AUTOMAZIONE

Una Leaf completa il più lungo e complesso viaggio a guida autonoma mai tentato in Inghilterra

Da Cranfield a Sunderland 370 km di autostrade e complicate strade di campagna con rotonde e senza segnaletica: tutto possibile anche grazie alle simulazioni avanzate del consorzio Human Drive

Una Nissan Leaf ha appena completato un viaggio di 370 chilometri attraverso l’Inghilterra affidandosi completamente a sensori e computer di bordo per il controllo della guida. Secondo la nota della marca giapponese si tratta del viaggio più lungo con queste caratteristiche finora portato a termine nel Regno Unito.

Il viaggio intrapreso ha portato l’auto su strade ed autostrade regolarmente aperte al traffico dal centro ricerche della casa di Yokohama che è sito nell’Inghilterra meridionale, a Cranfield, fino a spingersi nel distante nord-est, per concludersi alla fabbrica di Sunderland, dove la Leaf (e le sue batterie) ed altri modelli Nissan sono costruiti.

Se i tratti autostradali ormai sono un terreno sul quale non solo i sistemi di guida avanzati ma anche quelli di sicurezza ADAS si comportano piuttosto bene, la sfida era rappresentata dal non far interrompere il viaggio all’autista sintetico dove le strade erano sprovviste di segnaletica orizzontale o questa era in cattive condizioni, e ovviamente da quei punti critici costituiti da svincoli e dalle onnipresenti rotonde.

Il direttore del Nissan Technical Centre Bob Bateman ha sottolineato che proprio i roundabout e le strade di campagna dove sono consentite velocità quasi autostradali ma la segnaletica è sparsa sono le difficoltà maggiori per un progetto che voglia affidare a un sistema di guida autonoma il controllo di un’auto nel Regno Unito.

La Leaf modificata impiegava tecnologia di posizionamento avanzata basata sul tradizionale GPS, ma soprattutto sensori radar e LiDAR, per navigare tra quelle difficoltà e in mezzo ad altre auto e furgoni e dove c’erano pedoni e due ruote.

Il consorzio, battezzato HumanDrive, era guidato dal costruttore nipponico ma supportato da vari partner tecnologici ed universitari, e ha ricevuto supporto di fondi pubblici per contribuire a far avanzare un settore per il quale le istituzioni nazionali stanno cercando di attrarre nuovi protagonisti sulle sue coste.

Prima del test in condizioni reali il consorzio Human Drive ha compiuto per circa 30 mesi simulazioni guidate dalla professoressa Natasha Merat, titolare della cattedra di Human Factors of Transport Systems all’università di Leeds.

Simulazioni sono state condotte parallelamente presso la Cranfield University, dove un gruppo di lavoro diretto dal professor James Brighton ha sviluppato per finalità come quelle perseguite dal consorzio Human Drive il programma Multi-User Environment for Autonomous Vehicle Innovation (MUEAVI). Alle simulazioni virtuali hanno fatto seguito anche test su percorsi chiusi al traffico presso il noto tracciato di prova MIRA.

Nissan in Inghilterra ha da tempo iniziato a sviluppare progetti di guida autonoma, aggiuntivi a quelli della casa madre in Giappone, ad iniziare da quelli che nel 2017 l’hanno vista mettere alla prova auto governate da sensori e chip sulle tangenziali e strade a scorrimento veloce di Londra, arrivando fino a velocità di 50 miglia orarie, un sistema che si può considerare precursore delle prime versioni ProPilot.

Nel corso del Grand Drive le attività a bordo della Leaf sono state monitorate da due ingegneri a bordo, entrambi in possesso delle competenze per testare un veicolo a guida autonoma. Quello seduto al posto di guida preparato a prendere il comando in caso d’emergenza, l’altro per supervisionare i sistemi di controllo e sicurezza dell’auto (credito foto: ufficio stampa Nissan Europe via Newspress)

Credito foto di apertura: ufficio stampa Nissan Europe via Newspress