per un incidente fatale di una Model X, ma anche NHTSA non avrebbe fatto tutto quello che poteva
Il numero uno dell’agenzia federale National Transportation Safety Board Robert Sumwalt ha criticato le azioni di Tesla e di un’altra agenzia del governo americano per aver messo a rischio la sicurezza del traffico, omettendo di prendere le contromisure necessarie ad evitare abusi nel modo in cui il sistema avanzato di assistenza alla guida Autopilot viene impiegato.
L’intervento di Sumwalt è avvenuto durante l’ultimo meeting della NTSB, in gran parte dedicato alla presentazione dei risultati dell’indagine sull’incidente di una Tesla Model X costato la vita al proprietario Walter Huang nel marzo 2018.
L’agenzia NTSB ha confermato che l’Autopilot era inserito e che l’ingegnere californiano stava giocando ad un videogame sul proprio iPhone quando la vettura si è schiantata contro una barriera di cemento.
Nel 2017 la NTSB, che supervisiona anche altri incidenti quali quelli domestici o nella nautica, aveva raccomandato che le case auto intervenissero per evitare la disattenzione da parte di chi siede al posto di guida, anche e specialmente sulle auto dotate di sistemi di assistenza alla guida.
Alcune case quali BMW, Nissan e Volkswagen si sono messe in contatto con l’agenzia per metterla al corrente dei provvedimenti, ad esempio sistemi di monitoraggio dell’attenzione, coi quali hanno previsto di rispondere alla richiesta.
Una casa che non ha risposto, nonostante parli la stessa lingua dell’agenzia di Washington è stata invece Tesla, come ha confermato ieri sera Sumwalt: “Non li abbiamo mai sentiti, stiamo ancora aspettando”. Ma il capo dell’agenzia non ha incolpato solo la casa di Palo Alto: i regolatori del governo hanno assicurato una supervisione scadente, ha sottolineato.
Al 99% si riferiva alla NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration), un’agenzia federale che al contrario di quella diretta da Sumwalt ha l’autorità per chiedere il richiamo o il fermo di modelli che montano tecnologia inappropriata o difettosa, come secondo la NTSB sarebbe stato il caso dell’Autopilot all’epoca dell’incidente.
L’agenzia chiamata in causa ma non nominata che non avrebbe preso provvedimenti con Tesla riguardo a quella che la NTSB ritiene essere una carenza di sicurezza, in altri casi è invece intervenuta con celerità.
L’ultimo esempio recentissimo è la sospensione del permesso agli shuttle EasyMile di trasportare passeggeri, dopo che una navetta autonoma in servizio in Ohio ha frenato in modo repentino causando l’infortunio di un passeggero (nonostante procedesse a soli 11 km/h).
Sumwalt ha anche criticato tutti gli automobilisti che si ostinano a utilizzare l’Autopilot come se fosse un dispositivo di guida autonoma avanzata: “non si può comprare un’auto a guida autonoma oggi, e quindi non ci si deve comportare come se si stesse su una di quelle auto”.
L’agenzia ha anche criticato Apple, azienda per la quale Huang lavorava, per non avere provveduto ad informare i propri dipendenti e collaboratori sui rischi di distrazione alla guida nelle interminabili tratte da pendolari che sono la norma nella Silicon Valley. Una critica in quanto datore di lavoro, non in quanto produttrice dell’oggetto che ha contribuito a distrarre la vittima.
La NTSB attualmente investiga tre incidenti che hanno visto coinvolto l’uso dell’Autopilot, mentre l’altra agenzia NHTSA è alle prese con 13 incidenti. Non tutte le indagini si riferiscono a incidenti che hanno prodotto vittime. L’Autopilot ancora oggi è venduto da Tesla come una opzione, peraltro di grande popolarità tra la clientela della casa americana.
Tesla mette in vendita per il suo sistema la funzionalità “Full Self Driving” che sostiene sarà in futuro in grado di arrivare grazie all’interazione tra computer di bordo e sensori (radar e camere) non solo a mantenere la velocità e mantenere le corsie come i migliori dispositivi ADAS ma anche a guidare automaticamente, pur se la persona seduta davanti al volante dovrà mantere l’attenzione, una capacità che corrisponderebbe al Livello 3 della classificazione SAE.
I risultati dell’inchiesta dell’agenzia NTSB arrivano a circa un mese dalla pubblicazione dei risultati di un esame ai “raggi x” a cui sono state sottoposte le auto di Elon Musk per conto dalla testata finanziaria Nikkei. Gli esperti giapponesi in quel caso avevano in particolare sottolineato un primato tecnologico Tesla sulla concorrenza proprio nel Full Self Driving computer.
Peraltro sapere che il computer di bordo Tesla sia migliore di quelli montati dalle altre case auto non vuol dire che sia perfetto: infatti la stessa casa di Palo Alto alla clientela raccomanda di prestare attenzione e non lasciare in permanenza le mani staccate dal volante.
I dati della Model X “guidata” dall’ingegnere Apple indicano che l’Autopilot era in funzione da circa 19 minuti al momento dell’incidente e che Huang aveva le mani lontane dal volante negli ultimi sei secondi.
Molte altre case auto producono sistemi che oggi consentono di cedere il controllo dell’auto ai sistemi di bordo in condizioni prestabilite e uno, il Super Cruise di General Motors, di tenere anche le mani staccate dal volante.
Tesla, come qualche altro brand, finora si è distinta per una caratterizzazione dei propri sistemi che punta su una semantica (Autopilot, Self-driving) che tende a rassicurare su un livello di qualità e capacità ancora di là da venire.
Un approccio che cozza col richiedere alla clientela di prestare costante attenzione quando si è seduti al volante. In particolare la vittima dell’incidente di Mountain View viaggiava tra le 62 e le 71 miglia l’ora quando la sua Model X si è schiantata contro una barriera divisoria che separa uno svincolo collocato sul lato sinistro di un tratto dell’Highway 101.
L’Autopilot inserito ha guidato dritto verso un’area di asfalto verniciato che serve a contraddistinguere l’inizio dello svincolo e dove le auto normalmente non transitano, andando a urtare frontalmente il rallentatore in acciaio che precede il muretto divisorio di cemento.
Purtroppo il rallentatore non era nello stato previsto. La struttura era stata accorciata, dopo il danneggiamento di due mesi prima in un altro incidente. La NTSB ha censurato anche il gestore dell’Highway 101: per non aver più rapidamente provveduto alla sostituzione con un dispositivo di sicurezza al 100% efficace.