DS9 E-tense: la grande berlina premium francese che non c’era ha la presa
Per sfidare Audi A6, BMW Serie 5 e Mercedes Classe E ora PSA rilancia con la berlina transalpina più imponente del dopoguerra: 360 cavalli e disponibile solo ibrida plug-in
Le grandi case francesi hanno un conto in sospeso. Con le rivali tedesche, ovviamente, il cui successo nella gamma di fascia alta non sono più riuscite a contrastare almeno da quando è andata in archivio l’indimenticabile storia della Citroën DS.
Ci si potrebbe domandare se puntare ad affermarsi con una berlina premium sia poi così necessario e redditizio, in un secolo in cui il successo più recente di una casa come Lamborghini è un… SUV. Ma tant’è. PSA ci riprova, affidando il compito a DS Automobiles.
Il gruppo transalpino sembra aver letto bene alcuni punti fermi della velocissima transizione che sta coinvolgendo l’intero mondo automotive. L’attesa DS9 E-tense esordirà a Ginevra con una motorizzazione ibrida ricaricabile e non avrà opzioni nostalgiche per soluzioni con propulsori vecchia maniera. E questa preveggenza aiuta a capire perché il gruppo diretto da Carlos Tavares sarà uno di quelli meno esposti alle sanzioni quanto a rispetto dei valori di emissioni delle flotte entrati in vigore dal primo gennaio.
Sulla DS9 E-tense sarà presente inizialmente una versione con motore benzina da 225 cavalli di potenza, che sarà seguita da un’altra da 250 cavalli pensata più specificamente per la Cina. Qui PSA ha fatto compagnia a Hyundai e ai Big3 americani quanto a delusioni, e su questo modello si punterà molto per il rilancio.
Le due versioni, in modalità solo elettrica, promettono un’autonomia misurata con standard WLTP compresa tra i 40 ed 50 chilometri, sostenuta da una batteria con capacità di 11,9 kWh. I clienti viste le dimensioni ridotte potranno ricaricarla rapidamente, anche con prese non particolarmente veloci: un’ora e mezza col caricatore di bordo da 7,4 kW.
Il contributo del motore elettrico sarà di di 80 kW (110 cavalli) che si aggiungono a quelli del motore benzina. Anche considerato che per questa DS9 E-tense si spera in affermazioni sul mercato asiatico, dove il gasolio non è mai stato popolare, alternative a gasolio non sono previste.
E, parlando di rilancio in Cina, forse si spiega la scelta stilistica delle forme della berlina: molto pulite ed eleganti, ma senza alcun guizzo di quella originalità con cui gli stilisti e gli ingegneri dell’auto transalpina un tempo sapevano sorprendere.
Scrivendone dopo averla vista finora solo da lontano, sembra che nella DS9 E-tense ci sia molto più Louis Vuitton che Jean-Paul Gaultier. Questo forse era voluto, considerando quello che in Cina ci si aspetta dal lusso francese.
Un lusso che comincia dalle dimensioni: un’auto lunga 4,93 metri nel dopoguerra è una rarità per i costruttori francesi. Gli appassionati dovranno probabilmente andare a cercare una Bugatti o una Delahaye per trovarne una altrettanto generosa negli Anni ’20 o ’30.
Con queste dimensioni sembra perfino stemperarsi la parentela di piattaforma della DS9 E-tense con la Peugeot 508, che pure sussiste. La parte anteriore appare molto consapevole della cifra propria del riuscito SUV DS7 Crossback, mentre la vista posteriore (ad esempio nella incisiva fanaleria sottile e trapuntata di “scaglie” LED) fa un bello sforzo di alleggerire forme che non sono certo quelle di un’agile Alpine, per restare nell’Esagono.
Una citazione della Citroën DS originale i designer non hanno voluto perdersela, con due lampeggianti inseriti nel lunotto posteriore. Un’altra parentela molto più recente, e apprezzata, è quella con DS3 Crossback, con cui condivide le maniglie delle portiere “annegate” nelle portiere.
Gli interni sono, come era prevedibile, un catalogo di materiali curati e studiati per soddisfare l’occhio e il tatto, che si tratti di nappa, di Alcantara o di schermi touch di ultima generazione. La nota stampa è anche molto attenta a non dimenticare un altro aspetto importante in una berlina premium, specie in una che non è al 100% elettrica: quello dell’acustica.
Per DS9 E-tense la clientela, a partire dall’autunno 2020, potrà anche beneficiare di supporti ADAS alla guida di prim’ordine. Il gruppo PSA non si è mai lasciato troppo suggestionare dal potenziale della guida autonoma nemmeno nei momenti di maggiore hype di questo settore.
Il che non vuol dire che voglia perdere l’occasione di montare sistemi di supporto alla guida ormai pronti a compiti delimitati: il mantenimento di corsia in autostrada sarà in grado di intervenire fino all’allegra velocità di 180 km/h, il che esige non solo chip di bordo ma anche sensori che vedono molto lontano.
Quanto invece sia stato vedere lontano provare a rilanciare la sfida delle grandi berline premium in un mondo assediato dai SUV invece lo scopriremo presto, quando il gradimento per DS9 E-tense riuscirà a consolidarsi.