AUTO

Da marzo per Kona Electric via alla produzione in Repubblica Ceca

Di fronte a domanda vivace e a buoni risultati di vendite in Europa, Hyundai si muove per ridurre la lunghezza dei tempi di attesa dell’elettrica finora prodotta solo a Ulsan

Hyundai Kona Electric lo scorso anno ha avuto un successo indiscusso in Europa (22.667 vendute, sesta migliore) e in Italia (470 immatricolazioni), soprattutto se si tengono in considerazione i lunghi tempi di attesa per le consegne, che hanno scoraggiato numerosi potenziali clienti.

Nel 2020 le cose dovrebbero radicalmente cambiare perché dal prossimo marzo la marca coreana ha deciso di produrre anche in Europa Kona Electric, nel proprio impianto in Repubblica Ceca, confermando le voci in proposito che circolavano da tempo.

Peraltro la produzione nella fabbrica strategica di Ulsan, in Corea del Sud, sarà aumentata. Secondo la nota stampa che è stata diffusa dalla casa asiatica crescerà di tre volte il parco vetture disponibile per la clientela in Europa.

La capacità notevolmente rimpolpata dovrebbe risolvere il positivo problema di eccesso di domanda con cui Hyundai sta misurandosi da quando è stato aperto il libro degli ordini del modello, nel 2018.

“Stiamo ascoltando i nostri clienti e abbiamo preso questa decisione per soddisfare la crescente domanda dei nostri veicoli elettrici”, ha detto Dong Woo Choi, presidente ed amministratore delegato di Hyundai Motor Europe.

“Con sempre più persone che si preoccupano dell’impatto della loro auto sull’ambiente, vediamo un enorme potenziale per i veicoli elettrici nel mercato europeo. Questa azione riflette la nostra mentalità volta al progresso e rafforzerà la nostra posizione di leader nella mobilità futura”.

Come ormai è sempre più frequente nel settore, Hyundai è rimasta abbottonata sia sui numeri esatti di produzione che riguarderanno la linea di Ulsan, sia su quelli che saranno per Kona Electric gli obiettivi di produzione in Repubblica Ceca, dove ora nascono le compatte i30. La Kona Electric sarà il primo veicolo a zero emissioni costruito in questo impianto.

Hyundai non ha nemmeno dato indicazioni sul tema che in queste settimane è diventato scottante della fornitura di celle per batterie. Hyundai abitualmente usa celle della connazionale LG Chem eccetto per la produzione cinese, che impiega batterie domestiche CATL. Come noto entrambe le aziende hanno già un piede in Europa.

Nel caso di LG Chem peraltro la presenza è legata alla fornitura a partner che costruiscono auto elettriche da molto tempo come Renault, ma anche partner più recenti come Mercedes-Benz ed Audi. Per i SUV elettrici premium delle case tedesche si ripetono le voci di tagli alla produzione a causa di problemi alla fornitura di celle.

L’ufficio stampa del gruppo Daimler di fronte all’ipotesi di tagli alla linea dell’EQC ha replicato che per la fabbrica di Brema si mantiene un obiettivo di produzione di 50.000 unità l’anno.

Ma nella fabbrica belga di Forest, Audi non ha rinnovato i contratti a 145 lavoratori interinali perché il lento afflusso di componenti non permette di raggiungere il livello prefissato per E-tron quattro ed E-tron Sportback quattro.

Non è chiaro finora se Hyundai ha in programma di risolvere questa criticità continuando anche per le Kona Electric ad appoggiarsi a LG Chem oppure dentro i pianali delle unità prodotte in Repubblica Ceca ci saranno celle di altri fornitori.

Per il 2020 l’obiettivo di vendite Hyundai di veicoli a zero emissioni, che include anche la Ioniq e le Nexo a idrogeno, è di vendere globalmente oltre 80.000 vetture. Si tratta del primo step di una strategia che si spinge al 2025 e per la quale saranno investiti $51 miliardi in innovazione.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Hyundai Motor Italia