L’auto del CES 2020 che fa più parlare non è stata presentata da una casa auto
In questa edizione il primo concept Sony, Vision-S, coi suoi 33 sensori CMOS e laser ha fatto più scalpore delle 33 scaglie del concept Mercedes-Benz AVTR ispirato dal film di James Cameron
La più chiacchierata di Las Vegas quest’anno è sì la prima auto presentata da Sony, anche se non si tratta del primo prototipo di veicolo col quale il colosso giapponese ha avuto a che fare. Da alcuni anni insieme a partner giapponesi tra i quali il gigante della telefonia NTT Docomo, Sony sviluppa shuttle a guida autonoma che sono entrati in servizio in alcune isole del Pacifico. Nonostante questo precedente, le attese per un lancio come quello del concept Sony Vision-S erano prossime allo zero.
Invece proprio tra le auto del CES 2020 si è visto l’esordio di questa vera palestra di tecnologia della casa madre racchiusa in una berlina ben slanciata e ben finita con quattro porte e quattro posti apparentemente comodi, lunga 4,895 metri e con passo di tre esatti.
Lo stile scelto dagli inventori della PlayStation è ricco di citazioni più o meno sfuggenti da riusciti esemplari di auto del passato più o meno recente, tra le “piccole” Porsche ed alcune passate giapponesi di successo specie tra il pubblico giovane, come la Mazda Miata e la Toyota Supra.
Ma il concept Sony proveniente dal gruppo che è stato determinante nella storia delle batterie agli ioni di litio è anzitutto un’auto spinta da un motore elettrico su ciascuno degli assi, e con oltre 540 cavalli in grado di accelerare da 0 a 100 chilometri l’ora in 4,8 secondi e fino al massimo di 240.
Sony ha fatto ricorso a una batteria di fornitori di prima fascia, da Magna International a Bosch, uno dei quali italiano (Brembo), per un concept che non anticipa un modello di serie che vedremo presto ma è una vetrina di molto più che un’ambizione nel settore, è una vetrina di un vero e proprio magazzino di sensori e componenti.
Certamente per quanto riguarda l’aspetto dell’infotainment (la Vision-S sembra il solo modello che rivaleggia con la cinese Byton per il primato nei metri quadri di schermi nell’abitacolo) come è scontato. Ma ormai sempre più anche per quanto riguarda la sicurezza e la connettività. Il modello di Las Vegas presenta il Sony Safety Cocoon, una rete di sensori a 360° che circonda il veicolo.
Sulla Vision-S ne sono montati 33 e Sony non ha fatto grandi sforzi perché se li fa in casa: da tempo silenziosamente si è fatta strada come protagonista, specie nel dilagante settore degli impieghi ADAS, grazie a sensori con tecnologia CMOS e Time-of-Flight. Se, ad esempio, avete un’auto che è in grado di leggere i cartelli dei limiti di velocità, ci sono ottime probabilità che il sensore che glielo consente provenga proprio da Sony.
Di recente i giapponesi hanno anche confermato l’intenzione di allargare la presenza automotive con l’ingresso nell’ambito mercato dei sensori laser, che Sony conterebbe di influenzare profondamente grazie ad economie di scala ben differenti da quelle di attuali rivali.
Un ingresso che non deve essere arrivato inatteso, se pensate che il leader dei LiDAR Velodyne ha da qualche mese stretto un accordo con un’altra regina giapponese di ottica ed elettronica come Nikon per rispondere a eventuali confronti sui grandi numeri.
Se non ci fosse stata la Sony Vision-S, sicuramente il concept più chiacchierato del CES 2020 si sarebbe facilmente rivelato il Vision AVTR che Mercedes-Benz ha realizzato ispirandosi, e coinvolgendo, il regista del film “Avatar” James Cameron. Hollywood più Stoccarda, più Las Vegas.
Tutto bene già in questo mix, ma con in più la sostenibilità. Una sostenibilità per la quale in America si devono per ora “accontentare” del concept, visto che Daimler venderà modelli della famiglia elettrica EQ solo dal prossimo anno e che delle piccole Smart non c’è più traccia oltre Atlantico.
Ma sulla sua concept car Mercedes anticipa la presenza di celle di batterie con un importante contributo di grafene, che renderà possibile fare a meno di materie prime la cui sostenibilità è sovente messa in discussione. Le celle una volta arrivate a fine vita saranno riciclabili, come lo sono gli spaziosissimi e luminosissimi interni, vegani e con plastiche alla seconda carriera in ossequio alla strategia sostenibile “Ambition 2039” propugnata dal numero uno del gruppo Daimler Ola Källenius.
Peraltro gli interni privi di volante e di pedaliera spiccano, guardando i video già diffusi da Las Vegas, sembrano il regno della realtà virtuale e degli ologrammi. I comandi, ammesso che all’epoca nella quale potrebbe circolare la Vision AVTR quelli vocali integrati dall’intelligenza artificiale non capiscano ancora ogni sfumatura linguaggio naturale, nel caso di maggiore sforzo manuale possono richiedere di usare le mani e i bordi delle postazioni come fossero joystick.
Con la Vision AVTR, come è facile intuire dopo aver visto qualche dettaglio, Mercedes-Benz spinge sul registro dell’emotività per catturare l’attenzione non solo del vecchio appassionato che attendeva con trepidazione ogni nuova edizione del Salone di Ginevra ma, ormai, anche quella di chi aspetta una nuova serie di Sir David Attenborough.
Le 33 scaglie sulla carrozzeria posteriore per la verità, più che da un uomo d’altri tempi come il naturalista britannico, sembrano innovazioni ispirate dalla fantasia del regista canadese o dal suo staff. Forse piacerebbero anche a due grandi della stella a tre punte come Rudolf Uhlenhaut e Fritz Nallinger, che quanto ad innovazione avevano una o due cose da insegnare.
Di certo ai due ingegneri dell’epoca d’oro delle frecce d’argento susciterebbero curiosità le enormi gomme sferiche: grazie alla loro forma e struttura l’AVTR secondo chi lo ha progettato sarebbe anche in grado di muoversi lateralmente come un crostaceo, e per ispirarsi ai gamberi non c’è in questo caso di viaggiare fino al pianeta Pandora.
In questa edizione del CES 2020 queste due ingombranti presenze in qualche modo hanno sottratto visibilità ad altre novità: come il debutto pubblico della Fisker Ocean. Forse però tra le anteprime concorrenti sarà quella che soffrirà meno, essendo stata già presentata a Los Angeles, ad una platea selezionata di persone dell’ambiente e di fan del manager danese.
L’ex-uomo BMW ed Aston Martin ha confermato la sua tattica di puntare al mercato dei SUV medi elettrici, visto che il prezzo base dell’auto è stato confermato a $37.499, il che comporta che sarà sotto i $30.000 incentivi federali e locali inclusi.
Henrik Fisker più che puntare all’acquisto vero e proprio in effetti sembra spingere per la sua formula di “flexible lease” a partire da $379 al mese, che include la manutenzione e prevede anticipo di $2.999. Una proposta che sembra allettante, anche se non è ancora chiaro come si potranno dipanare gli incentivi per chi sceglierà questa formula, soprattutto considerato che il leasing che generosamente offrirà 30.000 miglia l’anno viene annunciato come risolvibile anche a breve termine, persino dopo un mese.
La concorrenza con la nuova Model Y che Tesla prevede di consegnare nella seconda metà del 2020 appare ancora da chiarire per la nuova casa del settore elettrico: a quel punto se seguirà il solco della Model 3, anche le versioni con batterie più piccole e dal costo inferiore dovrebbero essere già in concorrenza con la Ocean nel periodo del suo esordio sul mercato.
Sulla Fisker Ocean sono state confermate due motorizzazioni, con uno o due motori e eventuale trazione integrale; le performance anticipate includono una accelerazione 0-60 miglia orarie in 2,9 secondi, prestazioni che secondo il numero uno dell’azienda saranno ben supportate da carreggiate larghe e baricentro basso.
Alla batteria, con capacità ancora da precisare ma attorno ai 80 kWh, Fisker Inc. aggiungerà il supporto del tetto solare, con 200 miglia di autonomia l’anno proveniente dal sole. I pannelli non sono il solo bagno di sostenibilità della Ocean, che sarà realizzata con gran quantità di plastiche riciclate e interni che compiaceranno anche i clienti vegani.
BMW ha portato l’elettrica i3 Urban Suite al CES di quest’anno per svelare un’esperienza di mobilità interamente disegnata su misura delle esigenze individuali del passeggero. Per raggiungere questo obiettivo, una BMW i3 standard ha subito una trasformazione completa (con solo il sedile del conducente e il cruscotto lasciati inalterati) in modo che i suoi interni ora abbiano l’atmosfera rilassata di un boutique hotel. L’obiettivo era quello di creare uno spazio invitante in cui trascorrere il tempo con un alto grado di benessere – il luogo perfetto per rilassarsi, godersi l’intrattenimento in auto o concentrarsi sul lavoro in un ambiente rilassato.
Il gruppo FCA tra i Big 3 di Detroit è quello che al CES ha una presenza più rilevante: la spiegazione ha quattro lettere, Jeep. Gli sforzi di elettrificare la gamma Jeep mediante batterie LG Chem di piccole dimensioni vanno a braccetto con i contenuti di Las Vegas, e qui FCA porta i modelli “Jeep 4xe”: Wrangler, Compass e la Renegade. La nota ufficiale scriveva che altri dettagli sui tre modelli saranno svelati ai prossimi Saloni Auto di Ginevra, Pechino e New York.