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Tesla per Model Y anticipa i tempi di produzione, coronavirus permettendo

Il crossover Tesla che un giorno potrebbe essere prodotto in tre continenti inizierà le consegne entro marzo, e per la versione bi-motore con batteria Long Range l’autonomia aumenterà a 500km

La pubblicazione dei risultati del quarto trimestre 2019 e la successiva conference call con gli analisti finanziari ed investitori la notte scorsa ha fornito a Tesla l’occasione di dare buone notizie anche sul futuro del crossover elettrico Model Y.

Le consegne di quello che si annuncia come il rivale più pericoloso dell’attuale best seller Model 3 inizieranno prima del previsto, già entro questo trimestre, precisa la lettera di aggiornamento agli azionisti. La pre-produzione in California è già iniziata.

Dopo avere a lungo suscitato ilarità per i traguardi mancati, da ormai un semestre Tesla ha iniziato a battere le attese di Wall Street. Ora ci prova anche con la produzione, quasi a voler cancellare i fantasmi dell’infernale crescita della linea di montaggio della Model 3 a Fremont.

Durante il lancio, il periodo indicato da Elon Musk era stato l’autunno 2020. Sul sito americano della società di Palo Alto per la Model Y a trazione integrale e con batteria “long range”, con un prezzo base di $52.990 viene segnalato l’inizio delle consegne nel marzo 2020. Per la versione italiana con prezzo base da €63.000 viene indicato il 2021.

Non è la sola notizia interessante: l’autonomia misurata con standard WLTP passerà dai 450 chilometri precedenti a 505, un bel progresso a così pochi mesi di distanza dall’apertura delle prenotazioni. Non è peraltro chiaro quale sarà la prima versione a raggiungere la clientela.

Per la versione con batteria standard, più economica, per il momento non si è accennato invece a miglioramenti nell’autonomia. Negli stessi U.S.A. questo allestimento dovrebbe esordire solo nel 2021; in Italia ed Europa dal 2022.

Ora che Model Y anticipa i tempi, da questi progressi dovrebbero dipendere anche volumi complessivi di produzione superiori, da vero gruppo premium alternativo a quelli tedeschi, invece che da costruttore di nicchia.

Tesla ha ribadito nelle comunicazioni agli azionisti che l’impianto di Fremont oggi può produrre 90.000 modelli di lusso (Model S/X) e 400.000 Model 3 e Model Y. La quota dovrà salire a 500.000 a metà 2020.

Per la Gigafactory cinese della zona franca di Lingang, che a fine anno ha iniziato le primissime consegne di Model 3, Tesla prevedeva nel primo anno completo di produzione di sfornare 150.000 in attesa di raggiungere o superare i livelli della California.

Però la crisi derivante dall’epidemia di coronavirus tocca anche Tesla come il resto della manifattura. Il responsabile del settore finanza Zach Kirkhorn nel corso dell’ultima conference call ha confermato un ritardo di una settimana e mezzo nel piano di lavoro. Ma come per tutti, questo sembra solo un primo effetto di una fase all’insegna di instabilità ed incertezza.


Credito foto di apertura: press kit Tesla